Ho lo stomaco chiuso e non riesco a mangiare, mi alzo dalla tavola, dove la famiglia parla dei progetti futuri che in questo momento non voglio ascoltare. La mia testa è ferma su un unico pensiero. Mi metto a lavare i piatti, tanto per tenermi occupata e un bicchiere mi scivola e il vetro mi taglia il palmo della mano. Per la prima volta sento il dolore pungente battere. Per fortuna nessuno fa caso a me. Gli umani non possono sentire l’odore del sangue. Mio padre si avvicina e i suoi occhi verdi m’inchiodano vedendo la ferita. Prende un canovaccio pulito e mi copre la mano.
«Andiamo nello studio.» sussurra.
Lo seguo senza fiatare e senza farci vedere. Appena chiede la porta della stanza, esamina la ferita, prende il disinfettante e un cerotto.
L’odore intenso dell’alcol mi fa venire la nausea. Sono un’umana devo abituarmi anche a questo. Stringo i denti e mio padre pulisce con delicatezza.
«Ho finito.»
«Non posso tornare di là, noteranno il cerotto.»
«Forse è ora di dire la verità. Jacob lo sa?»
Scuoto la testa e mio padre sospira, è bravo a leggere le persone.
«Devi dirglielo.»
«Non posso. È ancora arrabbiato per avergli nascosto i miei piani e quelli di ...» non riesco neanche a finire la frase, ricordando il disprezzo che mi aveva buttato addosso.
«Devi affrontare l’argomento.»
Mia madre apre la porta e ci sorprende parlare.
«Che fate qui?» nota il mio cerotto alla mano. La sua espressione si fa seria, capisce subito che non sono più immortale.
«Nessie, come?»
«Siamo tutti uguali.» le dico fiera, non ci sono più differenze tra noi.
Corruga la fronte, ma viene ad abbracciarmi.
«Inizia a essere tardi, è meglio che ti accompagniamo da Charlie.»
«Perché non posso tornare a vivere qui con voi?» sbuffo.
«Ricordi, per la gente di Forks, sei la figlia del cugino di Capo Swan. Che cosa penseranno se vieni a vivere con i Cullen?»
«Adesso le persone non hanno più paura di questa famiglia.»
«Vediamo come andranno le cose nelle prossime settimane, ok?»
«Va bene, va bene.» abbasso le braccia delusa.
Nascondo la mano sotto la giacca e con un veloce buonanotte a tutti, saliamo sulla Volvo di papà.
Guardo fuori dal finestrino, i miei occhi non sono più in grado di vedere nel buio e la foresta diventa un muro nero. Anche i suoni che prima sentivo non gli percepisco più.
Nahuel è tornato da sua zia con una scusa. Mi ha detto solamente che se avessi bisogno di lui ci sarà. Spero solo che sia felice e che possa trovare la compagna giusta.
Per quanto riguarda Jacob, chissà dov’è finito. Capisco che sia arrabbiato, ma ora non ho tutto il tempo del mondo per aspettare che gli passi. Non risponde alle mie chiamate, né ai messaggi. È venuto solo per parlare con Carlisle delle ronde, ma nemmeno il nonno mi ha dato altre informazioni.
«Posso chiedervi un favore?» domando quando papà ferma l’auto davanti a casa.
«Certo.»
«Non chiamatemi più Nessie.»
Il suo sguardo m’inchioda dallo specchietto retrovisore cercando di capire il motivo.
«Va bene.» concorda.
Salgo in camera, mi butto sul letto esausta e mi addormento con i vestiti addosso.
La sveglia suona troppo presto, adesso ci metto il triplo del tempo a prepararmi per la scuola. Charlie è già sveglio e prepara il caffè in cucina.
«Nonno, dormito bene?»
«Renesmee, buongiorno. Vuoi anche tu un po’ di caffè? Hai certe occhiaie.»
«Si grazie, ultimamente non sto dormendo bene.»
«In questo c’entra qualcosa Jacob?»
«Si, ma vedrai che risolveremo.» almeno spero.
Lo saluto con un bacio sulla guancia e prima di andare a scuola vorrei fermarmi alla vecchia rimessa, forse Jacob si trova lì. Dopo aver sbagliato due volte la strada finalmente mi fermo con l’auto davanti allo stabile. La porta è talmente pesante che non riesco ad aprirla.
«Jacob! Jacob!» urlo. Batto i pugni sul legno, ma non sento nessuna risposta.
Lo sbuffo di due grosse narici dietro di me mi fanno rabbrividire, mi giro piano e vedo un grosso lupo col sabbia.
«Seth, mi hai spaventato!» lui piega la testa di lato, come se fosse ovvio che avrei dovuto sentirlo arrivare.
«Stavo cercando Jacob.»
Lui scuote il muso.
«Digli per favore di chiamarmi appena può. Adesso vado a scuola.»
Guido fino alla scuola con il batticuore e con l’amarezza di non aver chiarito ancora con Jacob.
La mia amica Ashley mi sta aspettando all’ingresso e mi butta le braccia al collo.
«Sono contenta che sei tornata.»
«Cosa mi sono persa a scuola?»
«La professoressa Masen non è ancora rientrata, ma la prof che l’ha sostituisce ci ha riempito di compiti, compiti e compiti. In questa scuola non succede mai niente di interessante.»
Chissà dove sarà finita anche lei, da quella notte non ho sue notizie. Ashley si blocca di colpo e mi fissa negli occhi.
«Che c’è? Mi si è sbavato il mascara?»
«No, sei perfetta a parte le tue occhiaie. Non te le avevo mai viste.» dice incerta.
«So cosa stai pensando e la risposta è sì, ma non dirlo a nessuno, nemmeno a Seth.»
La minaccio puntandole il dito.
«Com’è successo?» chiede.
«Si nota così tanto?»
«No, ma devi imparare a truccarti meglio. Se nascondi le occhiaie, vedrai che nessuno lo noterà. Andiamo in bagno dai.»
Adoro la mia migliore amica, sempre pronta ad aiutarmi e a non giudicare mai.

STAI LEGGENDO
The Full Moon
FanficRenesmee inizia una nuova vita a Forks, dopo che i Cullen hanno deciso di lasciare la cittadina per trasferirsi in Alaska. Vivrà con Charlie e Sue e andrà a scuola nella riserva. Un nuovo incontro sconvolgerà la sua vita e il suo rapporto con Jacob...