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"E lo sai di chi è la colpa?"

<<Per Zeus,hai un'espressione orribile Osamu>> 
Saffo era seduta nel sedile accanto a quello del bendato,che teneva lo sguardo fisso sul cellulare appena acceso dato che erano atterrati qualche minuto prima e stavano aspettando che i passeggeri in testa all'aereo iniziassero a scendere.
<<Non è niente>> la liquidò Dazai,anche se lei non ci credette nemmeno per un attimo. 
<<Chi ti ha scritto?>> insistette la ragazza,infatti. Ma l'espressione di Dazai era glaciale e decisamente inquietante. Guardava lo schermo illuminato come si guarda il biglietto di affronto del proprio peggior nemico. 
Dante aveva avuto il posto qualche sedile più indietro del loro e li stava osservando sbilanciandosi a destra e sinistra per sfruttare lo spazio fra le sedute per vederli. 
Dazai premette il tasto della chiamata e si portò il cellulare all'orecchio,ma subito una voce femminile registrata lo informò che "era impossibilitato a chiamare il numero selezionato".
Saffo si portò una mano alla bocca con teatrale sconforto.
<<Osamu che viene bloccato da qualcuno? Non eri tu quello che bloccava le persone di solito? Il tuo ragazzo ti ha lasciato?>> stava palesemente cercando di non ridere sguaiatamente. 
Lo sguardo di Dazai era ancora glaciale,dentro di lui stava poco a poco iniziando a montare la rabbia.
<<Saffo>> la chiamò,lei ammutolì per un secondo. 
Era pur sempre Dazai,faceva paura se ci si metteva.
<<Si?>> rispose con voce flebile.
<<Slacciati le cinture>>

[...]

<<Ahi,mi fate male!>> una guardia cercava impacciatamente di mettere le manette intorno ai polsi della greca,mentre quello che apparentemente era il suo collega stava telefonando ai suoi superiori.
Dazai e Dante osservavano la scena con circospezione da dietro un muretto dell'aeroporto. 
Non era molto grande,nonostante fosse l'aeroporto di una capitale,e nonostante questo avevano dovuto ricorrere ad uno stratagemma per far si che si accorgessero di Saffo. 
Dazai teneva la testa piegata all'indietro tenendo premute le dita sul naso da cui ancora colava un rivolo di sangue.
<<Quella bastarda mi ha fatto male..>> si lamentò. 
<<Le hai detto di colpirti,ha fatto solo quello che le hai chiesto>> la rossa scrollò le spalle.
<<Di solito le risse in aeroporto sono quel tipo di cose da evitare se sei appena sceso da un aereo e sei sulla lista dei cattivi di Babbo Natale>>
<<Tu sei sicuramente sotto al nome di Saffo!>>
<<Sopra Dante,sicuramente sopra>>

Nonostante parlassero in quel modo non si erano guardati negli occhi da quando erano tornati a casa dopo aver fatto la spesa il giorno prima. C'era tensione,ma non tanto per quello che era successo. Tutti e due avevano un problema da risolvere e avevano la testa altrove,ma non se lo potevano certo permettere nel bel mezzo di un'operazione. 
Dazai non riusciva a smettere di pensare al messaggio di Chuuya,però. 
"A volte no"
Che cosa diamine era? Una resa? O forse una dichiarazione di guerra? Voleva dire che non aveva più intenzione di sacrificare la sua vita per corrergli dietro? Ma nessuno glielo aveva mai chiesto. Nessuno gli aveva chiesto di tornare con lui dopo che si era finto morto per due anni; Dazai avrebbe dovuto capirne di più su quel nanerottolo isterico quando aveva scoperto che gli erano bastati due anni senza il suo partner per rifarsi una vita e addirittura cambiare organizzazione.
Non era Chuuya il fanatico dell'avventura? Non era Chuuya quello che aveva preteso di aiutarlo nelle indagini dopo che era stato colpito da un proiettile la prima volta che si erano rivisti? 

<<Dazai,sveglia>>
Dante richiamò la sua attenzione.
"Non ho mica tempo per lui" il bendato borbottò mentalmente "non ne ho mai avuto"
I due osservarono mentre Saffo veniva fatta entrare nell'auto della polizia greca senza opporre troppa resistenza.
L'avrebbero portata al palazzo presidenziale,di questo Dazai ne era sicuro,avrebbero dovuto controllare i suoi trascorsi e il motivo per cui era stata nominata nemico pubblico, solo dopo avrebbero potuto trasferirla in una delle carceri dello stato.
Saffo doveva rubare trovare e rubare i dossier nel lasso di tempo in cui l'avrebbero tenuta prigioniera e poi lui e Dante avrebbero dovuto liberarla e fuggire il più in fretta possibile.
<<Ci fingiamo turisti?>> chiese la ragazza mentre esaminava un cappello di paglia che aveva visto nella vetrina di uno dei negozi dell'aeroporto. 
<<Ci fingiamo turisti>> annuì Dazai.
Dovevano preparare la via di fuga,ma prima gli serviva un posto dove organizzare tutto.

[...]

James Joyce batteva ferocemente le dita sui tasti di un computer,seduto al tavolo della cucina con una tazza di caffè accanto a sè che aveva riempito e svuotato circa tre volte da quando si era seduto. 
Fuori era quasi buio,si disse che in Grecia doveva esserlo già da un po'. 
Kanoko Okamoto entrò in cucina giusto in tempo per vedere James che si alzava per riempirsi nuovamente la tazza di caffè con aria nervosa. 
La ragazza giapponese gli si avvicinò,incuriosita dal suo comportamento. 
<<Tutto bene?>> il biondo,che non si era accorto di lei,sussultò passandosi una mano fra i capelli con aria frustrata.
<<Bene,grazie Kano>> biascicò,controllando il caffè nella macchinetta. Era vuota. 
La mora si sedette ad una delle sedie sbirciando sullo schermo del portatile.
<<É nuovo,lo hai comprato in uno dei negozi qui vicino?>> 
L'irlandese annuì.
<<Ho cercato di entrare nel sistema di archivi informatici della grecia,ma come sospettavo la tecnologia lì non è a livelli così avanzati da includere un sistema di archivi che contenga anche i casi di vent'anni fa.. non li hanno mai trascritti. Mandare quei tre a rubarli è stata l'unica cosa che io potessi fare>>

Kano notò una nota incrinata nella voce del ragazzo,si disse che era perchè James era abituato per principio ad operare solo entro i limiti della legalità,ma in quel momento non aveva avuto scelta.
Lei non aveva mai operato nei limiti della legalità in vita sua,ma in quel momento le venne in mente Oda e la sua ossessione per il non uccidere; il suo cuore si strinse nella memoria per qualche attimo,poi si ricordò di chi era e dove si trovava in quel momento.
<<Da quando siamo arrivati sembri molto più nervoso e stressato... più del solito>> gli disse con tono gentile mentre l'altro era di spalle,intento a riempire di caffè la macchinetta scarica.
A quelle parole sembrò bloccarsi per un secondo.
<<Ti sbagli>> fu tutto quello che disse. 
James era lo stereotipo dell'uomo onesto che ha votato la sua vita alla ricerca e alla protezione del bene comune,questo era palese. Ma Kanoko aveva avuto a che fare con Mafiosi,criminali grandi e piccoli teppisti di quartiere,sicari e spie.. era in grado di capire quando qualcuno nascondeva qualcosa, tuttavia la sua posizione in quel momento non le permetteva di obiettare: non era più Kanoko Okamoto,vice generale della Port Mafia, era solo Kano,la timida rappresentante del Giappone in un'associazione completamente incompetente.
<<Fai attenzione>> sospirò,e si allontanò senza nemmeno essersi riempita la tazza che aveva portato con sè. 

James rimase per un po' la fissare il fuoco del fornello acceso. 
<<Mi converrà>> sussurrò a sè stesso <<e converrà anche a Dante>>

[...]

<<RUBIAMO GLI ASCIUGAMANI!>> 
Dante saltava sul letto della piccola stanza d'Hotel.
<<Ma insomma,voi Italiani dovete sempre farvi riconoscere?>> contestò lui,che invece era seduto su una sedia al tavolo e consultava delle mappe.
<<Non ho fatto l'applauso quando è atterrato l'aereo>> lei gli fece la linguaccia.
<<Perchè mai avresti dovuto farlo? Atterrare è il suo lavoro! >>
<<Secondo me però ha atterrato proprio bene>>

Fuori dalle finestre di vetro sottile che mostravano il paesaggio della Grecia illuminata di notte,una luna rossastra e solitaria brillava nel bel mezzo del cielo ricoperto di nuvole.
Dazai aveva studiato tutti i possibili piani di fuga che gli venivano in mente,calcolando imprevisti e la loro scarsa conoscenza della planimetria dell'edificio governativo. Tenendo in conto tutte le variabili,gli erano rimasti due o tre possibili piani con probabilità di successo superiori al 52%. 
<<Come pensi che se la stia passando Saffo?>> chiese Dante,che ora era stesa sul letto a fissare il soffitto.
Il bendato scrollò le spalle.
<<É intelligente,se la caverà. Sa anche combattere,il mio naso ha smesso di sanguinare poco fa>>
Lei non obiettò. 
Ci fu qualche minuto di silenzio,nel quale i pensieri di entrambi erano così forti che avrebbero potuto giurare di poter ascoltare il ronzio prodotto dall'elevata attività cerebrale dell'altra persona nella stanza. 
Fu Dazai a interrompere questo silenzio,ad un certo punto.
<<Una volta recuperati i fascicoli li porterai tu a Joyce e gli altri>>
Dante aggrottò la fronte,confusa.
<<Io? E tu?>>

Il moro prese un respiro profondo e si stiracchiò,in quel momento si ricordò da quanto tempo era che non dormiva.
<<Devo tornare a Yokohama a risolvere una questione. Se non la risolvo lì dovrò arrivare fino in Scozia per trovarlo,e prego davvero per lui che non sia ancora lì>>
Il suo pensiero corse nuovamente a quel messaggio e gli venne voglia di spaccare il telefono contro il muro.
<<Certo che siete due femminucce... litigate come se foste una coppietta delle scuole superio->>
<<STAI. ZITTA.>>
La voce del ragazzo le arrivò come il bordo di una lama che le sfiorava la gola. Raramente Dazai si scomponeva,questo lo sapeva bene; probabilmente aveva toccato un tasto dolente o una ferita fresca. 
Prima che potesse rendersene conto Dazai si era alzato in piedi con espressione furiosa e le puntava il dito contro.
<<É tutta colpa tua. Tua e dei tuoi amichetti,Dante. Se non mi aveste coinvolto nei vostri problemi,se non ti fossi approfittata del favore di avermi salvato per farmi implicitamente pressione per rimanere,me ne sarei andato subito e adesso sarei su qualche spiaggia di Yokohama insieme al mio ragazzo,con un bicchiere di Whiskey in una mano e il suo cazzo nell'altra. Ragazzo che non ho più,giusto per intenderci. E lo sai di chi è la colpa,Dante?!>>
La ragazza tacque,immobile nell'esatta posizione in cui si trovava prima. 
Dazai aveva un mezzo fiatone e un mal di testa che sembrava stargli per aprire in due il cranio.
<<Spero che tu faccia la fine che hai fatto fare a tu-sai-chi>> parlò nuovamente ma con tono meno agitato,più freddo,mentre le passava davanti per uscire dalla porta. 
Dante rabbrividì nel momento in cui le passò affianco,facendosi più piccola che potè per non essere toccata da lui. 
Un biglietto sul tavolo dove prima sedeva Dazai recitava la scritta "fra un'ora alla strada x"

[...]

Essere bassa,essere molto bassa,aveva un vantaggio: potevi passare dappertutto. Se poi avevi anche un potere che ti permetteva di invertire qualsiasi cosa calcolabile,imparavi presto che l'ultima cosa di cui avevi bisogno era una faccia che dimostrasse la metà dei tuoi anni. 
Saffo si ripeteva questo mentre frugava fra le cartelle polverose nell'archivio sotterraneo. 
<<Nessun ordine preciso,nessun targhettino che indichi l'iniziale del nome... CEO dell'organizzazione questi greci>> sbuffò tossendo subito dopo per aver probabilmente respirato la polvere uscita dall'ultimo fascicolo. 
Si girò indietro per dare un'occhiata alla porta,ma era chiusa a chiave esattamente come l'aveva trovata quando aveva controllato uscita dall'impianto di areazione. 

La stanza degli archivi non era molto grande. Era buia,Saffo scommettè si trovasse parecchi livelli sotto il piano terra della residenza; era completamente occupata da librerie e carrelli contenenti cartelline gialle senza data nè nome. 
<<Nulla a che fare col lusso degli archivi russi>> piagnucolò ripensando alla gentilezza mostrata da quell'amico di Dazai,Lev Tolstoj. 
Si guardò intorno e venne momentaneamente presa dallo sconforto. 
Non sapeva quanto tempo ci volesse prima che le altre guardie si accorgessero che aveva messo al tappeto i due che la controllavano ed era sgattaiolato nel condotto di areazione neanche fosse in un film di James Bond.
"Dazai e Dante mi staranno aspettando qui fuori,devo muovermi"
Si disse.

Doveva sforzarsi a pensare come Dazai,lui avrebbe trovato subito il fascicolo giusto. 
Era la cosa più segreta che il governo dovesse nascondere,perciò in qualche modo doveva essere stato rilegato con molta cura per farlo sembrare il più comune possibile; quando si fa una cosa del genere si finisce per prestare troppa attenzione e il risultato risulta comunque diverso fa tutti gli altri. 
Osservò,poi osservò più attentamente.
<<Cerco qualcosa di talmente banale da richiamare l'attenzione..>> bisbigliò,girando su sè stessa lentamente <<ci sono tantissime cartelline gialle tutte accatastate,alcune si sono anche aperte riversando i fogli a terra,e sono la prima cosa che si nota una volta entra->>
Si bloccò alla vista di una cartellina gialla come tutte le altre,impilata dritta e chiusa con una cordicella (cosa che gli altri non avevano). 
<<Ti prego,dimmi che sei tu!>> 
Saffo corse fino alla libreria afferrandolo di botto,ma appena lo estrasse una luce rossa si illuminò dove prima aveva visto una lampadina senza trovare l'interruttore. 
Nel giro di qualche secondo un allarme più che rumoroso le stonò i timpani tanto che dovette tapparsi le orecchie e mordersi l'interno della guancia per non gridare. 
"Giugno 20XX" lesse sulla cartella,in un punto che non era visibile finchè non veniva sfilata dalla libreria. 

[...]

L'allarme era udibile per mezzo chilometro dalla residenza presidenziale. Dazai e Dante,che si erano appostati in un punto individuato dal ragazzo dove si incrociavano l'uscita del condotto di areazione e quello e lo scarico delle acque della casa,la sentirono non appena scattò. 
<<Saffo!>> Dante scattò in piedi ma Dazai le fece cenno di rimettersi giù. 
<<Dove vorresti andare? Se l'hanno presa sarà tutte le guardie del presidente contro noi due. Io ho una pistola e un'abilità pressocchè inutile,tu?>>
<<Con la mia abilità possiamo entrare>> contestò la ragazza,senza guardarlo negli occhi. 
Ci aveva provato prima,ma era stata attraversato da un brivido misto di paura e vergogna. 
<<E come pensi di sapere dove si trova precisamente Saffo? E ti ricordo che non hai il controllo dello spazio con la tua abilità>>
Lei iniziò ad andare avanti e indietro nervosamente.
<<CHE COSA DIAMINE VUOI FARE ,DAZAI?!>> gli gridò contro senza ritegno. 
Avrebbe voluto afferrarlo e scuoterlo,ma non poteva.
<<PENSI DI RIMANERE QUI A RIMURGINARE SUI TUOI PROBLEMI MENTRE LA TUA AMICA VIENE CATTURATA O MAGARI UCCISA?! NON SEI CERTO IL DAZAI CHE HO CONOSCIUTO IO>>

Ma lui si era alzato circa a metà della frase,aveva infilato le mani nelle tasche del cappotto e si era allontanato in direzione della porta principale. Ora era Dante ad avere il fiatone,lui sembrava imperturbabile. 
<<Andiamo di là>> indicò la grossa porta dell'edificio dai mattoni bianchi <<se non ha la calma di uscire da uno dei condotti è più probabile che ora stia combattendo>>

[...]

Velocità media di un proiettile: 810 m/s.
Tutto ciò che si può calcolare si può invertire. 
Tutto ciò che in quanto vettore ha direzione e verso,può andare nella direzione e nel verso opposto. 
La velocità del proiettile diventa -810 ,m/s. Questo non significa che abbia rallentato,ma che abbia solo invertito la sua traiettoria. La velocità aumenta come aumenta lo spostamento,quindi se il proiettile andava ad una velocità di 810 m/s verso di lei,cambiando la traiettoria e aumentando il percorso da compiere prima dell'impatto non era possibile schivarlo se non si era professionisti dei riflessi. 

La cosa diventava complicata quando non era un solo proiettile a dover essere riflessi,ma tutti quelli sparati da 10 guardie giurate munite di pistola che sparavano allo stesso tempo.
Saffo ce la stava mettendo tutta. 
Era riuscita a mettere K.O quelli che avevano aperto la porta dell'archivio per controllare l'intruso senza usare la sua abilità,poi aveva corso per le scale che salivano fino al piano terra cercando di trovarsi in presenza di meno nemici contemporaneamente. 
Tuttavia l'atrio era molto grande e le scale che partivano dall'archivio portavano direttamente al secondo piano. 
"Devo scendere dalle scale principali" pensò la ragazza,mentre un proiettile faceva un rumore orribile conficcandosi nel muro alle sue spalle. In mani teneva ancora saldamente stretto il fascicolo giallo,che aveva qualche bruciatura da contatto con i proiettili che rifletteva. 

Un rumore diverso dagli altri la fece sussultare,era il suo telefono.
<<Osamu?>> rispose lei tenendo l'apparecchio fra la testa e la spalla,doveva avere almeno una mano libera in caso di bisogno. 
<<Saffo,dove sei?>> a risponderle fu la voce di Dante. 
<<Secondo piano,ma non è il momento. Mi stanno leggermente sparando->>
La voce di Dazai risuonò in sottofondo. 
<<Cerca di scendere più in fretta che puoi. Tra cinque minuti esatti apro la porta d'ingresso e ti facciamo fuoco di copertura. Devi solo uscire>>
Saffo sbirciò da dietro l'angolo in cui si trovava e per poco un proiettile non la colpì.
Suonava complicato,ma se avesse saltato attraverso la tromba delle scale forse.. 
<<Roger>> rispose e chiuse in fretta la telefonata. 

Per attutire la caduta c'erano due modi: aumentare la densità dell'aria o invertire temporaneamente la gravità.
"Quando vedo Lesbia devo ringraziarla di avermi ficcato in mente tutta questa fisica.."

[...]

<<E se le guardie all'ingresso del cancello di riprendono?>> chiese nervosamente Dante mentre Dazai armeggiava con la serratura della porta. 
<<In quel caso siamo fottuti,grazie della constatazione>> le rispose lui sarcasticamente. 
Il rumore degli spari si sentiva da dentro a fuori. 
<<Pronta?>> Dazai passò la pistola a Dante e lei annuì. 
Contarono fino a tre e poi aprirono la porta: nell'atrio cinque o sei guardie tenevano lo sguardo fisso verso la tromba delle scale,le pistole alzate. 
Il tacco di una scarpa numero 34 colpì in pieno volto una delle guardie,che cadendo a terrà portò con sè un suo collega. 
<<Dante,spara!>> gridò Dazai,e lei fece fuoco al braccio di uno di quelli rimasti in piedi. 

La ragazzina greca mise piede a terra e sentì un dolore lancinante,ma prese a correre più veloce che potesse in direzione della porta spalancata. 
Ad affacciarsi dal piano superiore,tuttavia,c'erano quelli che Saffo aveva scansato saltando dalle scale,che ora le puntavano a loro volta le armi contro.
<<CORRI,SAFFO!>> urlò la ragazza italiana che cercava di coprirla sparando non mortalmente agli altri agenti. 
Ormai era quasi arrivata,Dazai si preparò a chiudere la porta. 
Saffo sentiva l'aria nei polmoni bruciare come fosse fuoco,ma mise il piede fuori dalla porta più velocemente che potesse. 
Il suono del legno che sbatteva e della catena che veniva richiusa invase le orecchie della ragazza dai capelli verdastri insieme al dolore e al bruciore che provenivano dalla sua gamba. 
Quando si decise a guardare,il sangue colava fuori da un foro piuttosto vicino alla sua caviglia. 

Dazai e Dante le parlavano,ma un fischio acutissimo fu tutto ciò che riuscì a sentire. 
Inizialmente pensò ad un altro allarme,ma ben presto la sua vista iniziò ad appannarsi. 

Qualche secondo dopo era tutto buio.



‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora