John's POV:Dopo quella chiacchierata al supermercato, ormai non faccio altro che pensare a lei. È una ragazza particolare, diversa dalle altre, con anche gusti musicali diversi dagli altri dato che non è cosa da tutte le ragazze della sua età ascoltare i Queen.
Così, come se niente fosse, si è confidata con me, come se fossi stato un suo amico o un suo vicino di casa. Mi ha trattato come una persona normale, come ho sempre sognato di essere trattato.
È povera, vive in una situazione economica difficile, ma non si da per vinta, e le basta poco per ritrovare il sorriso e continuare a lottare.
Magari è così perché è giovane, e la sua fiducia verso il mondo viene da questo, ma il suo ottimismo è contagioso, e sembra pazzesco dato che è un'estranea per me, ma ha lasciato una bella impressione su di me, contagiandomi. Forse sto esagerando con quella ragazza...sì, molto probabile, ma è una cosa che non riesco a spiegare.
Sì questo è tutto quello che ho potuto apprendere in una sola, piccola conversazione.
Probabilmente molti dopo questo mi considereranno uno stalker, ma non è così.
O meglio, penso che non sia così.
In questi giorni sono andato al supermercato più spesso per incontrarla...e sì, anche se ciò assomiglia molto al comportamento di uno stalker, ho sempre vissuto con la concezione che non si è stalker fino a quando non si segue assiduamente una persona in ogni suo preciso movimento, tenendola sempre sotto osservazione, e non è il mio caso dato che non so dove abita.
Pensavo che la casa dove l'avevo incontrata la prima volta fosse la sua, ma in realtà era quella della sua padrona di casa, decisamente più ricca di lei.
Se avesse sempre vissuto in quella casa l'avrei incontrata prima, dato che passo sempre da anni nella stessa via, alla stessa ora.
Comunque, morale della favola, per giorni e giorni l'ho cercata senza mai trovarla.
Nel bel mezzo della mia passeggiata quotidiana, decido di fermarmi casualmente in una panchina, così, tanto per riposarmi un po' e leggere due righe di giornale.
Ad un certo punto, sento dei movimenti sospetti affianco a me. Alzo di poco lo sguardo, sbirciando con la coda dell'occhio.
Una persona si era seduta vicino a me.
Una ragazza, jeans e felpa logora, scarpe da ginnastica consumate e capelli arruffati.È lei, Dorothy.
Rimaniamo per un po' in silenzio, io faccio finta di leggere il giornale e lei tutta presa dal suo cellulare.
Poi ad un tratto, senza neanche un motivo valido, scoppiamo a ridere all'unisono.
Ci accorgiamo, senza dircelo, che per tutti quei giorni l'uno ha cercato l'altra, e viceversa.- Buongiorno! - esordisce lei, piena di carica.
- Buongiorno... - rispondo io, sorridendole.
- Chi si vede, qual buon vento...che cosa la porta qui, Mr. Deacon? - chiede, ironica, e io abbasso lo sguardo, serrando le labbra.
- Piantala di darmi del lei, che non sono poi così vecchio... - protesto io, e lei ridacchia. - comunque niente di particolare, giornata vuota, tranquilla e rilassante...la mia giornata modello... - continuo, chiudendo il giornale.
- Beh, beato te...anche la mia giornata è vuota, ma non per mia scelta, e sai io non sono un'amante dell'apatia... - risponde lei, affranta. Per un attimo il suo sorriso svanisce, ma poi ricompare sul suo volto.
- Mi dispiace molto...il tuo padrone di casa ti perseguita ancora? - domando, dispiaciuto per la sua situazione, e lo sguardo di Dorothy si riempie d'odio.
- Purtroppo sì...non riesco quasi più ad uscire di casa, a volte esco dalla finestra per non incontrarlo, ormai sono diventata un'esperta di evasioni che nemmeno i carcerati...in compenso anche mia madre ha perso il lavoro per aver rovesciato il caffè sul suo capo. Diciamo che la fortuna non è dalla nostra parte in questo periodo, se continua così, a fine mese ci ritroveremo sotto un ponte. - le sue parole sono dure e taglienti, e lei riesce a parlarne con così tanta semplicità e naturalezza che mi lascia sbalordito.
Rimango silente a riflettere un po', mordendoli il labbro.- Sai...io e Veronica siamo anziani, e abbiamo sempre provveduto noi al mantenimento della casa in perfette condizioni, ma ora una donna delle pulizie non ci dispiace...e tu caschi a pennello. Insomma, è conveniente anche per te, ti pagheremo in proporzione a quello che ti serve per cancellare il tuo debito, noi non abbiamo nessun problema di spese, ti tratteremo bene, non ti nasconderò gioielli preziosi nello zaino...e...beh, naturalmente se vuoi, le mie porte sono sempre aperte - man mano che procedo con il discorso, l'espressione di Dorothy diventa sempre più sbalordita, i suoi occhi sempre più sbarrati e la sua bocca sempre più spalancata.
Vedo felicità nei suoi occhi, sprizza di gioia da tutti i pori, ma qualcosa succede nel suo cervellino, tanto che il suo volto si rabbuia.
- Vorrei tanto...sarebbe una bellissima opportunità, anzi un sogno per me poter lavorare per te....un'occasione unica...ma purtroppo non posso accettare, insomma, non dovevo nemmeno confidarsi così tanto con te, mi sento terribilmente in colpa. Ora ti ho fatto carico dei miei problemi, e tu, a causa della a immensa bontà, ti senti obbligato a fare qualcosa per me...no, mi dispiace ma non posso accettare, ora devo andare, scusa ancora per tutto... - detto questo, Dorothy si alza di controvoglia, e fa per scappare via, ma io la trattengo, tenendola per un braccio.
Mai ho fatto una cosa simile, ma non potevo lasciarla andare via così.- Dorothy...non pensare mai più a una cosa simile, non lo sto facendo perché mi fai pena, ma perché sei una ragazza straordinaria, ti ammiro e ti voglio dare una piccola mano, usufruendone anche io, seppur in piccola parte. Le persone si aiutano tra di loro, e non lo fanno di certo per pena...e comunque provare pena per qualcuno non è una cosa brutta... - terminato il mio discorso, il suo viso è più disteso, e meno teso.
- allora, accetti? - le chiedo io, dopo un po'.
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Mr. Deacon and me \\ John Deacon
FanfictionPossono le vite del bassista storico dei Queen e di una ragazza al verde scontrarsi, intrecciarsi e legarsi indissolubilmente l'una all'altra?