CAPITOLO 11: L' appuntamento

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[EREN P.O.V.]

La dolce Christa continua a dire cose del tipo "Ma che carino questo" "Potrei prenderlo per mio padre" io non faccio che assecondarla e ogni tanto le faccio qualche complimento ai quali  arrossisce, sono le 18:00, sta cominciando a fare buio, CHE TENSIONE!

Mentre camminiamo noto una via perfetta per dichiararmi a lei, gli alberi sono ricoperti di neve con le lucine montate sopra formano un'atmosfera a dir poco perfetta e se si va fino in fondo alla via ci si può fermare su una panchina, sembra che la fortuna mi assista, avanti Eren devi farcela! Ormai è buio, chiamo Christa.

IO: "Ehi, che ne dici di andare qui?"

CHRISTA: "Oh, che bello! Andiamo"

Mi prende la mano e ci avviamo, i suoi guanti mi scaldano le mani, un momento! Ci stiamo tenendo per mano... Calmo! Calmo! Calmo! Calmo! Sfrutta questa occasione

IO: "Christa, guarda lì c'è una panchina, ci sediamo?"

CHRISTA: "Perché no? Sono stufa di camminare"

Ci sediamo, le dita delle nostre mani sono ancora intrecciate tra loro, il mio cuore improvvisamente smette di battere all'impazzata, stranamente sono calmo, come se già sapessi cosa fare, la guardo, con la mia mano libera le accarezzo la guancia, lei sobbalza un attimo per la sorpresa e poi mi chiede

CHRISTA: "E-Eren... Cosa c'è?"

Prendo un respiro

IO: "Christa, sono più di due mesi che usciamo insieme..."

Arrossisce di botto e incomincia a tremare leggermente, il suo fiato si fa pesante e dalla sua bocca continuano a uscire piccole nuvole di vapore acqueo, i nostri occhi si stanno fissando intensamente, tutto il resto non conta, siamo solo io e lei, riprendo a parlare

IO: "Dato che dopodomani è Natale, posso darti il tuo regalo?"

I suoi occhi mi implorano di farlo, mi avvicino, sempre di più finché non la bacio, entrambi chiudiamo gli occhi per goderci appieno questo momento, sento la sua mano sul mio collo, si unisce anche l'altra, Christa incomincia a scivolare con la schiena sul legno leggermente umido e scivoloso della panchina, si distende con io sopra di lei, con una voce affaticata mi dice

CHRISTA: "Eren, tu mi piaci... Dal primo momento in cui ti ho visto e ti sei seduto in prima fila vicino ad Armin, non ho fatto altro che fissarti, fino al giorno in cui ci siamo parlati per la prima volta..."

Sono davvero così importante per lei? Ha uno sguardo dolcissimo, le fievoli lucine degli alberi risaltano i suoi lineamenti delicati e il biondo dei suoi capelli, mi rendo conto solo adesso di quanto sono stato fortunato a incontrare una ragazza come lei, riprendo a baciarla, sento le sue mani stringermi il giubbotto, ci baciamo sempre con più foga, poi a un certo punto, mi stacco da lei e dico

IO: "Non possiamo continuare... Insomma... Non possiamo... Siamo fuori e poi è troppo presto"

Diventiamo entrambi completamente rossi in volto, ci rimettiamo seduti sulla panchina e dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante ci pensa il mio cellulare a smorzare quell'atmosfera, lo tiro fuori dalla tasca del giubetto e noto un nuovo messaggio da parte di mio papà "Eren, ormai sono le 21:45 per quanto tempo hai intenzione di rimanere fuori?" guardo incredulo l'ora e noto che sono veramente le 22 meno un quarto, lo dico a Christa, ci alziamo e comincio ad accompagnarla fino a casa sua.

Arriviamo, la saluto con un bacio a stampo sulle sue labbra e timidamente lei mi chiede

CHRISTA: "Questo vuol dire che adesso siamo fidanzati, giusto?"

Solo tu, mi hai capito... [EREMIKA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora