Capitolo 2 - Sogni e Richiami dell'Addio [Parte 4]

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Ore 22:00

Mi sono preso del tempo per cenare, lavarmi e farmi una partitella su console. Erano cinque giorni che non impugnavo un controller: la sensazione è molto strana.

Il televisore riflette immagini di ciò che è successo oggi.

Non riesco a togliermi dalla testa le parole della commessa del Fashion AlternGirl e gli indizi che mi ha dato. Non ho idea del perché mi abbia voluto dire quelle cose; temevo che avrebbe voluto tacere per omertà. Evidentemente, non aveva davvero idea che Helen si dovesse vedere con... un criminale.

Ma a pensarci non è da lei. Non camminerebbe mai senza cellulare né una borsetta dove riporlo; ricordo che era solita chiamare la famiglia o qualcuno. Dunque, questo può solo voler dire una cosa: sapeva dove era diretta, sapeva del teletrasporto e dove l'avrebbe portata. E che ovunque dovesse andare, il cellulare era forse un peso, forse inutile.

Mi tornano i brividi, e stavolta sono intensi!

Sono quasi sicuro che sia finita in un altro mondo o da qualche altra parte del nostro mondo.

Senza contare le voci e i suoni che ho sentito vicino al cerchio, a differenza di Dyvil e dei poliziotti.

La mia testa sobbalza senza controllo, probabilmente gli occhi escono dalle orbite e il controller mi cade da mano: non mi succede quasi mai, io ci tengo troppo alle condizioni delle mie cose videoludiche. Il tutto, perché ho paura di essere coinvolto in affari grossissimi. Forse, qualcosa o qualcuno mi farà attraversare il cerchio..!

Torno coi piedi sul pianeta Terra grazie all'ennesima vibrazione del cellulare. saranno Lerin o Simon...

Oddio!

Questa suoneria è una canzone techno con strumenti più affini al rock; quando eravamo ancora conoscenti l'ha sentita in un videogame, e a detta sua descrive in modo astratto la sua vita.

"Pronto! Atras! Sei tu?!"

Il cuore mi batte a mille, ma non sento alcuna risposta.

"Atras, sei tu?" nel mio essere ripetitivo e nella preoccupazione mista alla felicità, decido di proseguire, "... Stanno succedendo delle cose, non solo tua sorella ma anche..."

"Sei Daniel, giusto..? Sei amico di mio figlio?" finalmente sento una voce, ma è da donna adulta, e di quelle molto preoccupate.

Tutta la felicità che ho in corpo viene disintegrata come un Critical Attack dimezza gli HP nei JRPG¹. Si fa nuovamente spazio la paura. Voglio assolutamente vederci chiaro. "Sì, sono io. Buonasera, signora".

"Scusami tanto per averti chiamato a questo orario".

"No, si figuri, a quest'ora sono ancora sveglio in genere".

"Meno male, io e mio marito pensavamo che fosse successo qualcosa anche a te. Oggi abbiamo provato a chiamarti..."

Ah, dunque erano i genitori che hanno chiamato; ma come mai col privato e solo ora col numero visibile di Atras? "Sì, le chiedo scusa, io non rispondo ai numeri privati per sicurezza... Sappiamo oggi il pericolo".

"Ah, capisco, ci dobbiamo scusare noi per primi. Ti abbiamo chiamato solo oggi perché non sappiamo usare bene i cellulari di oggi. Nostro figlio ha lasciato il cellulare a casa, quindi ci abbiamo messo giorni per capirci qualcosa..." mi tornano i brividi: anche Atras lascia il cell a casa? "Comunque, ti chiamiamo per chiederti se domani sei libero. Vorremmo parlarti da vicino. Hai detto che è successo qualcosa, quindi ti prego di venire a casa mia..."

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