Capitolo 13

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«Smettila di mangiarti le unghie!» mi riprende zia Alice.

«Sono preoccupata per Jacob.» mi giustifico.

«Lo so. Guarda che orrore.» lo sguardo si appoggia sulle mie dita tutte rosicchiate.

«Vivrò ugualmente.» mi alzo dal divano e decido che è meglio tornare da Charlie.

«Charlie è rimasto nella riserva con Sue, Leah e Seth.» mi comunica zia Alice.

«Come fai a saperlo?»

«Lo so e basta.» sogghigna col suo amabile sorriso.

«Vado ugualmente, domani c’è scuola e devo studiare.»

La saluto con un abbraccio, mentre esco di casa mia madre mi ferma, non prima di inciampare sullo scalino e la prendo al volo.

«Scusa, ti ho fatto male?» dice arrossendo.

«No, mamma. Stai bene?»

«Si, sono un po’ goffa.» me lo immaginavo, quante volte ho sentito zio Emmet e papà mentre ricordavano i suoi capitomboli.

«Torno a casa, ci vediamo domani.»

«Aspetta, volevo parlare con te.»

«Mamma, sono stanca.»

«Allora ti accompagno da Charlie.»

«Va bene, va bene.»

Poco dopo la curva, mia mamma frena bruscamente e finisco con la faccia sul cruscotto nonostante la cintura.

Alzo la testa dolorante e vedo il motivo della frenata. Una donna nuda tutta sporca distesa in mezzo alla strada. Io e mia madre ci scambiano un’ occhiata. 

Scendiamo dall’auto e ci avviciniamo piano, ho un brutto presentimento e la sposto leggermente. La guardo in viso e capisco subito chi è. La sento respirare. La copro con la mia giacca perché è ghiacciata.

«Chiamo l’ambulanza.» mi avverte mia madre.

«Meglio di no. Chiama Carlisle.» lei lo chiama dopo aver tentennato un po’. Dopo averla caricata in macchina torniamo a casa Cullen e subito chiamo zio Emmet e zio Jasper.

«Che succede?»

«Aiutatemi a portarla dentro.»

Zio Emmet la porta in braccio nello studio. Mio padre si avvicina, ma lo fermo invitandolo ad aspettare. Mentre attendo l’arrivo di nonno Carlisle, la copro con una coperta e aumento il riscaldamento.

«Renesmee, che succede?» mio padre non ce la fa proprio ad attendere fuori.

«Ti posso spiegare papà, ma ti chiedo solo un po’ di pazienza.»

«Edward.» una voce sottile e appena udibile esce dalla bocca di Liz Masen. Cerca di alzare il braccio, ma perde conoscenza nuovamente. Mio padre si avvicina e quando la vede in volto rimane a bocca aperta, non si scompone nemmeno l’arrivo di nonno Carlisle. Sono costretta a spingerlo fuori dallo studio e sette paia di occhi sono tutti puntati su di me.

«Andiamo in sala da pranzo, vi devo delle spiegazioni.»

Mio padre è l’unico a rimanere in piedi.

«La donna che avete visto è la mia insegnante di storia ed è anche una figlia della luna.»

«Vuoi dire che è il lupo che ci ha attaccato la scorsa luna piena?» m’interrompe zia Rose.

«Si, è lei. Si chiama Liz Masen.» mentre pronuncio il suo nome guardo mio padre che diventa sempre più bianco.

Tutti sentendo il nome iniziano a bisbigliare fra loro.

«Edward» lo chiama nonno Carlisle: «puoi entrare.»

Lui si muove facendo cadere la sedia che non ha occupato e sbatte la porta.

Gli occhi di Carlisle m’inchiodano al mio posto e sicuramente vorrà delle spiegazioni.

«Come sta?» gli chiedo.

«E’ solo disidratata. Si riprenderà. Ogni volta che penso di aver visto tutto, c’è sempre qualcosa che riesce a sorprendermi. Cara nipote, raccontami tutto. So benissimo chi è quella donna, ma non capisco perché è umana.»

«Come ho detto agli altri, è la mia prof di storia. Il primo giorno che ci siamo viste a scuola, mi ha rivelato di essere mia nonna e voleva vedere suo figlio, ma prima doveva assicurarsi di non fargli del male. Ho scoperto di avere il potere di far tornare i vampiri in umani. Lei mi disse che ero “la bilancia”, potevo portare l’equilibro tra il mondo soprannaturale. Non avevo capito però fino a che punto. Ho pensato che avrei risparmiato un sacco di morti inutili. Irina è morta per colpa mia!»  

«Ho chiamato io Nahuel per farti capire che eri il contrario di lui. Un animo buono e tutti voi avete sempre rispettato la vita umana, ma a quale prezzo? In forma di lupo ho combattuto con l’istinto di uccidervi, ma dovevo comunque attaccarvi, in questo modo Renesmee per salvarvi vi ha morso e io, mordendo lei, ho reso entrambe mortali.» la voce debole di Liz Masen termina la mia spiegazione. Mi alzo per farla sedere al mio posto e indossa sia un vestito blu di mia madre.

«Grazie tesoro.» risponde mentre mio padre l’aiuta ad accomodarsi.

«Bella, è un piacere fare la tua conoscenza. Edward ha preso un tuo vestito, spero non ti dispiace.»

«Nessun problema, anche per me è un piacere conoscerla.»

«Diamoci del tu, per favore, non sono così vecchia.»

«Bene! Non so voi ma io ho una fame da lupi, che ne dite se mangiamo?» dice zio Emmet facendo strappare a tutti un sorriso.

Zia Alice accompagna Liz Masen in camera per trovare dei vestiti della sua taglia.

Mentre mangiano i sandwich preparati da nonna Esme e zia Rose, il mio telefono squilla insistentemente. Rispondo alla quarta chiamata.

«Renesmee, sono preoccupata!»

«Che succede Ashley?»

«Seth è via da ore, non è tornato.»

«Non preoccuparti, sarà per il solito giro di ronda.»

«Questa volta no, ho un brutto presentimento. Ho sentito Quil che lo chiamava avvertendolo che c’erano tracce dei Volturi.»

Il mio telefono cade e il cuore salta un battito prima di pulsare all’impazzata.

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