Capitolo 14.

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La sveglia suona puntualmente al solito orario e il livido sul mio viso iniziava a diventare violaceo, non c'era nessun fondotinta in grado di coprirlo. Mi chiudo a chiave in bagno tentando di coprirlo al meglio.
Improvvisamente mia madre si avvicina alla porta del bagno.
-tesoro hai fatto? Sbrigati o sarai in ritardo per scuola.-
-si mamma sto per uscire- dico frettolosamente.
Non riuscivo proprio a coprire quello scempio che mi ritrovavo in faccia così, una volta preso un lungo sospiro, esco dal bagno pronta ad affrontare gli sguardi di mia madre che sicuramente si sarebbe accorta di tutto. Avrei voluto affrontare l'argomento il più tardi possibile perché mi faceva male tirar fuori tutta la tristezza che avevo nell'anima.
Esci dal bagno e mi dirigo in cucina per consumare la mia colazione fumante che mamma mi aveva fatto trovare pronta sul tavolo.
-Ania guardami-
Alzo lo sguardo e la fissò negli occhi.
-che cosa diavolo é quel livido?-
-mamma lascia stare non preoccuparti.-
-Ania sono preoccupata che cosa ti é successo?-
-niente mamma!- esclamo piena di rabbia e mi avvio verso la porta di casa sbattendola.
Aspetto il mio autobus e alle 8 in punto mi ritrovo davanti al grande portone della mia scuola.
Come al solito le giornate non passavano più ed io non vedevo l'ora che arrivasse l'intervallo per vedere Niko nel solito giardinetto.
Giorno dopo giorno nasceva in me un sentimento sempre più forte e sentivo che senza di lui non sarei potuta andare avanti, non sarei stata in grado di sopravvivere.
Finalmente la campanella suona ed io mi precipito in giardinetto e in un angolo lo scorgo solitario. Mi avvicino e appena mi vede mi corre incontro per regalarmi uno dei suoi splendidi baci. Le nostre labbra si sfiorano e non ci importa di ciò che pensa la gente, non ci importa di niente. Ora ci siamo solo io e lui.
Dopo quel bacio Nikolas si stacca da me e inizia a fissarmi negli occhi.
-Piccola questo livido è sempre più evidente- mi dice accarezzandomi il volto.
-lo so- sussurro a bassa voce -sono preoccupata.-
-cosa c'è che ti turba amore?-
-mia madre.- dico respirando profondamente -si accorta di questo scempio e sono certa che nonappena tornerò a casa mi riempirà di domande come ha già cercato di fare stamattina, ma sono riuscita a sfuggirle.-
-dovresti raccontarle tutto. Mi prometti che lo farai?-
-Ci proverò Niko, te lo prometto.- gli dico prendendolo per mano e poco dopo mi ritrovo al sicuro tra le sue braccia quando la campanella si mette a suonare. Il tempo insieme a lui passava sempre troppo velocemente.
Torno in aula per seguire la lezione di storia dell'arte anche se i miei pensieri sono altrove. Dovevo trovare le parole per spiegare tutta questa situazione a mia madre. Non sarebbe stata sicuramente una passeggiata, ma non potevo continuare a nascondere l'evidenza.
La mattinata passa spedita ed io mi ritrovo a prendere il solito autobus per tornar a casa. Sulla porta mia madre ad aspettarmi.
-Ania, dobbiamo parlare.-
Annuisco ed entro in casa.

Salvami. Adolescenza, bullismo e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora