Capitolo 9

144 11 4
                                    

Il corpo senza vita di un puma giace sotto le mie mani imbrattate di sangue. Il riflesso del mio volto è ancora stampato nella sua iride ambrata e posso vedere quanto sia stravolta. Non so neanche perché l'ho ucciso senza nemmeno aver assaggiato una goccia di sangue. La nausea che avevo prima non mi è ancora passata e l'aria fresca e pulita del bosco non mi sta aiutando, è come se provassi rifiuto verso qualcosa che non riesco a individuare.

«Nessie!» la voce di mia madre è preoccupata e richiama la mia attenzione.

Un leggero fastidio mi pervade dal sentire il mio soprannome, è come quello del mostro di Lochess, certo è questo il motivo: io non voglio essere un mostro, né tantomeno vederlo. Non avevo mai pensato fino a questo momento che forse assistere all'esecuzione di Irina mi abbia colpito più di quanto immaginassi e abbia plasmato alcuni pensieri sui vampiri. Quando incontrai quel nomade la mattina del primo giorno di scuola, non volevo che fosse ucciso e mi arrabbiai con Jacob per averlo fatto. Aver scoperto il mio potere di poter trasformare un vampiro in umano e le parole di mia nonna Liz, che mi ha definito "la bilancia", solo adesso riesco a capire il senso di tutto. Posso far tornare le cose com'erano prima: il mondo senza vampiri, senza licantropi e senza figli della luna, dove possiamo essere noi stessi. Anche per Sam era stato difficile accettare di aver il cromosoma dei Quileute e appena ha avuto la possibilità di rinunciare al suo ruolo l'ha fatto senza remore. Le parole di zia Rose risuonano nella mente, il desiderio di vivere da mortale, crearsi una famiglia, vedere crescere i suoi figli e invecchiare, senza essere costretti a nascondersi da un mondo dal quale non si può più appartenere. Una vita normale.

Prendo la mano di mia madre e le mostro il luogo dove deve portare tutta la famiglia, nella radura a est del sentiero della guardia forestale. La luna piena esaudirà finalmente il sogno di zia Rose.

Con un cenno della testa l'invito a muoversi ancora interdetta dalla mia richiesta.

Lasciata sola mi dirigo a passo lento verso il punto stabilito, prima, però mi lavo le mani al fiume.

«Come ti senti dopo la caccia?» la voce Nahuel mi coglie di sorpresa.

«Perché sei qui?» gli chiedo e qualcosa mi dice che è arrivato il momento di capire perché è venuto a Forks.

«Ero preoccupato per te.»

«Perché? Perché t'interesso tanto?» mi avvicino a lui per vederlo meglio negli occhi.

«Sei importante per me.» dice come se fosse ovvio.

Mi prende il viso tra le sue mani e rimane a fissarmi la bocca per un momento e poi le sue labbra sono sulle mie bramose. Reagisco d'istinto e lo spingo via, ma quel contatto è bastato a farmi riprendere le forze e la nausea è sparita.

«Cosa mi hai fatto?»

«Siamo uguali Renesmee e tu hai bisogno di me quanto io di te.»

«Io amo Jacob.»

«Lo so, ma ami di più me.»

«Sei solo un amico per me.» ho il fiato corto.

«La prima volta che ti ho visto ho desiderato che saremo stati insieme, ho solo aspettato che crescessi.»

«Solo perché non ci sono altre mezzosangue al mondo a parte le tue sorelle non vuol dire che dobbiamo stare insieme.»

«Sono l'unico con cui puoi creare una famiglia. Potrei essere un ottimo padre, come Edward.»

«Cosa?» la conversazione sta prendendo una spiacevole piega.

«Certo è presto per parlarne adesso, ma in un futuro molto vicino possiamo sposarci e avere dei bambini.»

«Stai scherzando vero?»

Ho sempre visto Jacob nel mio futuro e in realtà non ho mai pensato alla mia persona come madre. Lui è lì davanti a me con la sua compostezza che l'ha sempre contraddistinto, con le mani in avanti, ma io faccio un passo indietro.

«Non potrai avere dei figli con Jacob, non capisci che sono perfetto per te?»

Come se il fatto di avere la possibilità di essere madre dovrebbe influenzare di chi innamorarmi, ma è troppo tardi. Qualcosa comunque non mi è chiaro.

«Perché con te dovrebbe essere diverso e non con Jacob?»

«La tua natura non ti permetterebbe di concepire con un umano, solo con un mezzosangue.»

«Come fai a saperlo?» Anche mia madre non credeva di poter avere figli con un vampiro e invece eccomi qua.

«E' stato mio padre biologico, è venuto a cercarmi due mesi fa e mi ha raccontato che vent'anni fa ha creato un altro mezzosangue in Australia e incontrò un vampiro che aveva sedotto un'umana ed è nata una femmina, una mezzosangue come noi. Lei è rimasta orfana perché la madre è morta per il parto e il vampiro si è gettato in un vulcano per il dolore della perdita della sua amata, quindi gli ha cresciuti insieme. Lei è stata fidanzata con un umano per un po', ma poi ha dovuto lasciarlo perché lui stava invecchiando e lei no. Mio padre gli ha convinti a sposarsi e hanno avuto una bambina. Dai suoi studi ha stabilito che le femmine mezzosangue possono concepire solo con i mezzosangue. Purtroppo i Volturi gli hanno uccisi, dopo il nostro incontro di sette anni fa, ma mio padre è riuscito a scappare. È incredibile come lui riesca a cavarsela sempre.»

«Nahuel mi dispiace che non hai avuto un padre come il mio, e sono sicura che puoi essere un ottimo padre, ma non con me. Mi dispiace.»

Chiude gli occhi e abbassa la testa, mi allontano da lui, un po' dispiaciuta, ma non posso ricambiare i suoi sentimenti. La sua immagine scompare in un lampo.

Riprendo il mio cammino lungo il sentiero, ma il rumore di un'auto mi stupisce. Mi nascondo dietro un grosso albero e la jeep di zio Emmet si fa strada sulla stradina sterrata, alla guida c'è mio padre. Esco allo scoperto, lui è costretto a frenare e si ferma a pochi centimetri da me.

«Dove stai andando?» gli chiedo.

«E' snervante essere umano e non capire cosa sta succedendo. Sono diventato inutile per la mia famiglia» dice alzando le braccia al cielo.

«Non è colpa tua.»

«Si, lo è. Dai guido io.»

Mi metto alla guida della Jeep e lui mi guarda con quello sguardo che vuole sapere cosa mi passa per la testa. Gli prendo la mano e gli mostro che ho dato appuntamento alla radura a tutta la famiglia, devo comunicare qualcosa d'importante.

«Perché nella foresta invece che a casa?»

Lo scoprirai tra poco, sono sicura che ti piacerà, penso.

«Andiamo allora, non facciamo aspettare gli altri.»

«Senti papà, ora che sei umano, ti ricordi della tua vita da adolescente?»

Osservo la sua espressione e il suo sorriso sghembo s'illumina.

«Sì, credevo di aver perso quei ricordi e invece sono riaffiorati, mentre i ricordi da vampiro sono offuscati, e questo mi dispiace perché non vorrei scordarmi del mio matrimonio, della luna di miele e la tua nascita.»

Gli afferro la mano e gli mostro solo la parte che conosco.

«Grazie.» sussurra e credo che si sia commosso.

Arrivati alla radura, lascio la Jeep davanti alla mia famiglia, con i fari accesi per permettere a mio padre di vedere qualcosa, ormai il buio sta oscurando la foresta. Quando vedono mio padre si scambiato delle occhiate preoccupate, ma dietro al braccio di zio Jasper noto zia Alice.

«Edward, ti avevo chiesto di stare a casa.» dice mia madre.

«Mamma, gli ho detto io di venire, è importante che lui sia qui.»

«Spiegaci cosa sta succedendo!» interviene nonno Carlisle.

Osservo il cielo e in attesa di vedere la luna piena, nascosta dalle nuvole. Un guaito squarcia il silenzio e che lo spettacolo abbia inizio.

The Full MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora