9° Laghi Celestiali

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In un momento assai recente, quando la famiglia della Nostra Donna, abitava presso un paese della Pianura Padana. Raffaela si recava nella chiesa centrale dove conobbe una signora anziana. Nelle giornate che scorrevano, con le messe a cui partecipavano le due, Raffaela raccontò e spiegò, a quella signora, di poter connettersi con il "mondo ignoto". La signora in quel periodo possedeva un negozio di abiti, vicino la casa della Nostra Donna che, passando a volte davanti all'immobile per andare al mercato, veniva fermata dalla signora Giovanna. La quale sapendo della conoscenza ancestrale di Raffaela, le chiedeva di sostare qualche minuto nel negozio. Durante quelle soste Giovanna chiudeva il negozio e insieme si recavano nel magazzino. Un piccolo locale adatto anche per le pause dove all'interno si trovavano un cucinotto bianco, una piccola dispensa ben organizzata fino ad avere il necessario per un pranzo o una merenda. Vi erano anche delle sedie e un tavolo. Giovanna chiamò altre due persone conosciute in chiesa a messa. Là dentro si raccoglievano in cerchio. A prima vista sarebbe stato qualcosa di veramente preoccupante ma, nella realtà ben si sa quanto sia lecito.. unite da persona a persona con le mani. Iniziarono a recitare preghiere. Durante l'orazione :

Raffaela : " Alessia, sentite dolore alle coste e all'addome ?"

La signora Alessia, con gli occhi fuori dalle orbite, confermò di accusare dolori propriamente nella zona indicata dalla veggente. Giovanna ascoltò e anch'essa rimase stupita. Dopo aver pregato nuovamente assieme, Raffaela si rivolse a lei, .

Raffaela : "Quando morì tuo padre, lo avete vestito con una abito color avana e un cappello blu?"

Giovanna : "Lei cosa ne sa?"

Raffaela : "Perché lo avete al vostro fianco.!"

Giovanna rimase di sasso, tra il freddo e l'irrigidimento si sentì pervasa da un brivido come se, la brina che d'inverno ricopre i campi, avesse investito lei e lo stesso gelo fu come uno sciame di chiodini sparsi a strati. Tempo trascorrendo, la Nostra donna incontrò altre persone, a cui rivelò gli avvenimenti della vita futura nei vari allineamenti dell'esistenza. In un altro paese, conobbe Nadia. Una signora di circa trenta anni, la quale parlando con un'amica seppe delle capacità di Raffaela. Il figlio di Nadia aveva una fervida e lunga passione per le motociclette. Lei e Raffaela in seguito divennero buone amiche. Il figlio di Nadia, ebbe un incidente sul veicolo da tanto lui amato. Egli Tornato all'abitazione, Nadia gli chiese cosa fosse successo ma, la madre non ricevette risposta. Il ragazzo cadde a causa delle ferite e contusioni. Fu portato con l'ambulanza in ospedale. La Nostra Donna, accompagnò Nadia. Il viaggio fu stressante e ogni attimo, la giovane madre, diventava sempre più inquieta e di poco colore. Da li a poco se, non fosse stato per le parole rassicuranti di Raffaela. Nadia sarebbe svenuta, d'altra parte lei non amava la passione del figlio per i motocicli. Arrivati al letto, nella camera d'ospedale. Il ragazzo era stato messo in sesto, gambe, braccia, torace. Faticava a respirare.

Raffaela dopo che i medici rivisitarono il paziente e la madre si assicurò la salute del figlio, la veggente si sedette alla base del letto. Vi fu una brezza che rallentò il momento, esattamente una sottospecie di scena cinematografica. La luce divenne mirata verso i volti del motociclista e di Raffaela. Lui fu attirato da quei laghi celestiali.

Raffaela : " Ti sei distratto vero ?"

Il ragazzo : " Si, ho usato l'acceleratore anziché il freno. Sono, poi, caduto..."

La madre, Nadia, ascoltò con ampio orecchio dalla porta il dialogo, lo sgomento fu tale che la giovane si affezionò, come un petalo alla corolla, a Raffaela.

Buona continuazione.

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