CAPITOLO 7: Segreti

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Sta piangendo, prendo un fazzoletto e  chinandomi su di lei gli asciugo le lacrime, allontana la mia mano e dice

MIKASA: "Scommetto che pensi di aver fatto un gesto stupendo, vero?"

Non rispondo e alzandomi vado verso l'uscita del vicolo

MIKASA: "RISPONDI!!!"

Mi volto, nuovamente, verso di lei e guardandola le dico

IO: "Invece io scommetto questo: tu, accorgendoti della cazzata che hai fatto, vuoi rimediare e per questo hai cominciato a ripagare i debiti che hai per tirarti fuori da questo casino"

MIKASA: "Tu non sai niente... Non sai cosa ho passato..."

La sollevo con forza da terra e mettendola con forza contro il muro gli urlo

IO: "È VERO, IO NON SO COSA HAI PASSATO, MA SO COSA HA PASSATO UN MIO CARO AMICO, OVVERO JEAN, CHE HA PROVATO AD AIUTARTI IN TUTTI I MODI E TU NON TI SEI MINIMAMENTE PREOCCUPATA DI LUI!!!!"

MIKASA: "Io ho preso le distanze da lui proprio perché volevo proteggerlo!!!"

IO: "NON COMINCIARE A SPARARE IDIOZIE DEL TIPO "l'ho fatto solo per proteggerlo", SAPPI CHE SONO PROPRIO FRASI COME QUESTA A TIRARE FUORI IL PEGGIO DI ME E CREDIMI, NON HO PROBLEMI A FAR MALE AD UNA PERSONA..."

Entrambi ci spaventiamo per quello che ho detto, la riporto con i piedi sul terreno e dico

IO: "Ho parlato troppo... Non è vero, non sarei in grado di farti del male"

MIKASA: "Tranquillo è normale che ti sia arrabbiato e abbia detto quelle cose, in fondo è vero... Lo tratto male e non mi preoccupo minimamente di lui... Sono spregevole"

La ragazza che fino ad ora avevo visto come una criminale, mi sembra fragile, indifesa e sopratutto dolce. La sento ricominciare a singhiozzare e nel frattempo mi chiede

MIKASA: "S-Secondo te co-cosa dovrei fare? Guardami... faccio pena... Sono una criminale che non riesce nemmeno a ripagare i suoi debiti e in questo momento sto anche morendo di freddo..."

A vederla così mi spiace per lei... Prendendo un respiro, mi tolgo la sciarpa e l'avvolgo attorno al suo collo, non so perché sto donando a lei l'ultimo oggetto che mi rimane di mia madre, forse perché... Solo noi due possiamo capirci, nessuno dei nostri conoscenti sa cosa vuol dire non poter ricevere più l'affetto dalla propria madre.

La mia sciarpa ormai sta scaldando la fredda Mikasa, che nel frattempo non ha smesso di guardarmi con aria interrogativa, la vedo accennare un passo verso di me, nel mentre apre anche leggermente le sue labbra screpolate dall'eccessivo freddo di questi giorni... Costei si volta e dicendo un delicato "Grazie" si avvia fuori dal vicolo e sparisce dalla mia vista.

Vado verso il bar dove c'è Jean, e mi dirigo verso il tavolo dove il mio amico è seduto

JEAN: "Dove sei stato?"

IO: "Avevo scordato una cosa"

JEAN: "EREN!!"

Scatta in piedi lui

IO: "C-Che c'è? Non urlare così"

JEAN: "Dov'è la tua sciarpa????"

Che dico? Non posso dire di averla persa durante il concerto ma non posso nemmeno dire di averla data a Mikasa, realizzo solo ora che qualsiasi cosa dicessi si ritorcerebbe contro di me, se Mikasa un giorno venisse a scuola con quella sciarpa chissà quale casino potrebbe venirne fuori, provo a liquidare tutto dicendo

IO: "Non ti preoccupare..."

JEAN: "Ma che fine ha fatto?"

IO: "Un tipo... Me l'ha sfilata dal collo correndo e non sono riuscito a riprendermela"

JEAN: "Oh no! Mi dispiace..."

IO: "Non è mica colpa tua, non pensarci ne comprerò un'altra..."

Cerco in qualche modo di distrarlo cominciando a parlargli di cose a caso, riesco nel mio intento.

IO: "Il bello è che sono le 21:30 e invece di cenare ci stiamo bevendo un caffè, ahahah"

JEAN: "Hai ragione, ahahah, siamo dei tipi strani"

Continuiamo a fare discorsi del genere per un po', anche se a dir la verità non sono nemmeno troppo presente con la testa, sto pensando a Mikasa, si è accorta di quel che ha fatto e ora vuole rimediare, forse... Potrei provare ad aiutarla...

[MIKASA P.O.V.]

Sto tornando a casa, non sento neanche troppo freddo grazie alla sciarpa di... Non so nemmeno il suo nome, domani gliela ridarò, devo comunque stare attenta a non farmi vedere da Annie e Ymir se mi vedessero fare un gesto del genere mi lascerebbero da sola... Allora sarebbe meglio se mi vedessero,no? NO, NO, che sto dicendo? Sono le uniche di cui io mi possa fidare in questo momento.

Apro la porta di casa mia e vado subito a letto, sono le 22:20 sono stanchissima ho camminato fino a qui partendo dal centro di Berlino, con le poche forze rimaste mi cambio e mi preparo per andare a dormire, mentre lo faccio mi scivola la sciarpa di quel ragazzo, la raccolgo e noto che sopra di essa c'è ricamato qualcosa.

"Al mio Eren"

Quindi è questo il suo nome, Eren, "Al mio Eren" sarà un regalo della sua ragazza, inoltre sembra essere abbastanza vecchia... Chissà da quanto stanno insieme?... piego la sciarpa e la poso sul comodino vicino al mio letto, mi infilo sotto le coperte e penso a quanto deve essere bello avere una persona che ti ama, purtroppo per me non credo possa succedere, una criminale come me non può certo sperare di avere qualcosa di così, puro e stupendo come l'amore.

Senza nessun preavviso un lacrima scende sulla mia guancia, con il braccio l'asciugo subito e dico

IO: "Come se mi interessasse qualcosa... dell'amore..."

Mento a me stessa, io vorrei provare a innamorarmi di qualcuno, ma nessuno mi accetterebbe, insieme alla mia tristezza mi addormento e cado in un sonno profondo.

[EREN P.O.V]

Abbiamo accompagnato Jean a casa e ora sono nella mia stanza che guardo le foto di mia mamma, mentre continuo a sfogliare l'album fotografico, poggio la mia mano sulla foto che preferisco di lei, sussurro

IO: "Ehi mamma, oggi ho aiutato una ragazza, chissà quante domande mi avresti fatto se te l'avessi detto di persona... avresti cominciato a chiedermi robe del tipo 'Ma è carina?' 'Ci hai già parlato altre volte?' e io sarei arrossito come un ragazzino ingenuo, però d'altronde è quello che sono..."

Vedo delle gocce cadere sulla foto che ho in mano, realizzo, sono le mie lacrime e ridendo leggermente dico

IO: "Inutile, non riuscirò mai a non piangere, quando si tratta di te, scusami se sono un tale frignone...

Mi asciugo le lacrime, metto a posto l'album fotografico e mi metto sotto le coperte e mi addormento.


N.D.A.: "Consideratelo un piccolo regalo, non penso che succederà nuovamente, due giorni di fila in cui pubblico il nuovo capitolo... Comunque... Ragazzi, fin'ora abbiamo scherzato ma dal prossimo capitolo preparatevi perché la storia comincerà a diventare bella intrigante, tenetevi pronti. Ciao

Solo tu, mi hai capito... [EREMIKA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora