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John's POV:
Ritorno dalla mia solita passeggiata pomeridiana, sconvolto. 

Oggi è successo qualcosa di unico, che non mi è mai capitato, in tutta la vita. 

E ovviamente, Veronica se ne accorge. 

- Tutto bene? Hai una faccia sconvolta... - io la guardo allarmato, ma poi le sorrido.

- Vedi...oggi mi è successa una cosa strana... - mormoro, e lei mi lancia un'occhiata interrogativa. 

- Dimmi tutto...mi stai spaventando - e a quelle parole, scoppio a ridere. 

- Tranquilla, non è successo niente di che...è una cosa che mi ha sorpreso tanto...insomma, mentre stavo ritornando a casa dalla mia passeggiata mi si è avvicinata una ragazza...avrà avuto una ventina d'anni...era vestita molto semplicemente, un paio di jeans, un felpone...una ragazza normalissima, senza nessuna dote particolare. - 

- Bene...e che cosa ti ha sorpreso ti tutto ciò? - domanda Veronica, guardandomi con sufficienza. 

- Era una mia fan...ma non si è comportata come tutti gli altri, chiedendomi un autografo o una foto senza nemmeno salutarmi...mi ha semplicemente augurato buona giornata... - a quel punto, Veronica aggrotta le sopracciglia. 

- Ah...beh, è una ragazza educata... - commenta, guardandomi stranita, e io sorrido, ripensando a quella ragazza misteriosa. 

- Già...non prendermi per pazzo, è solo che non mi è mai capitato di imbattermi in una ragazza così a modo...ha rinunciato al mio autografo per la mia felicità... - a quella frase, a Veronica scappa una risatina. 

- è tardi...vado a dormire. E forse è ora anche per te...è stata una lunga giornata - conclude Veronica, lasciando il soggiorno ancora perplessa per ciò che le ho raccontato. 

So che non molti capiranno che cosa vuol dire questo gesto per me. Insomma, non sono mai stato bene sul palco, a esibirmi davanti a tutta quella gente egoista, che voleva solamente divertirsi infischiandosene di ciò che io potevo provare. 

Ma oggi...quella ragazza rappresenta una grande eccezione...sì, potrà essere una ragazza come tante altre al mondo, ma con questo piccolo gesto ha dimostrato di essere speciale a modo suo. 

C'è qualcosa in lei, che la differenzia da tutti gli altri. 

Dorothy's POV:

Sono passati i giorni. Io e Greta andiamo molto d'accordo, mi racconta un sacco di cose e io a volte cerco di farla sorridere raccontandole degli aneddoti divertenti. Altre volte, quando ho bisogno di un consiglio, vado da lei, che ha sempre la risposta pronta ad ogni domanda.

Lavorare come donna delle pulizie, soprattutto di un'anziana signora, non è molto facile, è un lavoro pesante e duro, ma se lo si fa nella giusta armonia, con il buonumore e il sorriso sulle labbra, tutto è più semplice. 

Greta mi paga molto bene, e ho avuto modo di dare al signor Backey una buona dose del mio debito, anche se io e mia mamma non siamo ancora a posto. 

E poi...beh, c'è Debbie...insomma, è una donna molto dura e autoritaria, sempre seria, sempre con il muso lungo, non mi saluta mai e mi tiene sempre d'occhio, come se fosse certa che stia nascondendo qualcosa, ed è sempre all'erta al fine di scoprirlo. 

Con lei in giro la situazione è sempre tesa, e Greta lo sa bene, infatti appena Debbie si rivolge a me in modo sgarbato, Greta cerca sempre di smorzare la situazione, a volte la ammonisce pure. 

Oggi, mentre stavo spolverando il comodino di Greta, mi imbatto in un porta gioie aperto, e non posso non darci un'occhiata dentro. 

Appena mi rendo conto di cosa ho davanti, chiudo immediatamente la scatolina, allarmata. 

Gioielli, bracciali e anelli d'oro con incastonati dentro rubini, lapislazzuli, smeraldi, e tanto, tanto altro...

Ma come fa un tesoro del genere a essere tenuto qui aperto sul comodino?

Beh, la cosa non mi riguarda. La casa è protetta da vari sistemi di sicurezza, quindi è impossibile che qualcuno lo rubi. 

Sospiro, piena d'invidia. Anche io un giorno vorrei avere un portagioie così, con dentro tutto quel ben di Dio. E ce la farò, ne sono più che certa. Non sono laureata e non ho un curriculum impeccabile come Greta, ma lei dice sempre che il lavoro duro porta i suoi frutti, e i titoli di studio sono solamente dei pezzi di carta, quello che conta, è la persona che sei. 

Sì, lo so, sono frasi fatte che tutti dicono per consolare le persone sfigate e al verde come me. Sarà che sono molto ottimista, ma a queste frasi ci credo veramente. 

Mentre spolvero e passo l'aspirapolvere in tutta la camera, mi blocco. Dovrei uscire e andare a stendere il bucato, ma quel portagioie è troppo bello...

Decido di tornare sui miei passi e sbirciarlo ancora un po'. Rimango lì impalata a fissare quei gioielli per diversi minuti, poi oso provarmi un anello, una collana, un bracciale...dopodiché mi accorgo che è veramente tardi e decido di mettere tutto a posto, uscendo fuori dalla stanza e tornando a fare il mio lavoro. 

Le ore passano in fretta, e la mia giornata è terminata. Faccio per prendere lo zaino ma non lo trovo, cosa molto strana dato che sono certa di averlo lasciato in ingresso, sull'attaccapanni, così mi reco in soggiorno per salutare Greta, e anche nella speranza di ritrovare il mio zaino, ma quando arrivo, lei mi fulmina con lo sguardo, furiosa. 

E' seduta sulla poltrona, e in piedi, davanti a lei, c'è Debbie, che mi fissa ghignando. 

- Greta...Debbie...sapete mica dov'è finito il mio zaino? Ho cercato dappertutto ma non riesco a trovarlo... - chiedo io, tentennando un po', notando le espressioni delle due donne davanti a me. 

- Oh, il tuo zaino dici? è qui... - mi risponde Debbie, indicando le mani di Greta. 

Vedendo che ce lo aveva lei, e che stava addirittura curiosando nel suo interno, sbianco. 

- Sì...ce l'ho io. Scusami se te l'ho preso senza neanche chiederti il permesso, ma anche tu mi hai preso qualcosa senza chiedermi il permesso... - così dicendo, Greta tira fuori il portagioie che avevo visto poco fa nel comodino di camera sua, e a quel punto, vado in panico. 

Faccio cadere il mio sguardo su Debbie, che mi fissa alzando un sopracciglio. 

- Perché lo hai fatto, Dorothy? - mi domanda Greta, furiosa ma alquanto delusa. 

- I-io...non l'ho fatto io... - rispondo, sentendo una goccia di sudore freddo colarmi dietro al collo. 

- Ah! Ma guarda questa! Non confessa nemmeno quando viene colta in flagrante! Te l'avevo detto mamma, di lei non ci si può fidare... - abbaia Debbie, e io la squadro con odio, ma poi, quando cerco lo sguardo di Greta, vedo la delusione nei suoi occhi, mista alla rabbia, al disappunto e all'ira.
Capendo la gravità della situazione, abbasso il capo, inginocchiandomi vicino a Greta.

- Ti prego, Greta...devi credermi. Non ho rubato io il porta gioie, è stata Debbie a nasconderlo nel mio zaino per incastrarmi... - alle mie parole, Debbie scuote la testa, con le mani nei capelli.
- Ma sentila, mamma! Solo una poco di buono come lei può arrivare a dire una cosa simile! -

Mr. Deacon and me \\ John DeaconDove le storie prendono vita. Scoprilo ora