CAPITOLO CINQUE

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Alex


Nei giorni successivi Kevin riempì le mie giornate, cercavo di dividermi tra lui, il lavoro e lo studio, e non mi rimaneva praticamente un momento libero.
Vedevo meno persino Jake e la cosa mi dispiaceva, gli telefonavo appena riuscivo per raccontargli tutte le mie novità, ma avrei tanto voluto passare una serata da sola con lui.
Sebbene Kevin potesse essere classificato come il ragazzo perfetto, non potevo dirgli tutte le cose che solitamente dicevo al mio amico.
C'erano quelle cose che, ero sicura, non avrebbe capito, cose che forse avrebbe imparato col tempo ma che al momento non volevo condividere con lui.
Stare in sua compagnia era piacevole, più passavo il tempo con lui e mi più mi rendevo conto che, dietro a quel corpo che mi aveva abbagliata dall'inizio, c'era un ragazzo intelligente e profondo.
Sebbene la sua più grande passione fosse l'architettura e ne avesse fatto, dopo anni di studio, finalmente il suo lavoro, condividevamo la grande passione per la letteratura e ci perdevamo in lunghissime conversazioni sui libri che avevamo letto.
Dopo il bacio che ci eravamo scambiati la sera dell'appuntamento a quattro, però, non era più successo nulla tra di noi, sebbene capitasse che il suo sguardo si posasse più a lungo del dovuto su di me e viceversa, nessuno aveva più fatto un passo avanti.
Quindi ero particolarmente confusa su ciò che realmente ci fosse tra di noi, sapevo solo che stavo veramente bene in sua compagnia.

Quella sera decisi di portarlo nel mio ristorante messicano preferito, la mia guida per la città non era ancora finita e mi piaceva portarlo in tutti i miei posti preferiti.

- Tu non ingrassi mai? - mi chiese curioso, vedendomi mangiare un'abbondante quantità di tacos.

- Vado a correre ogni mattina – risposi poco convincente, per poi scoppiare a ridere – no, non è vero. Forse sono fortunata, non lo so. -

- Pensavo di iniziare a prendere lezioni di surf, magari potresti venire con me. -

Riflettei. - Magari appena avrò dato tutti gli esami, sono un po' in ritardo sulla tabella di marcia.

- Vorresti insegnare, giusto? -

La prima volta che gli avevo parlato delle mie aspirazioni per il futuro ero rimasta sul vago e lui era stato carino abbastanza da non farmi domande, capendo che non volevo approfondire l'argomento.
Era una cosa che mi capitava spesso, in realtà, quando mi chiedevano cosa avrei voluto fare nella vita.
Quando da piccola mi chiedevano: "cosa vuoi fare da grande?" non esitavo a rispondere: "la maestra!" (ovviamente dopo aver superato la fase: "voglio fare l'attrice"). Ma, una volta cresciuta e aver visto quanto fosse dura la strada per raggiungere quel traguardo, mi aveva intimorito sempre di più esporre i miei piani per il futuro. E se poi non li avessi portati a termine?
Quindi preferivo parlarne il meno possibile e crearmi la mia strada pian piano.

Ma negli ultimi giorni avevo legato molto con Kevin, quindi decisi di lasciarmi andare giusto un po'.
- Sì, alle scuole elementari. Ma anche dopo aver terminato gli esami penso che sarà comunque dura trovare un lavoro fisso, dovrò accontentarmi di coprire supplenze per chissà quanto. -

- Beh, mi sembri una persona abbastanza tenace quindi sono sicuro che ce la farai, e poi mi sembra di capire che il tuo lavoro attuale non ti dispiaccia. -

- No, anzi.. Certo, non voglio farlo per tutta la vita ma mi trovo bene.

Mi prese la mano, sorprendendomi e facendomi scivolare dall'altra mano la forchetta, che andò a sbattere rumorosamente contro il piatto. Notai una lieve risata uscire dalla sua bocca, poi il suo pollice cominciò ad accarezzarmi le nocche.

Dovevo ammetterlo, sebbene uscissimo insieme da poco tempo, mi trattava come una principessa.

A volte la cosa mi spaventava, non sapevo ancora bene cosa volessi da lui, o se fossi pronta per qualcosa di serio, ma finché lui non affrontava l'argomento avevo deciso di lasciare le cose come stavano.

About a kiss.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora