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ATTENZIONEE!

Ciao a tutti, vorrei chiedervi una cosa su cui rifletto da un po' di tempo. Ma se facessi una storia hardzello, qualcuno la leggerebbe?
Please rispondete❤❤vi ringrazio in anticipo
Colgo anche l'occasione per ringraziarvi delle letture e delle stelline, mi fate sempre più felice! Mi dispiace solo che questa storia stia giungendo al termine, mi è piaciuto molto scriverla, ma in compenso ho in programma di scriverne un sacco

Dorothy's POV:

Apro lentamente gli occhi, per poi richiuderli subito dopo, accecata dalla luce forte del lampadario.

- ...questo è l'unico momento in cui stai zitta - riesco a sentire queste parole, provenienti da una voce bassa e ovattata.

- il mio carattere così schivo e riservato mi ha portato ad allontanarmi dagli altri...a diffidare delle altre persone...ma tu sei un'eccezione... - continua la voce misteriosa, e io mi giro e rigiro sul letto, senza darci troppo peso.

- con te mi sono aperto, il mio carattere è cambiato, ho più amici, ne ho ritrovati molti, e sì...vivo meglio. La cosa che mi duole è averti trattata così, tu, che hai fatto così tanto per me - la voce continua a martellarmi. Prima pensavo di essere in un sogno, ma ora, capisco che chi mi parla, è una persona vera e so esattamente a chi appartiene quella voce.

- ...ma non si può tornare indietro, quel che è fatto è fatto...spero solo che tu riesca a perdonarmi per il mio comportamento - sentendo quelle parole, stringo la mano che quella persona mi stava tenendo, per poi alzarmi, mettendomi a sedere sul letto.
John è seduto al mio capezzale, e ha una faccia sconvolta, ma non quanto la mia.

- J-john? - balbetto, sorpresa.

- D-dorothy? - balbetta, sorpreso.

- Che...ci fai qui? - chiedo io, frastornata.

- Beh..io...oh, lascia stare. Hai ragione, devo andarmene - detto questo, John si alza, e fa per uscire dalla porta.

- No! - esclamo io, fermandolo. Probabilmente ho urlato troppo forte, a giudicare l'espressione di John.

- Io...non voglio che tu vada. E...non hai niente di cui scusarti, io non devo perdonarti nulla. Avevi ragione, avevi ragione su Robert e su tutto il resto, io sono stata una stupida a non ascoltarti, e mi dispiace. Spero che tu possa perdonarmi per il mio comportamento. - alle mie parole, confuse e disordinate, John rimane stupito, per poi sorridere, scoppiando in pochi attimi in una risata fragorosa.

- Wow...questa non me l'aspettavo. Dorothy Stevens che si scusa ammettendo di avere torto...ma che giornata è questa? - a quel punto, ci guardiamo, ridendo di gioia insieme, ma quel momento non dura molto, perché ritorniamo entrambi seri.

- Devi...stare tranquilla...insomma... nessuno dei due si deve scusare. Abbiamo semplicemente due caratteri diversi. Due vite diverse... - conviene John con lo sguardo basso.

- Beh...tu...sei stato il padre che non ho mai avuto, ma non sei mio padre...è vero, siamo così diversi. È già un miracolo il fatto che ci siamo incontrati. Solo il modo in cui mi rivolgo a te è surreale. Ti devo ringraziare, grazie per tutto quello che mi hai dato, e grazie per essere rimasto sempre così umile, nonostante tutto. Poche persone riescono ad esserlo, tutti dovrebbero imparare da te per questo. Non sei un anziano scorbutico di cui ne è pieno il mondo, sei unico, insostituibile - al termine del mio lungo discorso, noto che il volto di John si è illuminato di un sorriso.

- Grazie per le tue parole, Dorothy - si limita a dire poi.

- Beh, suppongo che questo è un addio... - insinuo io, e John serra le labbra.

- A quanto pare... - mormora, per poi voltarsi e recarsi silenziosamente fuori dalla porta.

In quell'istante, mi mordo il labbro, per poi correre veloce verso di lui e saltargli addosso, abbracciandolo.

Mr. Deacon and me \\ John DeaconDove le storie prendono vita. Scoprilo ora