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"La Divina Commedia"

Chuuya tossì,infastidito. Sentiva delle voci che gli giungevano molto ovattate,ma ugualmente fastidiose,che parlottavano tra di loro intorno a lui ma non riusciva ancora ad aprire gli occhi e non aveva idea di a chi appartenessero quelle voci o dove si trovasse.
Ripensò all'ultima cosa che riusciva a ricordare e nella sua mente riaffiorò l'immagine di lui che prendeva il veleno.
"Giusto,io sono morto" pensò "quindi forse sono all'Inferno" tentò di muovere una mano,ma i suoi muscoli erano completamente paralizzati: sentiva di avere addosso qualcosa sulla bocca,gli ricordava molto la forma di una mascherina per l'ossigeno,ma dubitava che all'Inferno ci fosse davvero bisogno di una mascherina per l'ossigeno.
Improvvisamente un'altra immagine gli attraversò la mente: Dazai che gli sorrideva con le lacrime agli occhi,steso sul pavimento del laboratorio mentre entrambi morivano piano piano a causa del veleno,lo baciava e poi chiudeva gli occhi appoggiandosi a lui,sempre sorridendo.
Cosa era successo dopo? Anche lui era lì? Doveva aprire gli occhi in qualche modo.

<<È cosciente>> una voce maschile piuttosto profonda parlò,e fu la prima frase che il ragazzo dai capelli rossi riuscì a cogliere distintamente.
<<Vuol dire che ci sente?>> chiese una voce femminile più acuta con tono premuroso.
Dopo qualche minuto Chuuya riuscì finalmente ad aprire gli occhi,ma la luce forte lo costrinse a socchiuderli per evitare di finire accecato.
Provò a parlare,ma aveva la gola secchissima e gli uscì solo una specie di rantolo.
<<Kano,prendi un bicchiere d'acqua>> ordinò la voce maschile.
<<S-subito!>> si sentì rumore di passi che si allontanavano diventando sempre più leggeri fino a sparire.
Cosa diamine stava succedendo? Il rosso avrebbe voluto scattare in piedi e sfoderare la pistola,ma era piuttosto sicuro non di non avere nè le forze nè la pistola.
<<Non preoccuparti,Nakahara>> riuscì a mettere a fuoco piano piano il ragazzo che stava parlando: era alto,dai capelli biondi non troppo lunghi ma spettinati,un camice addosso e degli occhiali attaccati ad una cordicella.
Una ragazza (probabilmente quella chiamata Kano),tornò con un bicchiere d'acqua che porse al malato,che finalmente riuscì a muovere anche le braccia,pur se tremanti,afferrandolo. La giovane aveva lunghi capelli castano chiaro raccolti in una treccia che le ricadeva sulla spalla destra e un fiocco giallo: aveva un'aria gentile e premurosa.
Dopo aver bevuto ed essersi schiarito la voce,Chuuya provò nuovamente a parlare.
<<Voi chi siete?>> riuscì finalmente a chiedere.
A rispondergli fu il ragazzo,che a guardarlo bene doveva avere circa venticinque anni.
<<Ti trovi nel Canto III dell'Inferno>>
"Allora sono davvero all'Inferno" pensò lui "è giustificabile per tutti i peccati che ho commesso.."
<<Lascia che ti spieghi>> continuò il suo discorso quello col camice <<l'Inferno è la parte inferiore del dirigibile su cui ci troviamo,La Divina Commedia. Le stanze sono chiamate "Canti" e tu ti trovi nella numero 3>>
Chuuya non ci stava capendo niente. Allora era vivo o morto? E poi in che senso "Dirigibile"? 

Si guardò per la prima volta meglio intorno e notò di trovarsi steso su un lettino in una specie di infermeria,la finestra a forma di oblò lasciava intravedere il cielo azzurro e le nuvole:erano davvero in alta quota.
<<Perchè sono qui? Cosa è successo?>> chiese,si stava innervosendo. Non capiva se si trovava in una posizione di pericolo o no.
La ragazza con la treccia,Kano,si avvicinò e gli prese le mani sorridendo con aria gentile,facendolo però soltanto irrigidire.
<<Io sono Kanoko Okamoto,puoi chiamarmi Kano come tutti gli altri e lui è James Joyce. Il nostro leader,Dante,è stata chiamata dal tuo partner,Dazai-san,che le ha chiesto di raggiungerlo all'ospedale in cui vi trovavate con una squadra di medici e lei lo ha fatto,portandovi qui in salvo. Va tutto bene,non siamo vostri nemici>>
Le sue parole lo tranquillizzarono,ma poi fu come se fosse attraversato da un lampo.
<<QUINDI LUI SAPEVA CHE SAREMMO SOPRAVVISSUTI IN OGNI CASO?>> sbottò a voce alta,facendo squittire la ragazza che fece un salto all'indietro <<E HA COMUNQUE FATTO TUTTA QUELLA SCENATA DA "DOPPIO SUICIDIO"? Io lo ammazzo. Dov'è!?>>
James Joyce si sistemò gli occhiali,sospirando.
<<Ci sono dei vestiti puliti ai piedi del letto,puoi metterteli: appena hai fatto esci,ti porterò a fare un giro del dirigibile e ti spiegherò tutto>>
Detto questo i due uscirono,congedandosi.
Il rosso non era del tutto convinto,ma aveva decisamente poche alternative,inoltre se era vivo era effettivamente grazie a loro,quindi gli avrebbe concesso una possibilità.
Si infilò velocemente i vestiti e uscì dalla porta.

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali II (Croce e Delizia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora