Prologo.

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Dante se ne stava tranquilla nella sua stanza,stesa in una posizione scomodissima sul suo letto singolo,interamente occupato da manuali,scartoffie e vestiti buttati lì perchè non c'era più posto. Altri indumenti erano,infatti,stati abbandonati per terra (e calpestati diverse volte),altri erano appesi sulla sedia davanti la scrivania fino ad aver creato una sorta di rigonfiamento che impediva di tenere la schiena dritta quando ci si sedeva (cosa comunque impossibile perchè la seduta della sedia era occupata da un grosso scatolone). A terra,insieme ai vestiti c'erano un sacco di altri oggetti dimenticati: un portachiavi,alcuni libri,un paio di occhiali,dei trucchi in un piccolo astuccio e altri,come rossetti,ombretti e matite,lasciati fuori accanto ad essi. Insomma,in quella camera c'era decisamente poco spazio per camminare e si doveva fare molta attenzione a non scivolare sul talco che era caduto sul parquet,scosso ogni tanto da qualche vibrazione: infatti una cassa alta la metà di lei si trovava in un angolo del disordinato ambiente e da essa proveniva una canzone a volume così alto che si poteva chiaramente sentire il proprio cuore andare allo stesso ritmo dei bassi.

Dante sbadigliò,annoiata,poi la cassa smise di emettere suoni per qualche secondo.
<<Oh,andiamo!>> sbottò la rossa <<muoviti a cambiare canzone!>>
E come se l'apparecchio l'avesse ascoltata partì una nuova canzone,che iniziava con una serie di bassi talmente intensi da far tremare le pareti.
Come presa da un impulso improvviso,lei si alzò e preso in mano un libro come fosse un microfono cominciò a muovere i fianchi in una sorta di danza mentre cantava a squarciagola.
<<So you're a tough guy,like it really rough guy,just can't get enough guy,chest always so puffed guy~>>
Mentre cantava,un altro suono molto fastidioso si aggiunse al coro,un "driin" lungo e fastidioso,come quello dei telefoni d'epoca. Dante non ci fece caso e continuò a declamare i suoi versi.
<<I'm that bad type
Make your mama sad type
Make your girlfriend mad tight
Might seduce your dad type
I'm the baaaaaad guy>> fece un salto urlando "Duh" ma inciampò in uno dei panni a terra e tentando di riprendere l'equilibrio inciampò ancora nella presa della casa,cadendo,e staccando la presa dalla corrente facendo cessare la musica.

<<Ahiaaa>> si lamentò,tenendosi il ginocchio dolorante,mentre nella stanza adesso c'era silenzio,abbastanza da permetterle di sentire una voce che da fuori la porta chiusa della sua stanza urlava.
<<Amen!>>
E un'altra che le rispondeva.
<<Non sentivo la mia stessa voce da mesi..>>
E ancora.
<<Propongo una spedizione in base nemica per sequestrare l'oggetto di disturbo!>>
<<Oh,si! Io ci sto,diamine..>>
La ragazza dai capelli rossi alzò il dito medio al cielo,senza sapere esattamente a chi si stesse rivolgendo,per poi alzarsi e guardarsi intorno.
"Driin" di nuovo quel suono fastidioso. Dante la riconobbe come la suoneria del suo cellulare,ma un conto era questo e un altro era trovarlo. Si abbassò,guardando sotto il letto,mentre quel suono fastidioso le entrava nel cervello.
<<Si,si un attimo che cavolo..>> sbottò,frugando tra i panni sul pavimento,sulla scrivania e infine sul letto dove lo trovò,incastrato tra il muro e il materasso. La batteria era quasi scarica,perciò prima di tutto lo attaccò al caricabatterie,l'unica cosa che sapeva perfettamente dove trovare perchè era perennemente attaccato alla presa della corrente e poi rispose senza nemmeno guardare il numero.

<<Pronto?>> disse,ma le uscì un tono evidentemente seccato.
<<Ehi,Dante~ da quanto tempo che non ci si sente~>>
Quella voce era inconfondibile. La rossa estrasse dal suo reggiseno una sigaretta,prese un accendino da terra e dopo un paio di tentativi in cui cominciava a credere fosse scarico riuscì ad accenderla.
<<Woh,Dazai,fratello! Da quanto tempo>> rispose con la sigaretta in bocca mentre si chinava sotto il letto cercando di non far staccare il cellulare dalla carica <<come mai questa chiamata improvvisa?>>
Dall'altro capo del telefono si sentiva un rumore assordante,come di una sirena delle macchine o antincendio, e una voce femminile di sottofondo che urlava.
<<Ti diverti un bel po',eh?>> ammiccò Dante estraendo da sotto il letto una bottiglia di Rum e un bicchiere di vetro usato.
<<Dante,tu mi devi un favore ricordi?>> disse Dazai,dall'altro capo del telefono,tossendo subito dopo.
Lei annuì buttando fuori il fumo dalla bocca e versandosi un generoso bicchiere del suo alcolico preferito.
<<Certo,di cosa hai bisogno?>>
<<PUOI,PERFAVORE,TACERE UN SECONDO?>> sbottò il suo interlocutore,probabilmente alla voce femminile che urlava,prima di riprendere a parlare con lei. La rossa alzò un sopracciglio,tentando di immaginarsi la scena <<Dante,attualmente sono in una situazione davvero incerta.. Potrebbe finire bene come potrebbe finire male. Ho bisogno che vieni qui nel caso le cose dovessero andare male>>
La ragazza bevve un sorso,tenendo un bicchiere con una mano,la sigaretta con l'altra e il cellulare tra la spalla e il volto.
<<Cosa devo aspettarmi?>> chiese <<perchè,insomma,non è orario di lavoro e potrei aver sniffato qualcosa.. Non mi trovi proprio al massimo delle prestazioni>> si giustificò tirando su col naso.
Dall'altro capo del telefono,Dazai tossì insistentemente per circa un minuto.
<<N-non è un problema..>> biascicò infine <<probabilmente servirà solo un medico bravo dei vostri..>>
<<Va bene. L'indirizzo?>> mentre parlava lei raccoglieva qualche vestito a caso da terra e se lo infilava di fretta,visto che l'unico indumento che indossava solitamente in quei momenti era l'intimo.
<<È un.. Un ospedale..>> la voce del ragazzo si faceva sempre più flebile.
Un "Beep" significava che era arrivato un messaggio,probabilmente la destinazione mandata da Dazai,poi la chiamata si chiuse.

"Porca di quella.. E pensare che mi stavo rilassando" sbottò nella sua mente,allacciandosi la sua solita collana con i ciondoli a forma di foglia di alloro e legando i suoi lunghi capelli in una coda alta piuttosto disordinata.
Uscì dalla sua stanza,che dava su un lungo corridoio molto stretto con delle scale metalliche da un lato e che continuava piano con  altre porte dall'altro. Lei salì le scale e si trovò in una sorta di grossa sala controllo piuttosto scura,dove le uniche luci erano quelle dei monitori dei tantissimi computer che vi si trovavano.
<<Ohi! Joyce!>> Dante tentò di richiamare l'attenzione di un ragazzo che stava parlando con un uomo davanti al monitori più grande. Non riuscendoci solo urlando,mise le dita in bocca e fischiò,facendo girare tutti i presenti (più che altro uomini in divisa sui quarant'anni). Il ragazzo,dai capelli castani corti e un paio di occhiali legati con una cordicella le si avvicinò repentinamente facendole segno di star zitta.
<<Dante! Cosa vuoi?>> sussurrò con aria seccata quando le fu accanto.
<<Ho un incarico,devo andare in un posto. Mi servono l'elicottero e una squadra di medici per un ospedale a Yokohama>> disse,forzando un sorriso che doveva risultare amabile.
Il ragazzo chiamato Joyce sospirò,massaggiandosi le tempie con le mani,sembrava davvero stressato.
<<Dante, perchè vieni a chiedermelo? Sei tu il capo qui!>>
Lei parve illuminarsi.
<<Oh>> ridacchiò,tirando su col naso <<hai ragione. Scusa,la cocaina. Bene,ci vediamo al rientro~>> si girò andando via a passo svelto,ignorando le domande dell'altro che tentava di ottenere qualche informazione in più.

[...]

"Tac,tac,tac" rumore di tacchi a spillo sulle piastrelle.
"Tac,tac tac"

Lunghi capelli rosso ramato raccolti in una coda ondeggiavano ricadendo in morbidi boccoli sulle spalle della donna. Vestita con una giacca nera sopra una camicia bianca e dei pantaloni color avorio su quei tacchi dall'altezza vertiginosa,aveva una collana piuttosto lunga,con delle perline intervallate da ciondoli a forma di foglie di alloro che percorrevano tutto il gioiello.
I suoi occhi,di color verde smeraldo,correvano frenetici da una parte all'altra del corridoio in cui si trovava. Tendeva l'orecchio e tentava di ascoltare,cercava qualcosa in particolare la misteriosa figura femminile.

"You can't do a double suicide alone~"

Scattò sul posto. Rinfoderò la pistola che aveva tenuto in mano per tutto il tempo e camminò speditamente ma senza correre verso il suono amplificato dall'eco del silenzio.
E infine vide ciò che stava cercando: in una stanzetta adibita a laboratorio,dove tutto era sottosopra e nulla era al suo posto,giacevano due corpi uno accanto all'altro,come ad attendere insieme il mite braccio della morte.
La nuova arrivata premette un pulsante sul suo cellulare,che aveva nell'altra mano,e la musichetta cessò.
Il rumore dei suoi tacchi a spillo si fece sempre più lento fino a fermarsi,mentre osservava i due corpi e si portava di nuovo l'apparecchio tecnologico all'orecchio.

"Beep...Beep.."
Uno squillo,due squilli. Quanto ci mettevano?
E finalmente una voce rispose dall'altro capo.
<<Sono Dante>> si affrettò a dire la ragazza dai capelli rosso ramato,chinandosi sulle ginocchia ma senza abbassare la guardia sulla porta d'ingresso della stanza <<si,li ho trovati. Che faccio?>> assunse un'espressione contrariata <<eh? Tutti e due?>> sbuffò <<e va bene,consideralo fatto. Manda l'elicottero sul tetto dell'ospedale tra cinque minuti,mi faccio trovare lì>>

~🌹~
Spazio autrice~
E niente,alla fine eccoci qua. Al sequel de "Gli Immortali"
Non ho granchè da dire oltre che ringraziare come sempre la gente che ha letto la storia e leggerà anche questa e dirvi che vi lovvo tutti~~
Buon divertimento
Sayonara~

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora