CAPITOLO 2: Il primo giorno di scuola

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Apro gli occhi e guardo l'ora (6:20) non ha senso rimettersi a dormire, mi alzo, mi vesto, mi sciacquo la faccio, preparo lo zaino e scendo in cucina, non riesco a smettere di pensare a quella banda di delinquenti, dopo quello che è successo al ristorante, quelle 3 hanno rapinato un minimarket e preso a pugni il proprietario, rompendogli un paio di costole, devo farmene una ragione, non sono più nelle strade tranquille di Amsterdam, sento mio padre alzarsi e dopo avermi visto mi chiede.

GRISHA: "Eren che fai già sveglio? Sono solo le 6:30 la scuola inizia alle 8:00"

IO: "Non riuscivo a dormire"

GRISHA: "Ok, facciamo colazione insieme è da tanto che non parliamo mentre mangiamo insieme"

IO: "Si dai"

Penso di aver il padre migliore del mondo, cerca in tutti i modi di rendermi felice, se non sono completamente crollato dopo la morte della mamma è anche merito suo, inoltre, per cercare di assicurarmi una vita tranquilla in futuro, fa dei turni di lavoro davvero estenuanti, va a lavorare in azienda alle 7:15 di mattina e torna a casa per le 20:30, per non farlo stancare troppo, ho sempre studiato per conto mio e gli preparo la cena, in modo che lui possa concentrarsi unicamente sul suo lavoro.

Sono le 7:00, mio papà si prepara per uscire e dopo avermi augurato un buon primo giorno di scuola esce e va a lavoro, Armin arriva per le 7:25, mentre lo aspetto farò un po' di allenamento con la spada.

Sento il campanello e la voce di Armin che mi chiama

ARMIN: "Eren, andiamo! Non voglio fare tardi il primo giorno"

Vado ad aprirgli e gli dico 

IO: "Ma se sono ancora le 7:20 e ci mettiamo 15 minuti per arrivare a scuola"

ARMIN: "Sì, ma voglio arrivare in anticipo così almeno ti presento i miei amici"

IO: "Ok, dammi solo un minuto che prendo lo zaino e arrivo"

Prendo lo zaino e iniziamo ad incamminarci insieme verso scuola, la mattina Berlino sembra una città fantasma, non c'è nessuno in giro, per il momento ci siamo solo io e Armin, alle 7:38 arriviamo a scuola, vengo presentato al gruppo, faccio la conoscenza di Jean Kirschtein, Connie Springer, Reiner Braun e Bertholdt Hoover, sono simpatici.

Passiamo il resto del tempo prima del suono della campanella a parlare, per poi dirigerci nelle nostre classi, sono insieme ad Armin e Jean, prendiamo posto, mi metto in prima fila insieme ad Armin, io devo sentire al meglio le lezioni per non essere un peso per mio padre, lui invece gli è sempre piaciuta la scuola, Jean si siede dietro di noi, dopo un po' arriva l'insegnante di matematica, Levi Ackerman, comincia a fare l'appello, quelle 3 mancano, almeno avrò il primo giorno di scuola tranquillo, alle 8:20, eccole che entrano.

LEVI: "Ehi, siete in ritardo, mocciose"

Tra le 3, una ragazza bionda, risponde al professore

ANNIE: "Sono Annie Leonhart, non rompere nanetto"

LEVI: "Oh, quindi sei tu la leader del gruppo, io sono Levi Ackerman"

ANNIE: "Non m' interessa, se sei abb-"

La ragazza non riesce a finire che gli arriva un calcio, potentissimo, sullo stomaco, facendola cadere a terra, successivamente Annie si rialza e non troppo arrabbiata, riprende a parlare

ANNIE: "Sei un tipo interessante... Ma non tirare troppo la corda se ci tieni alla vita"

LEVI: "Andate a sedervi, prima che perda la pazienza"

Le 3 ragazze prendono posto, Annie si siede in fondo la classe, la ragazza con i capelli corti e le lentiggini si siede vicino a lei e infine l'ultima ragazza con cappelli corvini, si siede accanto a Jean, la lezione riprende e chiedo ad Armin

IO: "Ma qui gli insegnanti picchiano gli studenti?"

ARMIN: "In questo distretto di Berlino, ormai non esistono più regole, ognuno fa quello che vuole"

Alla seconda ora entra la prof di Tedesco, Petra Ral, alla terza ora entra il prof di chimica, Erwin Smith, proprio durante la sua ora, Annie si alza dal suo posto e se ne va dicendo.

ANNIE: "Mi sono stancata di starmene qui, me ne vado, Mikasa, Ymir, muovetevi, venite con me"

Le altre due si alzano e seguono la bionda fuori dalla classe, il professore non fa niente, le lascia andare, mi sa che quest'anno sarà strano e pericoloso, devo stare attento... Alla ricreazione parlo con Jean e Armin.

JEAN: "Eren, parli veramente bene il tedesco, quando l'hai imparato?"

IO: "In realtà io ho origini tedesche, il mio cognome, Jaeger, in tedesco significa cacciatore e poi insieme ai miei nonni ho sempre parlato in tedesco

JEAN: "Non toglie il fatto che comunque lo parli alla perfezione"

IO: "Grazie"

Continuiamo a parlare del più e del meno, fino a quando dalla porta non entrano quelle tre, Annie e la ragazza alta, con i capelli corti e le lentiggini stanno fumando una sigaretta mentre quella con i capelli corvini è appoggiata al bordo della porta con uno sguardo perso nei suoi pensieri, quando suona la campanella che indica la fine della ricreazione, quelle spariscono di nuovo.

Finisce l'ultima ora e insieme ad Armin e Jean scendo le scale andando verso l'uscita, al cancello della scuola ci sono quelle tre, provo a passargli il più lontano possibile, ma la ragazza con le lentiggini mi ferma

?????: "Ehi, perché non ti fermi a parlare un po' con noi?"

Eren, non farti prendere dal panico, stai calmo... Prendo un respiro mi volto verso di loro e invento una scusa

IO: "Mi spiace, ma devo correre a casa da mio padre, non posso...

YMIR: "Oh, andiamo non ci vorrà molto tempo, io comunque sono Ymir"

Dice lei mentre mi mette un braccio attorno alle spalle e mi porta dalle altre due, prevedo guai. Annie si ripresenta e la ragazza dai capelli corvini si presenta dicendo di chiamarsi Mikasa, dico il mio nome e subito dopo provo ad andarmene, ma vengo nuovamente fermato, Ymir afferra il retro del colletto della maglietta e non mi lascia andare.

ANNIE: "Eren, devi sapere una cosa, noi qui siamo le padrone di questo distretto"

IO: "Ok, ma state tranquille non vi darò fastidio non vi accorgerete nemmeno della mia presenza"

ANNIE: "Vedo che hai capito subito, ma... Una dimostrazione della nostra forza, la facciamo sempre a chi è nuovo" (schiocco di dita)

Mikasa mi sferra un pugno in piena faccia e cado a terra, mi rialzo a fatica e mi arriva un calcio all'altezza del petto, cado nuovamente a terra, mentre sono ancora disteso, sento una mano afferrarmi i capelli e tirarmeli verso l'alto con forza, vedo la faccia di Annie.

ANNIE: "Penso che tu abbia capito, ormai... Mikasa, lascialo!"

La mano che prima mi stava tirando i capelli sparisce, grazie all'aiuto di Armin e Jean ritorno in piedi, i due si scusano con me.

ARMIN: "Mi spiace, se non abbiamo fatto niente, ma se fossimo intervenuti, la tua e la nostra vita sarebbe diventata un inferno, almeno adesso non ti daranno più fastidio"

JEAN: "Ci dispiace Eren, ma è come ha detto Armin..."

Mi appoggio alle loro spalle e gli dico

IO: "Tranquilli ragazzi, lo so, almeno adesso non ci avrò più niente a che fare"

Torno verso casa, grazie al loro aiuto, una volta arrivato mi sdraio sul divano e mi addormento...

NOTA DELL' AUTORE: Incredibilmente sono riuscito a pubblicare il secondo capitolo oggi, non credo proprio riuscirò a pubblicare il terzo prima di venerdì prossimo, detto questo spero che la storia vi stia piacendo e (se così fosse) vi invito di mettere una stellina e commentare, grazie per l'attenzione, ci vediamo al prossimo capitolo.    





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