22.

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"A volte no"

Chuuya era pietrificato,immobile mentre nella sua mente si faceva sempre di più strada la consapevolezza di chi si trovasse davanti.
<<Faith?>> gli uscì con voce tremante,cosa molto insolita per lui che era di solito quello aggressivo della coppia.
La ragazza dai capelli castani,radi e spettinati,aveva smesso di prestargli attenzione e si era seduta al tavolo della cucina,sul quale erano poggiati una serie di fogli di carta e delle matite colorate apparentemente molto vecchie. Sembrava intenta a scrivere o disegnare qualcosa.
<<Io e Graham ci sposeremo,sai?>>
Esordì lei ad un certo punto,mostrandogli un disegno stilizzato che sembrava fatto da una bambina di cinque anni; aveva disegnato sè stessa con un vestito rosa addosso e quello che doveva essere Graham con una giacca nera.

Chuuya sembrò riscuotersi da quel suo torpore non appena sentì la parola "sposeremo". Ebbe almeno la lucidità di notare che la ragazza non si riferiva più a lui come a Graham,quindi doveva aver capito che era un'altra persona anche se non l'aveva riconosciuto,mentre le puntava la pistola alla testa e sentiva la rabbia montare in corpo da una parte della sua anima dove non ricordava di averla nascosta.
Faith sentì il metallo freddo della canna della pistola contro la tempia calva e lasciò cadere il pennarello.
<<Tu vuoi impedirmi di essere felice,non è così?>> gli domandò in un sibilo,stringendo i pugni così forte da farsi sbiancare le nocche.
Chuuya si mordeva l'interno della guancia per non mettersi a gridare.
<<Io voglio impedirti di essere ancora viva,Faith>>
Ci fu un attimo di silenzio in cui nessuno dei due si mosse.
Chuuya sentiva la rabbia crescere sempre di più dentro di lui e in un riflesso incondizionato mise il dito sul grilletto spingendo leggermente.

Dang.
Un assordante rumore di metallo contro metallo costrinse il rosso a strizzare gli occhi e fare presa sul terreno con i piedi per non cadere a terra; quando li riaprì la ragazza aveva in mano una falce metallica con cui aveva scagliato lontano la sua pistola,lasciandogli un graffio piuttosto lungo sulla mano. 
"Che diamine.."
Chuuya ci mise un attimo a ricordare: l'abilità di Faith Foster consisteva nel sottrarre un ricordo a una persona e trasformalo in un'arma tanto forte quanto l'intensità di quel ricordo. Ora lui era disarmato e lei aveva letteralmente in mano uno dei momenti più dolorosi della sua vita,anche se ovviamente lui non poteva ricordare quale.
<<Dove è Graham?>> Faith stava iniziando ad innervosirsi,gli teneva la falce puntata contro.
"É morto,si è ammazzato" pensò Chuuya,ma per qualche motivo non glielo disse. 
Lei interpretò il silenzio come un affronto.
<<TI HO DETTO DI DIRMI DOVE SI TROVA GRAHAM!>>

La lama della falce affondò nel pavimento proprio dove prima si trovavano i piedi di Chuuya,trapassando le tavole e incastrandosi lì; il ragazzo aveva fatto appena in tempo a saltare a testa in giù sul soffitto sfruttando la sua abilità e schivare il colpo.
Un'urlo frustrato dalla ragazza precedette il suo attacco successivo,disincastrata la falce da terra sferrò un colpo talmente forte verso di lui da fare un mezzogiro su sè stessa. Chuuya ne approfittò per tirarle un calcio sulla schiena in modo da farla cadere a terra.
<<MUORI! MUORI,MUORI,MUORI!>> continuava a gridare lei  cercando di colpirlo.
"Perchè mi sto limitando a schivare?" si chiese il rosso "i suoi attacchi sono scoordinati,potrei metterla al tappeto facilmente"
La cucina era troppo piccola per quel genere di combattimento,e già tutto il mobilio era pieno di graffi nei punti in cui non era addirittura stato tagliato in due. La lama dell'arma emanava un'aura viola scuro,per qualche secondo si chiese quanto triste doveva essere quel ricordo che gli mancava per essere così tanto minacciosa e affilata.

Forse fu proprio in quel momento di distrazione che Faith riuscì ad avvicinarvisi alle spalle ed alzare la falce per sferrare l'ultimo attacco,i denti digrignati e gli occhi sgranati.
<<DEVI MORIRE!>> 
Con un sussulto Chuuya fece un scatto per spostarsi da quella posizione,ma una delle assi di legno non resse più e cedette,facendo incastrare una delle sue due gambe nello spazio creatosi. Le schegge di legno spezzato graffiavano o si insinuavano nella sua carne causandogli un dolore atroce,ma sarebbe stato più preoccupante il colpo che a breve gli sarebbe stato inflitto con l'arma. Strinse gli occhi per pensare ad una soluzione in fretta.

Tuttavia il colpo non arrivò e lui si sbrigò a riaprirli per vedere cosa fosse successo: Faith Foster era nella stessa posizione di prima,pronta a sferrare il colpo,ma sembrava completamente immobile. 
Il rosso si mosse di scatto per tirare via la gamba dal pavimento,ma cacciò un urletto di dolore quando scoprì che con quel movimento aveva solo spinto più in profondità le schegge. 
"Dovrei usare Corruzione..?" si domandò,consapevole del fatto che Dazai non era lì,ma preferiva di gran lunga dopo aver visto la brutta faccia di Faith Foster sbattuta contro il muro piuttosto che ucciso da lei,o almeno così si ripeteva.
<<Chuuya..?>>
Un rumore metallico alle spalle del ragazzo gli fece capire che la falce era caduta a terra o forse era stata buttata. 
La ragazza fece il giro delle travi rotte e si piegò sulle ginocchia davanti a lui,il suo sguardo era cambiato,adesso estremamente curioso e attento.
<<Dì di nuovo il mio nome in quel modo e ti tiro un cazzotto dritto in faccia>> le ringhiò contro lui,alzando il pugno e usando la sua abilità per spaccare in mille pezzi le assi di legno lasciando lo spazio per far scivolare via la sua gamba.
"Avrei potuto pensarci prima.." si disse "così come avrei potuto spararle direttamente non appena l'ho vista senza sapere chi fosse,dannazione!"

<<Chuuya,sei tu?>> 
Faith non si era mossa,le braccia che stringevano le ginocchia e lo sguardo sgranato ma attento.
Probabilmente per essere rimasta lì tutto quel tempo con Graham dove aver scordato la sua identità,o per lo meno gli ultimi avvenimenti.
<<Esattamente,sono proprio io>> le rispose,la gamba gli faceva troppo male per muoversi ma fu comunque in grado di afferrarla per il collo della camicia da notte e stringere il tessuto rendendole più difficile respirare <<sono il tuo amato fidanzato,ricordi? Quello che hai cercato di avvelenare insieme a Dazai. Brutta storia che tu non ci sia riuscita>>
Lei gli sorrise in maniera interrogativa. 
Era inutile parlare con lei,non era più sana di mente,non era più Faith.

Chuuya guardò in alto: il soffitto era troppo basso per poter fluttuare nella stanza,ma sentiva che se avesse fatto un solo movimento sbagliato con la gamba avrebbe iniziato a perdere molto più sangue di quello che già colava in solitarie goccioline dai punti graffiati o dove erano conficcate le schegge di legno.
"Devono essere vecchie" riflettè "se non disinfetto la ferita rischio di prendermi qualche batterio del quindici-diciotto..." 
<<Sei ferito?>> gli chiese con voce flebile l'inglese,cosa che gli ricordò che la stava ancora tenendo per il collo.
"Se la uccido ora non saprò mai dove il fottuto Graham tiene le medicine in questo posto e morirò dissanguato,inoltre non saprò mai nemmeno cosa sia successo ad Oscar Wilde"  pensò Chuuya dondolando la gamba sana in maniera frustrata. Non poteva ucciderla in quel momento. 
Lo avrebbe fatto,se lo era ripromesso nel momento stesso in cui l'aveva riconosciuta.
Faith doveva morire per il bene di tutti; nemmeno si poteva davvero dire che fosse viva.

<<Ehi,sei ferito?>> lei gli passò una mano davanti agli occhi.
<<CHE RAZZA DI DOMANDA É,PAZZA SADICA? HAI CERCATO DI COLPIRMI FINO AD ADESSO!>> gridò lui. 
Faith ci riflettè per un po' e annuì. 
Si mosse dalla posizione in cui era per alzarsi e si avvicinò lentamente alla falce che giaceva sul pavimento,ancora emanando la sua aura viola minacciosa. 
Alzò il piede e col tallone calpestò proprio il punto in mezzo alla lama con forza,quella si spezzò emettendo un rumore molto simile ad un grido strozzato,generando una sorta di fumo viola che si dissolse intorno a Chuuya. Lui improvvisamente fu colto da un dolore diverso da quello fisico che aveva provato fino a quel momento (e a cui si stava lentamente abituando).
Nella sua mente risuonò una sola parola,detta da una persona in particolare in un momento particolare. 

<<.."Oscar"..>> digrignò i denti Chuuya ripensandoci appena prima di sbattere il pugno a terra per paura di rendere inutilizzabile anche quella a causa delle schegge. 
Faith tornò a piegarsi davanti a lui per stare alla sua altezza.
<<Sei feri->>
<<PUOI STARE ZITTA PER UN SECONDO?!>>
Il rumore delle loro voci fu improvvisamente sovrastato da uno molto più forte,simile ad uno spostamento molto veloce di aria,appena fuori dalla casa. Doveva essere necessariamente un mezzo di trasporto volante,a meno che un tornado non stesse per abbattersi su quella zona.
"Un aereo..? Un elicottero..?"
Il pensiero del ragazzo tornò all'elicottero rosso che aveva portato via Dazai dalla sua casa in fiamme. Che fossero tornati a prenderlo? Ma come facevano a sapere dove si trovasse..?

<<Nakahara-san!>> 
A dissipare i suoi dubbi fu una figura relativamente familiare,che si lanciò a terra vicino a lui insieme ad altre due subito dopo che la porta era stata spalancata con un calcio e il vento era prepotentemente entrato rischiando di far volare via il suo cappello.
Chuuya fu talmente sorpreso che ci mise un po' a riconoscere le persone che si trovavano accanto a lui.
<<Voi..?>> sibilò con una nota di rimprovero nella voce,mentre Atsushi controllava con aria perplessa e agitata le ferite nella sua gamba. 
Kunikida stava sulla soglia della porta con le braccia incrociate e lo sguardo cupo,Yosano cercava di tenere ferma Faith che si ribellava scalciando e gridando a squarciagola.
<<Qualche ora fa quel bastardo di Dazai mi ha mandato un messaggio. La conversazione è sta molto breve e concisa>> borbottò Kunikida alzando lo schermo luminoso all'altezza dei suoi occhi e leggendo dopo essersi sistemato gli occhiali <<"Kunikida,il cadavere","Il cadavere cosa?","É vivo">>
Chuuya dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non gridare insulti poco piacevoli senza nemmeno essersi fatto domande.
<<Abbiamo pensato si riferisse a te e siamo venuti per paura che fosse una trappola>> annuì ripetutamente il ragazzino dai capelli grigiastri,provando a mettere una mano su una delle schegge con aria incerta e guadagnandosi un'occhiataccia dal rosso.
<<Sembra che avessimo ragione>> commentò il biondo.

Chuuya si mise in mezzo alzando la voce.
<<Perchè siete venuti fino a qui?>>
A rispondergli fu proprio Atsushi,con sguardo più serio di quello che avesse di solito.
<<Perchè sei nostro amico. E sei parte dell'Agenzia da due anni,sei praticamente uno di noi. Non sei certo un novellino. Non ti avremmo mai lasciato indietro>>
Quella frase lo scosse leggermente.
Era vero .Era entrato nell'Agenzia perchè sentiva il bisogno di portare avanti il desiderio di Dazai quando lo aveva creduto morto e ci era rimasto perchè non aveva nessun posto dove andare. Ma adesso che Dazai era vivo e lui aveva bisogno di aiuto,al suo fianco c'erano comunque loro.
Improvvisamente si sentì in colpa per aver pensato all'Agenzia come una ruota di scorta e si ripromise che sarebbe stato più presente per loro.

<<Ce ne torniamo in Giappone?>> chiese solamente,abbassandosi il cappello sugli occhi per nascondere il suo sguardo,dal quale sarebbero potute trapelare le sue vere emozioni.
Atsushi gli sorrise incoraggiante e poi rivolse lo sguardo verso Kunikida come attendendo eventuale conferma.
<<Si>> rispose quello <<ce ne torniamo tutti in Giappone>>

[...]

Mentre erano in elicottero,Chuuya guardava fisso fuori dal vetro il mondo farsi sempre più piccolo sotto di lui. Riflettè che in quel periodo si era sentito proprio così,proprio come quegli alberi e quelle case dalle forme indistinte ai suoi occhi: piccolo e insignificante. Vicino a Dazai era sempre stato piccolo (in più di un senso),vicino a lui era sempre stato in secondo piano perchè non dotato di particolare intelligenza. La sua forza era presto diventata una caratteristica scontata di lui e dopo i sue anni passati a fare la vita del topo di appartamento per superare la depressione della morte del suo partner,era anche venuto fuori che si era indebolito parecchio. 
Quando Dazai era tornato si era ripreso la sua vita come se niente fosse,come se invece si fosse rafforzato in quel periodo da solo. Anche se non era solo,c'era Oscar con lui.

"Oscar"
Forse avrebbe dovuto rendersene conto che non c'era più posto per lui. 
Era stato addirittura superato da un uomo morto; cosa comprensibile viste le strane inclinazioni suicide di Dazai.
Ma lui non poteva sentirsi così per sempre. Non voleva tornare a sentirsi come quando lo credeva morto se non ne aveva motivo,non poteva metterlo ancora prima del bene che voleva a sè stesso.
Avrebbe dovuto stilare una motivazione dei pro e dei contro del provare a fare pace con Dazai,e pensò al momento in cui Graham Young aveva preso la decisione che lo aveva condannato a morte: salvare Faith invece di Oscar. 
Amava Dazai? Si. Alla follia.
Si sentiva al sicuro con lui ora? Si sentiva amato a sua volta? Si sentiva rispettato nella sua persona? Avrebbe voluto passare con lui più tempo possibile? Si sentiva coinvolto nella sua vita? 
La risposta a tutte queste domande era uguale. 
Improvvisamente sentì la bilancia pendere gravemente dalla parte dei "contro".

Quando spostò lo sguardo su Atsushi che sedeva di fronte a lui,intento a sua volta a guardare il panorama,Kunikida che aggiornava la sua agenda,Yosano che sonnecchiava e perfino Faith che si strappava nervosamente la pelle dalle dita,ammanettata,sentì che aveva già preso una decisione.

Il un tratto di strada la linea aveva ripreso a funzionare e gli era arrivato un messaggio da Dazai,risalente a parecchie ore prima.

"A volte basta una ragione sola"  c'era scritto.

Ma Chuuya digitò con tranquillità la risposta ; una volta inviata premette sul pulsante per bloccare il contatto e chiuse gli occhi,stanco.

"A volte basta una ragione sola"

...

"A volte no"


‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora