Capitolo 7

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La pioggia inizia ad abbattersi e a inzupparci, carico papà sulle spalle e mi dirigo al cottage. Spero vivamente che mia madre non rimanga delusa da me, dopo avermi raccontato la loro storia d'amore; ho rovinato il loro "per sempre".
«Nessie, che succede?» la voce di Jacob mi sorprende.
«Ho combinato un casino!» ammetto.
Lui piega la testa di lato in attesa di spiegazioni.
«Perché l'hai morso? Era meglio se mordevi la bionda, è tutta la notte che cerco di fare il diplomatico.»
«Jacob, non è il momento di scherzare.»
«Non sto scherzando!»
«Ho dovuto farlo.»
Jacob mi prende la mano e un brivido mi percorre fino ad arrivare al centro del mio cuore creando una sensazione di calore, cancellando il freddo provocato della pioggia.
Fisso i suoi occhi scuri che mi scrutano cercando risposte; ho bloccato il mio dono.
«Non mi dirai nulla, vero?»
Scuoto la testa e procedo il mio cammino.
«Mi è permesso almeno accompagnarti?»
Con un cenno del capo lo invito accanto a me e mentre camminiamo inizio a sentire una certa stanchezza alle gambe. Non credo di ricordami di aver provato mai questa sensazione e realizzo che dopo aver morso zia Alice ho iniziato a provare malesseri, potrei chiedere al nonno, ma non so se vorrà visitarmi visto che gli sto portando un altro membro della famiglia in trasformazione.
«Ehi lumaca, va tutto bene?» chiede Jacob vedendomi immersa nei pensieri. Sistemo mio padre sul terreno sotto un grosso abete e io mi siedo accanto appoggiandomi a un vecchio tronco cercando di recuperare le forze.
«Nessie, per favore rispondimi.»
«C'è qualcosa che non va in me.» mi metto le mani nei capelli.
Lui scoppia in una risata che echeggia nel bosco facendo scappare piccoli insetti che si erano rintanati nel legno.
Si avvicina al mio viso scrutandomi negli occhi, è così vicino che posso riflettermi. Le sue dita sfiorano la guancia e il desiderio di baciarlo si accende, il suo profumo è inebriante e il suo calore mi scalda. Tutto svanisce.
«Edward, Edward, Edward!» le urla di mia madre mi fanno sobbalzare facendomi scattare in piedi.
Lei si accuccia vicino a papà esaminandolo. Mi guarda con aria interrogativa e poi visto che rimango immobile, si rivolge a Jacob che scuote la testa.
«Perché?» chiede irritata.
Senza risposte prende papà e scompare dalla mia vista.
A passo più lento la seguo verso il cottage, Jacob rimane in silenzio.
Quando raggiungo lo spiazzo davanti casa, la mia famiglia si para davanti con le braccia conserte al petto. Nessuno si muove e nessuno parla.
Lo sguardo di zia Rose è ancora più ostile e socchiude gli occhi a fessura, se gli sguardi potessero uccidere...
«Tesoro, perché hai morso Edward?» chiede nonna Esme rompendo il silenzio tombale.
Inizio a tremare e Jacob mi cinge il fianco con il braccio.
«Ti proteggo io» mi sussurra così piano che solo io possa sentire.
La paura mi attanaglia lo stomaco e rimango interdetta per un momento perché non posso credere che la mia famiglia mi possa in qualche modo farmi del male. In fondo non ho ucciso nessuno.
Vedo il sorriso compassionevole di nonna Esme e rimango senza parole.
«Come facciamo senza due elementi a combattere i Volturi?» chiede zio Emmet e non capisco che intende dire.
«Ce la caveremo Emmet, come sempre se rimaniamo uniti. Ora inizia a fare tardi e Renesmee deve andare a scuola. Jacob ti dispiace accompagnarla?»
Mia madre è rimasta indietro sullo stupide della porta e mi guarda senza dire parola con le mani chiuse a pugno, sto per dirle qualcosa, ma vengo trascinata fino a casa di Charlie. La parola Volturi mi turbina nella mente e l'immagini del nostro ultimo incontro sono ancora vivide.
«Jacob.» riesco a bisbigliare una volta dentro alla Volvo, dopo essermi cambiata e salutato nonno e Sue.
«Non ti preoccupare di quella feccia italiana, il branco può occuparsi di loro.»
«Quando?»
«Alice ha detto una settimana.»
«Perché?»
«Non lo so e non m'importa.»
«Zia Alice si è svegliata?»
«Stanotte, solo il tempo di dire che ha avuto una visione sui Volturi, poi ha bevuto un brodo e si è riaddormentata dicendo che le scoppiava la testa.»
«Non posso andare a scuola.»
«Devi andare.»
«Ti prego, portami con te in posto dove possiamo stare soli.» sfodero uno sguardo da cucciola e sbatto le palpebre con le mani congiunte sotto il mento.
«Sai che non posso dirti di no.» lui rimane a bocca aperta continuando a guardarmi le labbra.
Io mi passo la lingua sul labbro superiore e gli sfioro il braccio.
Il suono del clacson ci riporta al presente e Jacob distratto stava per saltare lo stop.
«Guarda che mi fai fare.» borbotta.
In colpa per aver rischiato un incidente decido di stare buona, ma ho un disperato bisogno di lui. Non abbiamo ancora chiarito la situazione e dobbiamo pianificare la strategia da usare con i Volturi. Aro non potrà leggermi i pensieri e dubito fortemente che vorrà toccare un lupo. Dovrei avvisare anche Liz Masen, non penso che oggi si presenti a scuola.
La Volvo svolta in una strada che non conosco e sorrido mentre Jacob sogghigna.
La via si fa sterrata ed è quasi nascosta dagli alberi e dalla vegetazione selvaggia.
L'odore salmastro mi dice che siamo vicini al mare.
«Dove siamo?» credevo di conoscere tutta la riserva dei Quieliute, ma invece c'è qualche parte ancora sconosciuta.
La Volvo si ferma proprio davanti a una malandata rimessa. La vernice rossa è mezza crostata e Jacob apre una porta in legno difficile da aprire, ci mette tutto il suo peso per scostarla.
Quando entriamo, la luce fioca che entra dall'apertura su un piccolo molo illumina resti da piccole imbarcazioni e attrezzature da pesca. L'ultima barca però è la più ben messa e Jacob si ferma proprio davanti.
La scritta "Nessie" in oro spicca sulla carenatura bianca.
«Ti presento Nessie, la nostra barca!»
Jacob mi prende per mano e la sorpresa mi lascia senza parole.
«Era un vecchio peschereccio della mia famiglia, lo sto rimettendo a nuovo per noi due. Insomma, avevo in mente di proporti un viaggio per mare per le prossime vacanze.» spiega.
Ora capisco perché ultimamente era sempre impegnato e non immaginavo questo regalo. Per fare qualcosa del genere vuol dire semplicemente che mi ama.
Mi butto tra le sue braccia e le nostre labbra si sfiorano.
«Ti amo Jacob.» sussurro tra un bacio e l'altro.
Il cuore batte all'impazzata e il suo sorriso risplende in questa giornata cupa.

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