CAPITOLO UNO

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Alex

La sveglia cominciò a trillare risvegliandomi dal mio profondissimo sonno, con un gesto brusco la rovesciai, girandomi dall'altra parte.
Era stata veramente una pessima idea rimanere sveglia fino a tardi a guardare Friends con Cassidy, sapendo che quella mattina avrei dovuto svegliarmi alle cinque.
Sbuffando mi levai le coperte di dosso, prendendo la mia divisa dalla sedia su cui l'avevo appoggiata il giorno prima.
Cercai di non fare rumore per non svegliare le altre, ma nel corridoio mi incrociai con Chris, il fidanzato di Steffy, che girava tranquillamente a torso nudo.

- Stavo andando al bagno – si scusò – non pensavo ci fosse qualcuno sveglio. -

Sorrisi. - Tranquillo, Chris, sono abituata a vedere uomini che girano a torso nudo per casa mia. -

Dall'inizio del college condividevo un attico con la mia migliore amica di sempre, Cassidy, e con il tempo avevamo trovato anche un'altra coinquilina: Steffy.
Steffy e Chris stavamo insieme da quasi un anno e negli ultimi mesi si aggirava spesso a casa nostra.
Ma anche prima di allora, spesso capitava che una delle tre portasse a casa qualche ragazzo, soprattutto perché l'approvazione delle altre era importante.

Quando avevo deciso di trasferirmi lì, sapevo che sarebbe stata una sistemazione temporanea, né io né Cassidy avevamo intenzione di vivere al campus, così ci eravamo trovate quel posticino e avevamo iniziato a fare dei lavoretti per pagarci l'affitto.
Ora, però, ero laureata da un anno e mi ritrovavo ancora lì e a fare lo stesso lavoro di quattro anni prima.

Non mi dispiaceva lavorare da Frankie's, una tavola calda a pochi isolati dal mio appartamento, ero affezionata a tutte le persone che lavoravano con me, ma desideravo qualcosa di più.
Stavo facendo dei corsi per poter insegnare inglese alle scuole elementari, ma sapevo che la strada era ancora lunga.
Quando sembravo scoraggiarmi per quanto fosse dura, cercavo di pensare alle parole dei miei genitori, che mi avevano sempre spronato a lottare per i propri sogni.

Mi lavai i denti e corsi a lavoro senza fare colazione, avrei bevuto un caffè appena arrivata.
Sul posto trovai Gonzalo, il cuoco, intento a togliere la saracinesca, e Patty, l'altra cameriera, che fumava una sigaretta.

Gonzalo e Patty lavoravano lì da circa vent'anni ciascuno, avevano visto quel posto nascere e ne parlavano come se fosse una seconda casa, quando ero stata assunta mi avevano trattata da subito come una figlia, trasmettendomi il loro amore per quel posto.
Sarebbe stata dura lasciarli, un giorno, ma sapevo, e speravo, che sarebbe successo prima o poi.

Entrai, accendendo tutte le luci e mettendomi il grembiule, da lì a poco si sarebbe riempito di operai che iniziavano il primo turno e sapevo che uno dei primi clienti sarebbe stato Jake.
Il pensiero di vederlo di prima mattina migliorava la prospettiva della mia giornata, era sempre in grado di mettermi di buon umore.

Preparai il suo caffè preferito e quando lo vidi entrare gli rivolsi un largo sorriso.
Era ancora mezzo addormentato e si sedette al bancone facendo un lungo sbadiglio.
Lo osservai cercando di non ridere; un ciuffo di capelli sembrava non volersene stare al suo posto e se ne stava sparato in aria, facendolo risultare ancora più bizzarro di quello che già appariva, con quella camicia mezza stropicciata e le occhiaie.

- Spiegami perché devo alzarmi prima che il sole sorga, dovrebbe essere illegale – esordì.

- Perché un giorno sarai un grande medico e potrai permetterti di portarmi in giro per il mondo. -

Jake studiava medicina e anche se la sua strada per diventare chirurgo era ancora lunga nell'ultimo anno aveva iniziato a fare dei turni in ospedale, i primi mesi erano stati duri per lui perché non veniva pagato, ma poi avevano deciso di tenerlo con un compenso.

About a kiss.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora