Jake
Mi guardai in giro, mentre aspettavo pazientemente in fila per prendere un taxi. C'era gente veramente ansiosa, che non vedeva l'ora di trovare un taxi tutto per sé e raggiungere la propria destinazione.
Io no, io non ne avevo voglia.
Los Angeles mi era mancata ogni singolo giorno, ma non sapevo bene cosa ci fosse ad aspettarmi al mio rientro.
Vedevo quel ritorno a casa un po' come un fallimento, anche se sapevo che non era del tutto così.
Dovevo ricordarmi in ogni istante di essere stato coraggioso, per riuscire a vedere tutto quello che era successo in modo diverso.Riuscii finalmente ad appropriarmi di un taxi e annunciai all'autista l'indirizzo del mio vecchio appartamento.
Nell'ultimo anno avevo avuto il lavoro dei miei sogni, avevo imparato così tanto che quei turni interminabili in pronto soccorso mi sembravano lontani anni luce. Avevo contribuito a salvare delle vite, avevo visto alcuni dei migliori chirurgi dello stato lavorare a stretto contatto con me, mi si erano aperte talmente tante porte che finalmente mi sembrava di avere il mio sogno a portata di mano.
Ma mentre per il mio lavoro si creavano tantissime prospettive, il resto della mia vita andava a picco.Appena arrivato in città mi ero trovato un piccolo appartamento che condividevo con altri quattro ragazzi, ma proprio non mi trovavo e così Emily mi aveva proposto di andare a vivere nella depandance dei suoi genitori, proprio accanto a casa sua.
Già dall'inizio mi sembrò di essere entrato in quella famiglia come un'intruso, i suoi genitori credevano che fossi il fidanzato ideale per la figlia e poco passò prima che le cose tra noi diventassero più o meno serie.
Lei passava più tempo con me nella depandance che da loro, e in poco tempo tutte le sue cose si erano magicamente materializzate lì.
Non era sempre stato un male, c'erano stati giorni in cui andavo veramente d'accordo con Emily, e lei rendeva la mia permanenza molto meno dura, era diventata il mio appiglio in quella città del tutto sconosciuta e spesso le parlavo delle mie insicurezze riguardo le mie capacità come medico.Sospirai, appoggiandomi allo schienale del mio sedile.
Lei ce l'aveva messa tutta, davvero.
Era stata la fidanzata perfetta per un anno, non mi aveva mai fatto mancare un'attenzione, ma c'era sempre stato quel punto più profondo di me che non era riuscita a toccare.
Non era mai riuscita a toccarlo perché in quel punto c'era stampato il nome di Alex a caratteri cubitali, persino in quella città dove nulla poteva ricordarmene, ogni cosa sapeva di lei.
A volte mi mancava talmente tanto che mi ritrovavo a cercarla nei posti più improbabili: all'incrocio mentre svoltavo l'angolo, tra i binari della metro, nel bar in fondo alla strada.
Speravo che, all'improvviso, lei si materializzasse lì e rimettesse insieme tutti i miei pezzi.
Tante volte avevo pensato di mollare tutto e ritornare da lei, proclamandole per l'ennesima volta il mio amore.
Ma se mi avesse rifiutato un'altra volta?
In fondo, mi aveva fatto partire senza indugi.Il mio cuore sapeva che era stato il lato più caritatevole di lei a farmi prendere quell'aereo, perché i suoi occhi sembravano supplicarmi di non lasciarla. Ma entrambi sapevamo che era giusto che io inseguissi i miei sogni.
Quello di cui non avevo tenuto conto era che i miei sogni non avevano forma senza di lei.
Ogni successo conseguito nell'ultimo anno era stato incompleto, perché non avevo potuto condividerlo con lei.Non avevo mai parlato di Alex ad Emily, ma lei aveva intuito qualcosa.
Di notte faticavo sempre a prendere sonno e tendevo a fare lunghissime passeggiate a Central Park fino all'alba. Quando tornavo lei non faceva domande, ma aveva sempre sospettato qualcosa.
Un giorno crollò, accusandomi di non permetterle di avvicinarsi a me, di non permetterle di lasciarmi amare.
Davanti alle sue grida e alle sue accuse non avevo potuto fare nulla, perché sapevo che aveva ragione.
Mi ero scusato un sacco di volte e avevamo deciso di separare le nostre strade, così mi ero trovato un appartamento tutto per me e avevo continuato con la mia vita.
Ma senza Emily che mi tenesse legato a quel posto, non aveva più senso stare lì, così quando si era presentata l'occasione di ricoprire lo stesso ruolo nel ospedale di Los Angeles avevo colto la palla al balzo e la mia domanda era stata accettata.
STAI LEGGENDO
About a kiss.
ChickLitCONCLUSA | Alexandra e Jacob sono migliori amici da quasi dieci anni, insieme hanno affrontato quella che è la tormentata età adolescenziale e ora si ritrovano ad essere dei giovani adulti che cercano di costruirsi il loro futuro. Ma può uno stupido...