11

436 120 13
                                    

"I've been to all the parties and it wasn't there
I followed where my heart leads, it wasn't there
Screamed at the top of my lungs and no one cared."

-Avril Lavigne

Alba si guardò intorno, era buio, non riusciva a vedere molto. Di solito la luce filtrava da una minuscola fessura in alto, troppo in alto per poterci arrivare, non senza una seda, o una scala.

Le faceva ancora male la testa dopo la botta che quel tizio le aveva dato quando? Due, tre, dieci giorni prima? Ormai aveva perso la cognizione del tempo, le sembrava di essere lì da un'eternità. All'inizio sentiva anche delle voci provenire dalla stanza accanto, probabilmente erano quelle dell'altra ragazza, Maria doveva chiamarsi se non ricordava male, si erano conosciute all'asilo anni prima. Maria era un anno più piccola, perciò, una volta iniziate le elementari Alba non l'aveva più sentita. Qualche volta si vedevano in giro quando uscivano, ma si limitavano a salutarsi, niente di più.

Come diavolo aveva fatto a cacciarsi in quel guaio? Maria era stata sempre poco sveglia, ma lei... Era davvero stata così sciocca da andare con lei. Erano stati i suoi genitori ad ordinarglielo in realtà. Le avevano detto di stare assieme a lei quella sera. Volevano che riallacciassero i rapporti, Alba non aveva ancora ben capito il perché e, di certo, adesso non le importava.

Forse perché la famiglia di Maria era una fra le più benestanti della città, mentre la sua arrivava a stento a fine mese. Magari avranno pensato che se fossero state amiche Alba avrebbe potuto trarne qualche vantaggio, ma adesso non le importava.

Non sentiva la voce di Maria da un po' ormai. Prima parlavano, c'era una specie di buco che collegava le loro stanze e così riuscivano a comunicare. Poi un giorno Alba si era svegliata, aveva provato a chiamarla, ma Maria non rispondeva. Non aveva idea di dove fosse.  Di cosa potesse esserle successo, ma di una cosa era certa, presto lo avrebbe scoperto anche lei.

-------------

-Va' a prendere le ragazze. -Ordinò.

-Capo... -Esordì Mad Dog.

-Cosa c'è ancora! -Ormai era esasperato. Credeva che le sorprese fossero finite, ma, come si suol dire, al peggio non c'è mai fine.

-Ci ha chiamati il nostro contatto dal commissariato di Bogata.

-Mad Dog, ti giuro che se hai combinato qualche altro casino ti ammazzo e ti appendo per i piedi davanti il commissariato. -Mad Dog esitò, ma sta volta non era colpa sua. Era stato il capo a commettere quell'errore. Probabilmente quando una delle ragazze ha cercato di scappare, mentre andava a recuperarla deve essergli sfuggito. Non c'è spiegazione. Non avevano mai commesso un errore di quel genere. È anche vero però che quella sera avevano rischiato molto. Quattro ragazzini in una volta sola, due delle quali ragazze e anche abbastanza grandi, avevano pur sempre quindici e sedici anni. L'età se le ricordava bene, avevano passato un intero pomeriggio e cercarle.

-Hanno trovato un collare. -Lo informò esitante.

-E questo come potrebbe riguardarci?

-Se lo ricorda il cane che ha usato per attirare i ragazzi?

-Non vorrai dire che...

-Credono sia quello.

-Ma non è possibile! Avevano già analizzato il posto e non avevano trovato nulla! 

-Evidentemente non erano arrivati fin lì.

-Non è possibile! -Ringhiò il capo afferrando una lattina piena e lanciandola contro il muro talmente tanta forza da farla esplodere. -Perché cazzo quella testa di cazzo non l'ha fatta sparire?!

-Non sono stati i detective del luogo ad andare. È stata quella squadra di New York. Hanno chiamato l'FBI capo, sono stati loro a trovarlo.

-E quando cazzo pensava di dircelo che hanno chiamato l'FBI?! Una volta dietro le sbarre?! Voi! -Ordinò il capo ai due gorilla in fondo alla sala. -Andate a prendere quel detective del cazzo e portatelo qui. Fatevi dire tutto ciò che sa. Poi fate in modo che non mi freghi più quel figlio di puttana. -I due si alzarono di scatto come due robot e si allontanarono, pronti per eseguire gli ordini. Non era possibile, non poteva aver davvero commesso un errore simile. Non era da lui. E poi era certo che quel poliziotto lo avrebbe coperto. Non sarebbe dovuto andare in una città così piccola, era stato un errore. Avrebbe dovuto rifiutare quell'incarico. In realtà ci aveva provato, aveva cercato di dire a quelli dei piani alti che in una città abitata da quattro poveri idioti, tutti imparentanti fra loro, il rischio di essere coperti era troppo alto, ma loro non avevano voluto ascoltarlo.

"Ci hanno fatto una richiesta, sono stati precisi. Non possiamo fare altro. Tu fa in modo di non farti scoprire." Hanno poi detto. "Sei il migliore, abbiamo deciso di mandare te per questo. Non deluderci."

Che tradotto significa: Se ti scoprono sono cazzi tuoi.

Ma lui non lo avrebbe permesso. "Se io vado all'inferno, vi porto giù con me." Pensò. Se ne fosse uscito indenne si promise che non avrebbe mai più accettato un incarico così rischioso. Una volta è Natale.

-Va a prendere la ragazza. -Ordinò a Mad Dog.

-Quale?

-Quella nera. Dalle questi. -Disse poi lanciandogli un abito bianco. Più che un abito era una camicia da notte, ma non avevano altro e lui di certo non era intenzionato ad andare a fare shopping per le strade di Bogata.

-Capo, se permette...

-Cosa vuoi ora?

-Credo che dovremmo andarcene, e in fretta anche. Non ci aspettavamo che sarebbe arrivata l'FBI, stiamo rischiando troppo. E se parlassero?

-Il poliziotto di certo non parlerà, non dopo oggi.

-Non parlo del poliziotto...

-Non parleranno nemmeno loro. Sono perfettamente consapevoli che, se lo facessero andrebbero a fondo anche loro. E poi, se davvero gli fosse interessato qualcosa non avrebbero di certo fatto affari con noi, non per duemila dollari. Cazzo che idioti, e pensare che avremmo potuto dare loro molto di più.

————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————

21-10-2019

Vietato MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora