IL PASSATO FA MALE

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Fisso immobile il letto; di certo non dormo con lui. Metto via la bacchetta, tolgo la giacca della mia uniforme, mi lascio scivolare a terra con la testa poggiata sulle mie gambe e metto il giacchetto a mo' di copertina dietro la schiena. Chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi a forza il prima possibile.
Percepisco un qualcosa che mi picchietta il ginocchio, alzo la testa e automaticamente apro gli occhi.
-"Che cosa stai facendo?"
-"Sto cercando di riposarmi come hai detto tu..."
-"E per quale motivo sei a terra a dormire?"
-"Non voglio dormire di certo con il mio rapitore Riddle!"
Per la prima volta lo vedo ridere per merito mio.
-"A volte mi viene da pensare che tu sia fuori di testa Devins. Sto nella stanza accanto."
Sbatto le palpebre perplessa e anche un po' tesa per la brutta figura.
-"Ma non ti preoccupa il fatto che possa scappare?"
Si arresta un secondo, inarca un sopracciglio poi tende la mano e mi aiuta a rialzarmi.
-"Pensavo fosse chiaro il fatto che io sia molto preventivo. Ora è bene che ti metti su quel letto e dormi. Buonanotte."
Si allontana e chiude la porta sigillandola. Mi giro intorno e riesco a trovare una finestra sulla parete in fondo alla stanza,non ho alcuna intenzione di dormire.
Cammino nella sua direzione, la apro e guardo giù. Sono davvero tanti metri da terra; Poggio le braccia al muro e faccio leva per sollevarmi, il panorama è mozzafiato. Piego le gambe e mi metto seduta ad osservarlo.
Una leggera brezza mi scuote i capelli e si sente un buon odore di pino poco paragonabile a quello dell'interno di questa casa dove si sente un rumore strano ogni cinque secondi.
Sono davvero in pensiero per Tonia, chissà se si sarà ripresa, o quantomeno lo spero. Una delle pochissime cose che mi consola è il fatto che nella nostra casata ci sono Brian e i gemelli che in mia assenza possono prendersi tranquillamente cura di lei; chissà se John sarà mai in grado di raggiungermi.
Infilo una mano sotto la camicia e tiro fuori la collana facendola poi roteare tra le dita. Non so perché il fato abbia scelto proprio me, io sono una ragazza senza passato e senza futuro, una meta o un pensiero, una mina vagante in questo grande punto interrogativo. Poggio la testa sul muro e rilasso i muscoli in tensione dopo la brutta mattinata lasciandomi coccolare dal buon odore di prima. Un calore mi brucia la mano con cui stringevo la collana e la vedo luminosa.
-"Skylar!"
Mi sporgo di poco con il capo e guardo in basso. Sotto di me vedo
Tonia con John,Paul e Brian.
È una gioia vedere la mia amica in piedi e raggiante come ogni volta. Brian mi sorride e i due fratelli agitano la mano per salutarmi.
-"Ero sicura che mi avresti trovata John!"
-" Quella specie di aggeggio che hai addosso è un richiamo per me, lo sentirei a miglia di distanza!"
Sorrido e scuoto la testa.
-"Scendi ti prendo io!" Esclama Paul.
-"Ci provo. Tu punta su di me un Wingardium Leviosa e portami a terra!"
Mi alzo e mi reggo con le braccia ai lati della finestra scricchiolante per evitare di cadere.
-"Wingardium Leviosa!"
Il mio corpo è avvolto da un formicolio e inizio a scendere lentamente. Poso i piedi a terra sana e salva mentre la mia amica corre verso di me.
-"Come stai?mi hai fatta preoccupare stamattina!"
-"Ora molto meglio. Ma tu? Cosa voleva farti quella serpe?"
-"Non lo so di preciso, ma voglio andare con lui."
Tutti mi guardano sbigottiti.
-"Perché questa follia?" Interviene Brian.
-" Sono qui per una missione, dovete solo fidarvi di me."
Tonia mi dà un abbraccio stritolacostole.
-"Non posso lasciarti andare!"
La sento singhiozzare e la stringo forte.
-"Ci sarà un altro modo. Vieni con noi ti prego!"
Rifletto bene e in effetti penso che non sarebbe una pessima idea rimanere con loro ed escogitare un piano ad Hogwarts.
-"Va bene, ma dobbiamo sbrigarci!"
Sento un rumore simile ad un tonfo alle mie spalle e vedo i miei amici sfoderare le bacchette. Tonia si allontana da me e si mette accanto agli altri.
Un braccio mi avvolge la vita.
-"Lasciala Tom o ti farai male davvero!" Ordina con tono autorevole Brian.
Una nuvola nera mi avvolge per la seconda volta. Ci smaterialliziamo davanti una casa modesta nella foresta totalmente buia in un luogo a me ignoto.
-"Dove siamo?"
-"Vieni con me e stai in silenzio."
Faccio come dice ed entriamo di soppiatto in questa abitazione.
L'interno è tutto sottosopra, non da per niente l'idea di essere proprietà di un benestante.
-"Rimani qui Skylar."
Lo trattengo per un braccio e si volta.
-"No! Che vuoi fare? Non mi piace per niente questo posto."
-"Tranquilla, non ti accadrà assolutamente niente."
-"Si ma.."
-"Stai tranquilla ho detto."
Annuisco e gli lascio il braccio; ogni tanto sembra essere anche leggermente sensibile nei miei confronti. Voglio conoscere tutte le sfaccettature di questo ragazzo.
Tom apre la porta della camera ed entra accostandola alle sue spalle una volta dentro. Curiosa mi avvicino piano senza farmi sentire e spio la scena. Vedo che si avvicina al letto di un uomo e gli punta la bacchetta davanti il volto illuminandoglielo; la somiglianza è impressionante, sembrerebbe quasi una versione di Riddle da adulto. L'uomo apre gli occhi spaventato:
-"Chi sei tu? Vai fuori da questa casa!"
-"Ciao papà!"
Quello che ho appena sentito mi ha lasciata a bocca aperta. Non vedo una bacchetta, è certamente un babbano.
Gli occhi del padre di Tom si spalancano per poi venire istantaneamente fulminati da una luce verde.
-"Avada Kedavra!"
Metto le mani davanti la bocca e indietreggio provocando rumore di passi.
-"Tom! Lo hai ucciso!"
Si dirige furioso verso di me.
-"Ti avevo espressamente chiesto di rimanere lì!"
Mi afferra e ci smaterializziamo davanti un'altra abitazione lugubre.
-"Lasciami! Hai ucciso tuo padre! Voglio andare via!"
Delle lacrime scendono a dirotto dai miei occhi e lui si arresta a vedere ciò.
-"Come hai potuto...io non ho mai avuto un padre e tu che hai la fortuna di averne uno ancora in vita lo uccidi senza ritegno!"
Si avvicina minacciosamente a me.
-"Lui ha abbandonato mia madre quando era incinta. Non è un padre per me!"
Non mi aspettavo questo passato così traumatico, ma questo fatto è come se mi collegasse a lui sotto un aspetto, anche se non lo giustifica.
-"E..tua madre?"
Abbassa gli occhi e si passa il pollice sul labbro inferiore.
-"Mi ha lasciato all'orfanotrofio appena nato. Non aveva abbastanza denaro per prendersi cura di me evidentemente."
Passo la mia mano sulla sua guancia, un omicidio è orribile ma la sua storia mi ha fatto rimanere senza parole, per la prima volta l'ho visto nella sua completa fragilità, non lo ammette ma a parer mio si fida dopotutto.
Continuo a piangere dopo averlo ascoltato; non posso immaginare cosa abbia dovuto passare, forse è uno dei motivi principali per cui ha iniziato a bramare nella sua grandezza individuale.
-"Mi..dispiace davvero tanto Tom."
Lo guardo negli occhi e noto che non sono freddi come al solito, stavolta assomigliano più a qualcosa come un miscuglio di più emozioni.
Alza un dito, me lo preme sulla guancia e raccoglie l'ultima lacrima.
-"Grazie.."
Silenzioso mi guarda un'ultima volta e poi comincia a camminare verso l'entrata.
Lo seguo silente e mi attengo a tutto quello che fa. Respiro e riacquisisco la mia forma neutra.
-"Alohomora!" La porta si spalanca davanti a noi e una grossa risata maniacale rimboba tra i muri. Dalla porta della stanza alla nostra destra esce un uomo barcollante e malconcio che si posiziona davanti al muro reggendosi alla poltrona piena di strappi per non cedere.
-"Ciao ragazzi!"
Il suo troppo entusiasmo sembra una provocazione, non si capisce se abbia assunto una quantità infinita di burrobirra o sia di per sé instabile mentalmente.
Tom punta la bacchetta nella sua direzione; non posso permettere che uccida anche un altra persona.
-"Avada.."
Inizio a correre verso l'uomo e mi posiziono dietro le sue spalle avvolgendo il mio braccio attorno al suo collo facendo pressione verso me nel tentativo di spostarlo. Dietro a noi c'è uno specchio,rotto contro cui vado a sbattere.
-"..Kedavra!"
Una luce verde lo colpisce  sfortunatamente rendendo il mio sforzo invano. Sento subito dopo un colpo secco sulla mia schiena e perdo l'equilibruo facendomi cadere il signore ormai esanime addosso. La testa mi fa male e non riesco più a controllare il mio corpo. Chiudo gli occhi stremata e una luce bianca mi acceca.





SKYLARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora