Ehilà! Ciao a tutti, per tutti questi capitoli sono sempre stata silente, strano perche di solito rompo le balle a li capitolo ahahah! Comunque me ne sono accorta solo ora e quindi colgo l'occasione per ringraziarvi delle letture e delle stelline che state lasciando, mi fa molto piacere e mi regalate un sorriso ad ogni notifica, quindi volevo dirvi semplicemente grazie! Cento letture non sono tante lo so benissimo, ma per me è un grande traguardo che non mi sarei mai aspettata di raggiungere❤
Sì lo so ho detto cose banalissime ma fa lo stesso ahahah e ora vi lascio, buona lettura!John's POV:
Pensavo che questa fosse una giornata come tutte le altre, normale e ordinaria, come piace a me.
E invece questa ragazzina mi ha di nuovo scombussolato tutto.
In questo preciso istante sono in sella al suo motorino, indossando il suo casco... e domandandomi per quale stupida ragione ho accettato di andare a fare shopping con lei.
Mi toccherà venir trascinato di qua e di la in negozi di abbigliamento per ragazze, costretto a fare il palo in camerino e pagare tutto.
Vabbe, dato che non ho niente da dire chiudo qui il breve discorso, vi faccio sapere se ci sono aggiornamenti.E infatti è proprio quello che è successo.
Sul fatto di pagare litigavamo ogni volta, facendo a gara tra chi per primo raggiungeva la cassa o esibiva la carta, e ovviamente vincevo sempre io.
Ritengo sia una cosa obbligatoria, l'uomo deve pagare, punto e basta.Miracolosamente, Dorothy ascolta penso per la prima volta al mondo le mie lamentele e ci sediamo su una panchina, io stanco morto e lei bella pimpante, impaziente di continuare a girare.
All'improvviso però, il suo sguardo cambia, da felice e spensierato si fa perplesso, e io lo noto subito.- Che cosa c'è? - chiedo, attirando la sua attenzione.
- Oh, ehm...beh...insomma...in pratica... - balbetta, per poi serrare le labbra e prendersi il tempo di riformulare nella sua testa una frase di senso compiuto.
- Abbiamo fatto talmente tanti giri in lungo e in largo che non ricordo più la strada per tornare...dal mio motorino...tu ricordi dove l'avevo parcheggiato? - a quelle parole, non posso trattenermi da mettermi le mani nei capelli...o meglio, quelli che mi rimangono.
- Starai scherzando, spero? - chiedo, esasperato, e lei scuote la testa, rassegnata.
- OK...d'accordo. Dico a Veronica di venirci a prendere. Lavora qui nei paraggi, quindi è un attimo per lei arrivare- sentenzio deciso io, trafficando nella mia giacca nella speranza di trovare quell'aggeggio infernale chiamato telefono.
- Oh, no, no, no, no, no, no... - ripete contrariata Dorothy, scuotendo la testa.
- Scusa tu vorresti far scomodare tua moglie, farle prendere la macchina e in un certo senso obbligarla a venirci a prendere per cosa esattamente? Non è più facile trovare un'altra soluzione? - argomenta lei, in tomo fermo.
È incredibile quanto io e questa ragazzina ci siamo avvicinati in così poco tempo.
E sapere che è partito tutto da me, io che sono così diffidente e schivo nei confronti delle altre persone.
Parliamo in un modo così informale...come due amici che si incontrano al bar...anche se in realtà non abbiamo mai parlato con distacco, in modo freddo e ingessato.- Hai una soluzione migliore? - chiedo io, beffardo, e lei si stringe nelle spalle.
- Possiamo chiedere a qualcuno! - esclama lei spontanea, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Che cosa? Ma sei impazzita? Non si da confidenza agli scono... - urlo io, meravigliato di sua cotanta ingenuità, ma non faccio in tempo a finire la frase che lei mi ha già trascinato ribattendo
- Su, forza! Vecchio brontolone! - enfatizzando le parole per incoraggiarmi.
Dopo non molta selezione, ferma una signora che si dimostra carina e preparata, indicandoci con gentilezza tutto quello che dovevamo fare.
Dopo averla ringraziata, Dorothy mi lancia un'occhiata trionfante.- Visto che le persone non ti mangiano? Abbi solo un po' più fiducia verso il prossimo! - mi sprona lei, prendendomi a braccetto e imboccando la strada suggeritaci dalla signora sconosciuta.
Nel cammino, la ragazza si ferma davanti a un senzatetto infreddolito, ripiegato su se stesso e accompagnato da un bellissimo cane.
Rimane un po' lì a guardarlo poi si china e quasi non le viene un colpo.
Dorothy si volta guardarmi, ma il mio volto è più stupito del suo.
È una ragazza, molto probabilmente dell'età di Dorothy.
Così, quest'ultima non ci pensa due volte ed entra nel bar più vicino, uscendo dopo poco con un toast e un succo di frutta.
La giovane senzatetto, a quel gesto, le regala a sua volta una catenina, dicendole che era di sua madre ed è l'unica cosa di grande valore che ha mai posseduto.In effetti, questa ragazzina di nome Dorothy ha proprio ragione.
A volte uno sconosciuto può arricchirti di un qualcosa, non necessariamente di un valore materiale, basta anche un sorriso, un momento, un istante unico e diverso dal normale.
STAI LEGGENDO
Mr. Deacon and me \\ John Deacon
FanfictionPossono le vite del bassista storico dei Queen e di una ragazza al verde scontrarsi, intrecciarsi e legarsi indissolubilmente l'una all'altra?