3° Cupo e luminoso

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Seduta al balcone, il cielo si mischiava al caloroso cuore nel tramonto, i profumi della campagna salivano nel paese e un traffico cittadino attraversava una delle vie principali. Raffaela uscì al suo balcone, sedette e come ormai faceva di consuetudine, si raccolse in profonda meditazione. Il vento nei capelli, l'olezzo dell'erba del prato, il calore sul volto.. i vestiti comodi e leggeri tutto era regolare e appagante. Il caffè della sera non mancava mai, un piccolo pasticcino secco e croccante farciva la serata.. Si accinse all'uscio, la sua attenzione fu rapita e rivolse le spalle alla casa. Una luce fioca e decisa. Scendeva come un fiocco di neve mentre cade delicato, solo un tiepido e minuscolo sibilo. Là sul prato, forse una torcia, un piatto raggiante come un girasole costernato d'oro e argento. Scendeva proprio come un petalo di rosa farebbe dalla corolla, delicato e indubbiamente stupendo. Brillava quasi come di luce propria.

"La natura è piena di spettacoli!"

Ripeté dentro di sé ma, in cuor suo già comprendeva l' accaduto.. Da tanto a quella parte il suo animo era incantato dalle fattezze dell'ignoto. Dalla scorta all' automobile, a ciò che le stava accadendo. Il suo sguardo minuto dopo minuto cambiava. I suoi occhi azzurri come il cielo si riempivano dei libri di stelle della conoscenza fonda come la fossa delle Marianne.

Era il 1988 quando nell'abitazione di quel paese meridionale, lungo la strada la donna barcollò, svenne. Venne portata d'urgenza al pronto soccorso ove, l'attesa a tutti i presenti, fece diventare la pelle pallida, quasi candida come petali di margherite. Il che, per le persone generalmente di carnagione olivastra, è al quanto fuori luogo. Terminate le visite e gli accertamenti. I medici non le riscontrarono alcun malessere, nessun valore fuori posto. Giunti a casa fu chiamato il medico di famiglia che, per quanto fu un accaduto movimentato prescrisse l'uso di camomilla. Spiegò a parer suo, si trattasse solo di un collasso causato dal troppo stress. Quel pomeriggio tra tremori e capogiri. Accomodata nel letto matrimoniale, lo vide.

Si avvicinava al suo corpo con fermezza e dolcezza, sempre più al suo petto. Al lato destro, un volto il cui capo era coperto da una cerchia di rovi spinati. Le attraversava il corpo ed ella si sentì costretta come se, una mano avesse stretto con forza una spugna. I tremori divennero brividi e i brividi quiete come una bandiera sulla battigia al mare calmo. I capogiri svaniti come nebbia al sole caldo.

Il profondo sguardo divenne anche tatto. Tutto ormai era pieno di senso e il suo cuore pacifico e sereno come le nuvole di montagna quando il giorno si fa vivo. Gli unici turbamenti furono quelli delle persone accanto a lei. Di fatto un giorno per via di quei recenti avvenimenti, si vide costretta a sottoporsi a controllo cardiologico. Il medico accertò la presenza di una cisti sul lato destro del petto. Da quel momento ebbe in lei solo piccole e lievi pressioni, fuorché le vicende casalinghe per via dei figli e il marito. D'altra parte esser madre di tre creature, non è cosa semplice assai quanto ber un bicchier d'acqua. Certamente esser genitore è un lavoro arduo e degno di merito.. Da quel momento non ebbe più alcun disturbo pur conoscendo il risultato delle recenti visite. La donna comprese che ciò lei vide fu un segno. Effettivamente solo dopo trentuno anni, oggi nel duemila diciannove, sì scoprì il cupo ceppo. Un tumore.. Pensò così che quel volto angelico penetrato nel suo corpo nel 1988, fu un sigillo finché venne curato in tempi odierni il cupo male.

Ad ogni modo, l'amica e vicina di casa un giorno dialogò con Raffaela parlando di un fatto appena scoperto. L'amica le spiegò di esser stata costretta a recarsi a..

L'amica renderà partecipe la protagonista della storia, a qualcosa di davvero importante, segue il racconto al prossimo capitolo..

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