Capitolo 17.

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Dopo l'appuntamento con Nikolas i giorni sembravano trascorrere con estrema lentezza e la monotonia di quelle giornate tristi e solitarie era diventata quasi un'abitudine per Ania. Giorni chiusa in sé stessa a lottare coi pensieri e coi sensi di colpa per qualcosa di cui non aveva alcuna minima colpa.
Passò una settimana di assenze scolastiche ma quella mattina andò diversamente.
"toc toc" fecero le nocche della madre della ragazza contro la sua cameretta. Non ricevette alcuna risposta ma decise comunque di entrare e trovò la figlia distesa nel letto. Sul suo viso un velo d'apatia che sembrava non andarsene.
La madre dolcemente si sedette sulla sponda del letto e, accarezzandole la lunga chioma di capelli, la esortó ad alzarsi.
-Ania forza, credo sia giunta l'ora di prendersi cura di te stessa e ritornare a scuola-
La ragazza si girò verso la madre con gli occhi gonfi di chi aveva pianto un'intera notte.
-Mamma ti prego non ora, non oggi-
-Ania questa volta dovrai farlo-
Quasi costretta, la ragazza scese dal letto e si trascinó verso il bagno quando,con piacere, notò che il livido sul suo volto era quasi del tutto scomparso. Si pettinó i lunghi capelli ed indossó un trucco fresco cercando di coprire quelle occhiaie che le avevano segnato lo sguardo.
Scese lentamente le scale, prese la sua colazione e si fece accompagnare fino all'entrata di scuola.
-Grazie mamma, ma ora va altrimenti mi prenderanno per un'incapace-
Stampó un leggero bacio sulle sue rosee guance da mamma e, dopo aver preso un respiro profondo, entró in aula dove tutte iniziarono a squadrarla da capo a piedi. Ania si sedette al primo banco di fianco ad una ragazza timida un po' come lei di nome Alice. Non si era mai accorta della sua presenza fino a quel momento.
-Ciao- le disse la sua nuova compagna con un dolce sorriso
-Ciao io sono Ania ma credo tu lo sappia-
-Non preoccuparti, so tutto e mi dispiace terribilmente per tutto quello che ti è capitato-
-Grazie ma non ho bisogno di pietà-
-Non provo pietà, giuro-
Ania le lanciò un'ultima occhiata prima della lezione di storia.
Le ore sembravano passare a rilento come al solito ed Ania si trovava a disagio ogni volta che un professore faceva notare il suo rientro a scuola.
Sembravano tutti speranzosi eppure Ania aveva solo una cosa in mente: "Nikolas".
I due si erano persi di vista. La ragazza ignoró ogni sua telefonata ma ben presto si accorse del suo errore. Finalmente suonó la campanella della ricreazione e la ragazza si diresse con la sua sigaretta tra le dita verso il giardinetto.
Li in un angolo Nikolas e dall'opposto Ania con lo sguardo fisso nel vuoto. Udì dei passi famigliari e poco dopo il ragazzo le sfioró la mano. Ania alzò lo sguardo.
-Nicolas-
-Ania- abbozzó un sorriso
-scusa, ormai è l'unica parola che riesco a pronunciare-
-non devi scusarti-
-e cosa dovrei fare? Fingere che tutto sia a posto quando ti ho evitato per giorni? Nikolas faccio schifo!-
-Hey Ania non fai schifo, avevi bisogno dei tuoi spazi lo capisco.-
"come può un ragazzo così meraviglioso a sopportare un totale disastro come me?" si domandò tra se è se.
-Grazie non saprei che altro dire. Mi spiazzi ogni volta con la tua dolcezza e comprensione- le si illuminó il viso e lo strinse a se in un caloroso abbraccio di cui tanto aveva bisogno.
La campanella segnò la fine dell'intervallo e la ragazza dovette tornare in classe, ma stavolta con un filo di allegria sul volto. Quel ragazzo riusciva sempre a farla stare meglio.
Rieccoci per l'ennesima lezione di anatomia. Alice le sembrava una ragazza semplice. Entrambe si scambiarono molti sguardi durante la lezione e la sua nuova compagna forse l'avrebbe aiutata a vivere più serenamente il clima teso della classe.

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Salve lettori ❤
Sono tornato con un nuovo capitolo. Presto ne pubblicherò altri. Spero che la storia vi piaccia. Ho introdotto il personaggio di Alice, chissà se finalmente Ania potrà contare su qualcuno.
Fatemi sapere se vi piace, cosa ne pensate e così via...
Un abbraccio grande.
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Salvami. Adolescenza, bullismo e amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora