CAPITOLO 1: Nuovo inizio

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Guardo la mia nuova casa con disgusto, se prima ero abituato a una casa bianca, pulita e grande, in una delle città più belle del mondo, Amsterdam, ora mi tocca osservare un condominio grigio, triste e sporco in una delle vie più brutte di Berlino.

GRISHA: "Eren, dammi una mano con i bagagli"

IO: "Papà, ma dovremmo vivere davvero qui?"

Sbuffando mio padre mi dice

GRISHA: "Eren, anche io avrei preferito restare ad Amsterdam, ma lo sai che non abbiamo potuto fare altrimenti"

IO: "Lo so..."

GRISHA: "Avanti, dammi una mano, dopo andiamo a farci un giro"

Mi sistemo, la sciarpa rossa che porto sempre insieme a me e incomincio a spostare gli scatoloni, arrivo nella mia nuova camera... Che schifo! Almeno il letto è già lì, mi affretto a sistemare le mie cose: lo skateboard, il mio blocco schizzi, il mio zaino, ecc...

Mentre sto riordinando, inciampo in uno scatolone e cado con il naso sul pavimento, dopo essermi rialzato mi volto verso la scatola che ha provocato la mia caduta, su di essa c'è scritto "Mamma", tolgo la plastica dell'imballaggio con la forbice e guardo il contenuto. Vedo foto riguardanti mia madre, comincio a tirarle fuori, le sistemo vicino al mio letto, dopo che monterò il comodino le sistemerò lì sopra.

Mentre osservo le foto, una lacrima mi riga il volto e sussurro

IO: "Mamma... Mi manchi..."

GRISHA: "Manca tantissimo anche a me..."

Corro da mio padre e lo abbraccio in lacrime, mia mamma era tutto per me, mi ha sempre aiutato, riusciva a farmi ridere anche nella giornata più grigia, anche dopo aver scoperto di avere il cancro non ha perso il suo carattere stupendo, ogni volta, quando andavo a farle visita in ospedale, mi accoglieva con un sorriso, mi ha sempre dato sicurezza... Ma un giorno, mentre ero a scuola, una persona bussò alla porta della mia classe e dopo essere entrata chiese:

?????: "Eren Jaeger è qui?"

Mi alzai in piedi e risposi

IO: "Sì, sono qui"

NICK: "Ciao Eren sono tuo zio Nick, dovrei parlarti un attimo, puoi venire fuori?"

Vado fuori insieme a lui e mi dice che mia madre è morta, scoppiai in lacrime, tutti i miei amici uscirono dalla classe e vennero ad abbracciarmi per consolarmi, ma nessuno di quegli abbracci era paragonabile a quegli di mia madre, che sapevano farmi sparire tutta la tristezza, l'insegnante chiamò mio padre e mi fece venire a prendere.

Passai una settimana, in camera mia a guardare, dalla finestra, tutti quei bambini che camminavano mano nella mano insieme alla propria madre, mentre li guardavo pensavo "Perché è dovuto succedere a lei? Non ha fatto niente di male, non è giusto!"

Non sono riuscito mai a riprendermi del tutto, dopo quell'episodio mi chiusi in me stesso e aspettai una persona in grado di colmare il vuoto lasciato da mia madre, l'unico con cui riuscivo ad alleviare questo dolore era il mio migliore amico Armin, ma purtroppo si trasferì a Parigi, in Francia, ma fino ad oggi non sono riuscito a trovare una persona capace di riempire la voragine nel mio cuore.

GRISHA: "Eren?"

IO: "Uh?"

Solo tu, mi hai capito... [EREMIKA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora