Capitolo 16.

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Quel giorno passò a rilento e le ore che mi separavano dall'appuntamento con Nikolas non intendevano scorrere. Un pomeriggio come tutti gli altri, se non per la frequenza di pensieri che arrivavano alla mente di Ania. Continui flashback e quel livido, dio quanto se ne vergognava. Lentamente si stava riassorbendo ma gli stralci che lasciava nella sua memoria non potevano esser cancellati con facilità, almeno per ora.
Avrebbe cercato di non pensare a quei momenti, a quegli sguardi e a quelle chiacchiere che continuavano a schiacciarla lentamente.
Avrebbe cercato di metter da una parte Cassie e quel gruppetto di ragazzine sempre pronte a mettere zizzania ovunque.
Avrebbe cercato di viversi questo anno scolastico al meglio, anche se solo a pensare al suono della campanella d'inizio delle lezioni, provava un certo non so che di terrore sulla pelle.
Il senso di inadeguatezza oramai entrò a far parte della quotidianità e le innumerevoli domande che si poneva cominciarono a pesarle sempre di più.
Si chiedeva spesso che cosa avesse fatto di male per meritarsi questo trattamento è come mai fosse così diversa dalle altre ragazze della classe.
Forse per la sua semplicità, o forse per esser classificata come "quella nuova" non le aveva permesso di integrarsi normalmente.
Ania si appresta a riempire le pagine del suo diario con i suoi pensieri disordinati quando finalmente si fecero le 20:00.
Corse in bagno e si fece una doccia calda per scaricare le tensioni e indossò uno dei suoi sorrisi migliori pensando che ben presto avrebbe rivisto quel ragazzo così dolce che ultimamente le stava rendendo le giornate un po' meno pesanti.
Con l'asciugamani in testa e il suo largo accappatoio si spostò verso la sua stanza per scegliere qualcosa di carino da mettere. Quell'armadio traboccava di vestiti di ogni genere, ma si sa che l'indecisione è se,pre dietro l'angolo. Alla fine scelse un abitino nero a tubino che le cadeva a pennello sulla vita e sui suoi fianchi stretti ancora da ragazzina, un paio di décolleté e una collana per impreziosire il tutto.
I capelli sciolti portati da un lato con quei boccoli maturali che le scendevano sul viso accarezzandolo leggermente e quel fermaglio luccicante che le teneva ferme quelle ciocche ribelli che non intendevano stare al loro posto. Un filo di trucco e via.
Alle 21:00 in punto suonò il campanello e subito Ania schizzò giù dalle scale per accingersi ad aprire. Ed ecco Nikolas che sfoggiava una camicia bianca e un paio di jeans. Lei subito gli corse incontro e lo strinse in un abbraccio.
-Sono così felice di vederti-
-Anch'io Ania- le sorrise e le stampò un bacio sulle tenere labbra.
-Forza andiamo!- esclamò sorridendogli e prendendolo sotto braccio.
In men che non si dica arrivarono al pub più vicino e si sedettero in un tavolo appartato davanti ad un enorme vetrata che faceva intravedere le luci della città che illuminavano le vie del centro.
Ben presto il cameriere prese le ordinazioni ed entrambi scelsero una cioccolata calda con panna, visto l'imminente arrivo delle prime temperature invernali.
-Allora che mi dici Ania? Come l'ha presa tua madre?-
La ragazza abbassò lo sguardo.
-Pensavo peggio Niko.-
-che significa? Spiegami, sono qui per ascoltarti- le sussurrò mentre il cameriere posò sul tavolo le loro cioccolate.
-Significa che inizialmente voleva andar a parlare coi genitori di Cassie, ma poi sono riuscita a trattenerla dal suo impulso.-
-Ania avrebbe avuto ragione a voler parlare coi suoi!-
-Nikolas anche tu non capisci? Se lo facesse peggiorerebbe la situazione. Con che faccia mi presenterei a scuola dopo ciò? Come la prenderebbe Cassie? Le cose peggiorerebbero.-
-forse hai ragione, a questo non avevo pensato.-
-e invece io si. Sono ore che rimugino su queste cose e spero vivamente che mia madre mantenga la promessa- disse giochicchiando col cucchiaino girandolo e rigirandolo nella tazza.
-e ha detto altro? Tua madre, intendo.-
-no eccetto che alla prossima volta si presenterà dal preside-
-speriamo non ci sia una prossima volta-
-speriamo- disse la ragazza mentre lui le prese con entrambe le mani le sue.
-sei forte ragazza- le disse e lei gli sorrise.
Finalmente si sentiva capita, ascoltata. Eppure nella sua mente i pensieri continuavano a farsi guerra l'un l'altro.

Salvami. Adolescenza, bullismo e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora