Capitolo 4

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Prima di entrare a scuola scrivo un messaggio a mamma per avere novità su zia Alice, la risposta negativa che ne segue mi rattrista.

«Buongiorno Renesmee!» la voce di Ashley mi sorprende dai brutti pensieri. Il suo dolce sorriso mi contagia un po'.

«Allora com'è andata con il fustacchione?»

«Ci siamo baciati, ma poi abbiamo litigato e poi abbiamo fatto pace.»

«Quante cose sono successe in un pomeriggio?»

Non immagini quanto, penso.

Il rombo di una moto mi fa voltare, è Jacob con Seth al seguito e si fermano proprio davanti a me e Ashley.

«Ciao Ness!» Jacob si protrae in avanti dandomi un bacio leggero sulle labbra.

Mi volto verso Seth per presentargli la mia compagna e mi accorgo che i due sono persi ognuno negli occhi dell'altro. Gli sguardi di entrambi prendono una luce particolare donando ai loro occhi scuri con un riflesso colorato. Sento il loro battito cardiaco aumentare e battere all'unisono. Jacob si volta verso Seth invitandolo a scendere dalla moto. I due si prendono per mano e pronunciano il loro nome presentandosi all'altro. La campanella suona, ma i due non si muovono. Sono costretta a trascinarla in classe prima che veniamo riprese per il ritardo. Prima di entrare mi volto verso Jacob, cercando di capire cos'è appena successo, ma lo vedo sostenere Seth che è inginocchiato con le mani in avanti come se non riuscisse a stare in piedi.

«Ashley, avevi mai visto Seth?»

Scuote la testa e si stringe le mani sul cuore.

«Mi sono innamorata follemente di lui.» sospira.

«L'hai appena visto, come a essere innamorata? L'hai appena incontrato due minuti fa?» ribatto.

«Renesmee, lui è l'uomo della mia vita.» mi fissa negli occhi con decisione.

Il prof di scienze inizia la lezione avvertendo che è importante per la prossima prova prendere appunti, ma Ashley non prende nemmeno una matita in mano. Si beccherà un brutto voto.

«Almeno fai finta di concentrarti» le dico sottovoce. Mi fa un cenno con la testa e credo che abbia capito, la vedo scarabocchiare qualcosa.

Faccio fatica pure io a concentrarmi sulla lezione, non voglio deludere i miei genitori e soprattutto Charlie, secondo lui dovrei frequentare un college prestigioso e diventare chiunque io voglia, ma non sarà così, perché ho finito di crescere e resterò così per sempre. Certo potrei farmi iscrivermi al college, ma solo per un anno o due. Mi piacerebbe però fare l'insegnante di musica, colpa di mio padre che mi ha trasmesso la sua passione. Suonare insieme il pianoforte era magnifico e comporre insieme qualche canzone era ancora più straordinario, soprattutto quando zia Alice si metteva a cantare con la sua voce celestiale seguendo le nostre note. Ecco dove finiscono i miei pensieri e ho paura di affrontare la sua rabbia quando si sveglierà. Quanto ci vuole? Penso a zia Rose, a come mi ha guardato ieri, non era solo arrabbiata, era furiosa, credo che avrebbe voluto staccarmi la testa. Tra una lezione e l'altra, controllo il cellulare di nascosto, scrivo un messaggio a Jacob per chiedere se Seth sta bene. Durante la pausa pranzo trovo un posto isolato per telefonargli visto che non mi ha ancora risposto.

«Ciao, come va? Seth? Hai novità di mia zia?»

«Calma, calma. Una domanda alla volta. Ti ricordo che a scuola è vietato usare il telefono!»

«Vietato o no, non mi hai risposto e non mi stavo preoccupando.»

«Seth sta bene, anzi benissimo. Di Alice ancora nulla. Stanno pensando di tornare tutti in Alaska, non vogliono rischiare che qualcuno gli veda.»

«Come? Non possono andare via di nuovo?»

«Non sono qui per restare Ness.»

«Chiamo i miei, ti saluto.»

Chiamo mia mamma infuriata: «Perché devo scoprire da Jacob che andate via?»

«Nessie, stiamo solo valutando come procedere, e poi noi non dovevamo tornare.»

«Colpa mia, certo.»

«Non sto dicendo che è colpa tua, è solo che...»

Non riesco a contenere la rabbia e chiudo la conversazione. Rimetto il telefono nello zaino, ma tiro troppo forte la zip e si rompe. Questa giornata può solo migliorare.

Entro in sala musica e trovo Ashley che contempla un foglio, mi avvicino per vedere meglio ed è un ritratto fatto a matita, ovviamente di Seth.

«Sei molto brava a disegnare.»

«Il mio Seth.» sospira di nuovo. Preferivo la mia amica di ieri.

«Ashley, è meglio che iniziamo a suonare.»

«Si certo, compongo una melodia per il mio lupacchiotto.» Cosa ha appena detto?

«Lupacchiotto?» rimarco sulla parola.

«Da piccola avevo un peluche a forma di lupo, color sabbia, era morbido e mi riscaldava la notte. Non mi ci separavo mai e Seth gli assomiglia molto.»

Soffoco una risata isterica che se non fossi stata interrotta dal prof le avrei detto che ha ragione. 

Alla fine delle lezioni mi trascina in bagno, pregandomi di aiutarla con l'outfit. La sua presenza mi suscita un'emozione nuova, quello che si prova quando sei in sintonia con una persona, che anche se conosci da poco tempo, è come se la conoscessi da tutta la vita. Indossata una camicia rossa presa dalla sua esigua riserva di vestiti nell'armadietto e sistemato il trucco, usciamo dalla scuola. Troviamo Seth con un mazzo di fiori e si allontano insieme tenendosi per mano e non badando più a me e Jacob.

«Mi spieghi cos'è successo?»

«Meno male che siete uscite, è stato difficile tenerlo buono tutto questo tempo.»

«Spiegati. Non si sono mai visti e oggi? Sembra che domani si sposeranno!»

«Cose da lupi.» alza le spalle, come se spiegasse tutto.

Lo prendo per un braccio e si volta verso di me, a pochi centimetri dal mio viso. I suoi occhi scuri fissano i miei e poi si posano sulle labbra. Se mi bacia non mi darà nessuna spiegazione. Faccio un passo indietro.

«Prima spiegati.» avverto.

Scoppia a ridere, ma in un balzo mi stringe a sé e mi bacia. Il turbine di emozioni fa accelerare il mio cuore. Il calore della sua pelle m'invade.

«Questo è quello che si prova. È l'imprinting!» sussurra.

Il ricordo di quella parola mi suscita qualche immagine di quando ero appena nata.

L'immagine di Jacob che cade sulle ginocchia mentre zia Rose mi cullava e io l'osservavo.

«Hai avuto l'imprinting con mia figlia?» urlava mia madre, mentre trascinata Jacob fuori casa.

Allora capisco tutto.

«Jacob ho sempre saputo di amarti.»

Il suo sorrise mi riempie di gioia, ma il momento viene interrotto dalla preoccupazione di zia Alice.

«Mi accompagni al cottage?»

«Certo, certo.»

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