Capitolo 4 - Prime Lezioni di Sopravvivenza per Daniel [Parte 1]

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5 maggio – Ore ??:??

"È ora di andare più a fondo nella foresta!"

Credo che sia la cosa migliore da fare, e subito.

"Daniel, aspetta... prima delle cose devi fare e vedere. Ora pericoloso è andare già in foresta inoltrata".

Stavolta il draghetto mi toglie parte dell'entusiasmo. "Cosa? Drico, la mia missione la sai, dato che leggi nel mio pensiero. Ora che c'è?"

Mi interrompo da solo, dato che vengo cosparso da una sensazione di quasi sollievo. L'essere, che non so ancora cosa sia di preciso, mi sta davvero aiutando, come poche altre persone al mondo hanno fatto nella mia, ormai, precedente vita. Di conseguenza, mi viene già una risposta quasi confidenziale, di quelle da dire agli amici se ti fanno sbattere la testa dalla rabbia.

Ma stavolta la risparmio perché vuol dire altre novità; se mi sento meglio, nonostante abbia massacrato esseri viventi che volevano farmi diventare cibo, è proprio perché qui sembra esserci sempre qualcosa di nuovo.

"Come prima ho detto, tu la sfera hai usato, e molto. Più del dovuto. Quindi, sono riuscito a ricordare che hai bisogno di ricaricarla quando puoi".

La mia scatola cranica, probabilmente, smuove il cervello fuori dalla sua posizione originale. "Cosa?"

Adesso devo sentirmi dire che avrei una lampadina ricaricabile come antico artefatto?

"Ricordi prima, quando le fiaccole acceso hai, nel luogo ove hai preso la spada?"

Mi volto e mi reco all'ingresso del Mausoleo. Avevo proprio dimenticato, per via del malore prima di entrare in contatto col fuoco, che si erano accese come l'accendino dà luce alle candeline sulla torta di compleanno; anche se non le ho accese io con le mani, ma chissà come.

"Tu il fuoco sei, quindi il fuoco esterno energia ti dà".

"Mio... Dio! Questa è proprio bella! Così, io sarei alimentato dal fuoco stesso?"

"Non è esatto. Tu puoi mangiare per recuperare le energie biologiche che voi umani di continuo ricaricare dovete; la sfera si ricaricherà a sua volta, però se una fonte di calore esterna tu utilizzi, dalla forma del fuoco, subito ti ricaricherai!"

Rimango ancora sbalordito!

"Dunque, se io ricarico solo col fuoco, posso pure non mangiare ne dormire?"

"No, perché bisogni di voi umani sono. Il fuoco non può lo stomaco riempirti, quindi dopo cercarti del cibo dovrai. Ma prima ricaricati; poi ti faccio una cosa vedere".

Qualcosa mi dice che non mi dirà ciò che devo vedere, comunque...

Cazzo! Ho troppa paura! La fiaccola sulla destra è a pochi centimetri dalla mia medesima mano. Provo più volte ad avvicinarla e, seppur non sento il calore che m'infastidisca come dovrebbe, qualcosa mi frena. "Ragazzo, paura avere non devi. Mostri con coraggio hai combattuto, quindi al confronto nulla è questo".

"Parli facile, Drico! Prima mi sentivo forte come non mai, ma ora devo toccare una cosa che noi umani in genere mai tocchiamo. Questi sono minimo novanta gradi, finiamo all'ospedale se ci proviamo!"

No risposta. Si è offeso perché ho messo in dubbio la sua parola? Comunque mi volto un attimo, faccio un bel respiro e immagino una cosa bella che avverrà se compio questo suicidio.

La mano è nella fiaccola! Non fa male! Anzi, mi sento così bene, in pace con me stesso, più o meno come nel cerchio; solo che, più che il mio corpo, è l'animo a sentirsi bene. Non la vorrei mai togliere: è come stare alle terme. Da piccolo avevo fifa di entrare in acqua perché mi bruciavo, oltre al fatto che era già la prova evidente del io odio l'acqua. Dunque mi stendevo sui bordi e ci mettevo dentro il braccio destro. Mi abituavo alla temperatura esagerata e presto univo anche il braccio sinistro; li sentivo rigenerati dopo dieci minuti. Ricordo, inoltre, che una volta tornai a casa dopo essermi bagnato del tutto, costretto dalla mia famiglia. Però, appena presi il controller alla mano, le mani rispondevano meglio e quando ero in piedi riuscivo a tenere meglio il corpo in avanti. Ci mancava solo che io andassi alla FubukArcade Station dell'epoca.

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