PROLOGO

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La guerra contro i Titani era ormai conclusa da tempo. Però non tutti si stavano godendo il periodo di pace.
Percy Jackson stava camminando sulla spiaggia, leggermente intristito. Da quando il suo fratellastro, Marcos, accompagnato dai suoi due cugini, Juliet e John, era apparso, la sua reputazione tra i suoi compagni di  battaglia era svanita. Non lo consideravano nemmeno più un animo. Era diventato una nullità.
Persino Chirone, pensò, lo aveva ripudiato, preferendo al suo posto Marcos. Più coraggioso, dicevano. Percy non riusciva a capire come potevano stabilirlo. Cosa c'era di coraggioso nel correre nel campo? Marcos non aveva affrontato Crono, non aveva combattuto al fianco degli altri semidei, per salvare l'Olimpo.
In quel momento, alzò lo sguardo dalla sabbia, osservando il panorama. E, non appena vide la scena di fronte a lui, si pentì di averlo fatto.
Lì, a pochi metri da lui, Annabeth, la sua Annabeth, stava baciando intensamente Marcos, portando le braccia dietro il suo collo.
Percy avvertì un senso di nausea. Si voltò e corse via, senza girarsi una seconda volta.

Percy si lasciò cadere vicino all'arena. Pur notando la sua espressione sconvolta, nessuno dei semidei che passavano si fermò a controllare come stesse. Non interessava loro saperlo. L'unica che si fermò fu sua cugina Talia.
"Percy, che hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma!" Percy sollevò lo sguardo, con le lacrime agli occhi. "Annabeth... lei stava baciando Marcos, sulla spiaggia!" Talia smise di sorridere. "Cosa? Sei sicuro? Magari è lui che ci ha provato con lei?" "No. Stava ricambiando con molto trasporto! Come... cosa ho fatto di così terribile, per meritarmi questo? Passi il signor D, Chirone, gli altri ragazzi. Ma persino Annabeth? Ho già perso Grover e Tyson, anche lei, adesso? Perché a me, Talia?" Talia sospirò. "Percy, è Marcos che li ha convinti. Vedrai che si risolverà tutto. Anche per me e Nico è così. John e Juliet sembra abbiano fatto del renderci la vita un inferno il loro scopo ultimo." "Devono avere una vita pessima." Commentò Percy, sorridendo leggermente. Talia lo abbracciò. "Parlerò con Annabeth e scoprirò perchè si è comportata in questo modo, va bene?" Percy annuì. "Grazie, Talia. Sei davvero un'amica." In quel momento Nico li raggiunse.
"Sentite... ho visto John, Juliet e Marcos dirigersi verso la foresta, avevano un che di sospetto. Li seguiamo?" Talia e Percy annuirono subito. "Io non ho niente da fare, infondo." Commentò Percy.

Nel bosco, Talia indicò una radura. "Ragazzi, sono lì." "Cosa stanno facendo?" Sussurrò Nico. Percy disse. "Avviciniamoci. Evitiamo di farci vedere, però." Nico e Talia annuirono, concordi.
Nascosti dietro un albero, i tre osservarono Juliet, John e Marcos attivare una comunicazione Iride.
"Gea." Apparve il volto della divinità.
"Juliet, John, Marcos. Miei fedeli sudditi. Avete fatto ciò che vi ho ordinato?" Marcos annuì. "Sì, mia signora. Nessuno sospetta di noi. E, non appena Zeus, Ade e Poseidone ci hanno riconosciuti, abbiamo reso un inferno la vita di quei tre pagliacci." Gea rise. "Eccellente, Marcos. Non avevo dubbi in proposito. Sapevo sareste riusciti nel vostro compito. Non era nemmeno molto difficile. Adesso, continuare fino al mio ritorno. Avete molto da fare. Riportatemi le strategie che quegli zoticoni utilizzeranno contro di me. Andate, adesso." Juliet chinò il capo. "Quando potremo unirci a voi, mia signora?" "Ancora qualche giorno, mia fedele servitrice. Ancora qualche giorno."
Percy fece un cenno agli altri due, per segnalare loro di allontanarsi silenziosamente.
Usciti dal bosco, i tre si fissarono. Percy parlò per primo. "Marcos non mi piace per niente, ma... addirittura un traditore? Non pensavo fosse così... spregevole." Talia sospirò, mentre Nico disse. "Dobbiamo avvertire i nostri padri. Poseidone, Zeus ed Ade devono sapere cosa li attende. Non solo loro tre sono dei traditori, ma stanno complottando per riportare al potere Gea e i suoi figli. Sapete cosa vuol dire?" Talia annuì. "Ritornerebbero anche i Titani, e la scorsa guerra sarebbe stata completamente inutile." Percy disse. "Ma... il ritorno di Gea renderebbe più potenti anche i suoi figli?" Nico scosse la testa. "Sicuramente i loro poteri sono collegati. In che modo, non possiamo saperlo per certo." "Ma Zeus, Poseidone ed Ade sì. Nico ha ragione, Percy, dobbiamo avvertirli." Percy annuì. "Perfetto. Io avviso papà." Talia annuì. "Io il mio, e Nico il suo. Funziona bene così." "Ci vediamo qui dopo." Disse Percy. "A dopo." I tre cugini si separarono.

Baia di Long Island.
Percy chiese a una Naiade seduta lì di poter parlare con suo padre. La donna sorrise e poi si immerse in acqua.
Poco dopo, da essa emerse Poseidone.
"Percy, mi hai chiamato? Hai bisogno di qualcosa?" Percy annuì. "Sì, papà. Io... la cosa potrebbe non piacerti." "Dimmi, lo sai che puoi dirmi tutto, figliolo." Percy sospirò. "Io, Nico e Talia abbiamo sentito Juliet, John e Marcos parlare con Gea; papà." "Percy. Sono accuse pesanti." "Lo so, e non le farei se non fossi sicuro al cento per cento di quello che dico. Papà, vogliono renderla più potente. Farla tornare e con lei tutti i suoi figli." "Adesso basta, Percy. Non pensavo che la tua gelosia corrompesse la tua lealtà. Mi hai molto deluso." "Papà, ma sto dicendo la verità! Marcos, Juliet e John stanno complottando con Gea per distruggere l'Olimpo, è..." "HO DETTO BASTA!" Il dio, stanco di non essere ascoltato, diede uno schiaffo al figlio.
La reazione di Percy fu fissare il padre, immobile.
Poseidone sbatté le palpebre un paio di volte, come per risvegliarsi da un incubo.
"Percy... io..."
Prima che il dio potesse dire altro, il figlio, correndo, era già lontano.

Central Park, ingresso degli Inferi
"Padre, devo parlare con te."
Nico attese qualche minuto.
Poi, Ade apparve dalle rocce.
"Nico, dimmi." "Io... ho scoperto una cosa su John, padre. Lui... sta complottando con Gea per distruggere l'Olimpo." "Divertente, davvero. Hai qualcosa da dirmi, o volevi solo disturbarmi?" "Padre, ti dico che è..." "Adesso basta. Sei una delusione continua. Sarebbe stato meglio se fossi morto tu al posto di Bianca. Lei non avrebbe mai inventato simili cattiverie su John. John e Bianca valgono almeno dieci te. Sei una delusione completa. Avrei preferito non averti come figlio."
Nico fissò il padre, con le lacrime agli occhi.
Poi, sparì nelle ombre. Ade sbatté le palpebre, mormorando. "Ma cosa mi è preso?"

Monte Olimpo
Talia stava salendo, con l'ascensore, i seicento piani.
Appena uscita da esso, vide Artemide.
"Mia signora?" "Talia, mi hai deluso. Hai infranto il giuramento." "Mia signora, cosa?" "Ti ho vista io stessa abbracciare il figlio di Poseidone, non mentirmi." "Ma, mia signora, è mio cugino, lo stavo consolando." "Hai infranto il giuramento e questo è quanto. Sei sciolta dal mio servizio."
Artemide se ne andò, lasciando Talia lì. La ragazza, decidendo di rimandare la questione a dopo il dialogo con il padre, raggiunse la sala del trono.
"Padre?" Zeus si voltò. "Talia, cosa ci fai qui? Devi dirmi qualche cosa?" "Juliet sta complottando per tradirti, padre. Vuole aiutare Gea. E far risorgere tutti i suoi figli. Lei, Marcos e John." Zeus la fissò. "Sono deluso da te. Juliet si dimostra in gamba e tu la tradisci così. Pensavo di avere una figlia migliore di così. Prima diventi una Cacciatrice per sfuggire alla profezia, come una codarda. Poi, infrangi il giuramento. Sei una delusione continua. Sarebbe stato meglio se fossi rimasta un pino."
Talia si voltò e corse via.
Zeus spalancò la bocca. "Talia, aspetta. Non pensavo quelle...." La ragazza, ormai lontana, non lo sentì nemmeno.

Al Campo Mezzosangue, Percy, Nico e Talia si incontrarono, come deciso prima. Avevano le stesse espressioni, sconvolte e tradite.
"Io... non posso più rimanere qui. Non riesco..." Nico e Talia annuirono alle parole di Percy. "Ho provato a parlare con Zeus. Non ha voluto ascoltarmi. Nemmeno Poseidone e Ade?" I due cugini scossero la testa. "Bene. Fatti loro, allora. Andiamocene da qui. Facciamo i bagagli e andiamo via." Percy annuì. "Prendo solo l'indispensabile." Nico disse. "Andiamo via adesso, tanto nessuno si preoccuperà di noi. Ci sono le tre star che girano per il Campo." Talia aveva un volto disgustato. "Ci serviranno dei soldi. E a quelli ci penso io. Li sgraffigno dalla casa Grande. Percy, prendi anche le mie cose. C'è già una valigia pronta sul mio letto, nella cabina 1." "Ci vediamo fuori dai confini." Disse Percy, annuendo alle parole della cugina.

Fuori dai confini, i tre cugini si rividero.
"Adesso? Dove volete andare?" Nico lo chiese guardando Talia.
Fu però Percy a parlare. "Nell'unico posto dove gli dei non hanno potere. Andiamo in Alaska." Talia annuì. "Mi sembra una buona idea. Facciamo veloce, però. Non voglio rimandare troppo l'arrivo."
I tre semidei, con uno zaino in spalla ciascuno, corsero via da quella che era stata la loro casa.

Angolo autrice:
Primo capitolo pubblicato!
Domanda: nei prossimi capitoli volete vedere anche cosa avviene sulla Terra nel frattempo? Commentate e fatemi sapere.
I tre episodi con i genitori avvengono contemporaneamente. Se avete letto "what doesn't kill you makes you stronger", sapete che erano controllati, motivo per cui sbattono le palpebre confusi.
Alla prossima
By rowhiteblack

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