Esplorazione

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«Come sta il mio paziente preferito, oggi?» chiesi, facendo il mio teatrale ingresso in infermeria.
«Vuoi dire il tuo unico paziente» mi corresse l'uomo, comodamente sdraiato sul letto.
Mi limitai a sogghignare e a scostare delicatamente le coperte.
«Il bendaggio sembra a posto. La ferita ti fa male?»
«Non più. Sono passati dieci giorni, ormai».
«Ottimo. Hai visto che eri in mani capaci?»
«Per quanto hai intenzione di rinfacciarmelo ancora?» mi domandò Ryu, con un sorriso sulle labbra.
«Fino al tuo ultimo respiro, di cui non sono stata la responsabile» gli feci l'occhiolino «Anche perché, lasciamelo dire, sono ben undici giorni che andiamo avanti a pasta in bianco insipida e insalata».
«Sì, ne sono stato informato. Conto al più presto di tornare ai fornelli» annunciò, deciso e fremente.
«Vacci piano, grande chef» gli poggiai una mano sulla spalla, quasi a dirgli di non agitarsi «Prima devi riprenderti. Noi possiamo sopportare le pseudo pietanze che ci propina Bepo ancora per un po'».
Dopo l'intervento del cuoco le cose sembravano essere in discesa per me, cibo a parte. Il Visone era una bravissima persona e un ottimo addestratore, ma quando si trattava di culinaria sarebbe stato meglio se avesse ceduto il mestolo a qualcun altro. Quando riemergeva tra i vapori della cucina ed annunciava che era pronto, tutti tremavamo un po'. Persino lo sguardo del capitano, che di solito era indifferente a tutto, vacillava leggermente a quelle parole. I pirati Heart, famosi in tutto il mondo per la loro spietatezza, avevano paura dei pasti cucinati dal loro navigatore. Era paradossale, e a molti avrebbe fatto ridere, ma era così. Tutti mi erano estremamente grati per aver salvato il cuoco, e non vedevamo l'ora che tornasse. Non aspettavamo altro, immaginandoci con la bava alla bocca quali deliziosi piatti ci avrebbe preparato una volta riappropriatosi della sua amata cucina. Ad ogni modo, era bello vedere gratitudine negli occhi dei miei compagni. Era come se con quell'intervento fossi diventata ufficialmente parte integrante della ciurma. Avevo salvato uno di loro e in cambio avevo ottenuto il rispetto e la fiducia di tutti. "Essere chirurghi non è solo affettare e tagliuzzare persone" mi aveva detto Law, e aveva ragione. Ma la gratitudine delle persone, dei pazienti e dei loro cari, l'ammirazione che hanno per te, è una sensazione che non si può capire a meno che non la si abbia vissuta. E io l'avevo vissuta eccome. A soli diciannove anni avevo operato di appendicite un uomo. Quante persone potevano dire di averlo fatto?

***

Me ne stavo tranquillamente seduta sul mio letto, a gambe incrociate, a leggere un libro che mi aveva consigliato e prestato Penguin. Parlava di un avventuriero che aveva fatto il giro del mondo e aveva visitato posti variegati e meravigliosi. Era un bel romanzo. Chissà perché, mi venne in mente Sabo. Quando ero più piccola avevo il suo stesso sogno. Ora lo stavo coronando, o almeno ci stavo provando, visto che praticamente non mi era concesso di uscire dal sottomarino. In quell'anno e mezzo mi ero persa tante isole da visitare e tanti posti da vedere. Proprio mentre riflettevo su questo, qualcuno bussò alla porta. Chiusi il libro, premurandomi di mettere il segnalibro alla pagina giusta, e andai ad aprire.
«Capitano. A cosa devo la tua visita?»
«Sono cento berry. Fanne buon uso» mi consegnò un sacchetto con delle monete. Lo fissai interrogativa. Non capivo.
«Che ci devo fare?»
«Tra mezz'ora riemergeremo. Ci fermeremo un paio di giorni sull'isola Nyusu per fare rifornimento».
D'improvviso, la mia espressione cambiò. Passai dallo stupore alla gioia in meno di un secondo.
«Davvero posso venire anche io?» chiesi, timorosa di aver capito fischi per fiaschi.
«Fatti trovare sul ponte tra venti minuti» disse, prima di andarsene.
Non potevo crederci. Ero contentissima. Finalmente avrei visto uno scorcio di mondo. Finalmente avrei sperimentato cosa significava davvero essere un pirata. Avevo tante aspettative, ma allo stesso tempo non sapevo cosa aspettarmi. Avremmo esplorato l'isola? Avremmo fatto shopping? Avremmo curato i malati? O ci saremmo semplicemente goduti la permanenza lì? Ci saremmo fermati in una locanda a fare festa, come facevano il resto dei pirati? Saremmo rimasti in un luogo appartato? Avremmo dormito in un albergo? Oppure avremmo dormito sotto le stelle? Forse era meglio chiedersi se avremmo dormito. Se io avrei dormito, eccitata com'ero. Poi, mentre girovagavo e saltellavo allegramente per tutta la stanza, mi ricordai che forse sarebbe stato il caso di preparare una borsa con quello che mi sarebbe servito sulla terraferma, e magari anche di cambiarmi d'abito.

Lost girl - ONE PIECEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora