CAPITOLO 14

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Ypros

"Vi siete riposati, ieri?" Il re dei giganti era seduto al proprio trono, osservando Perseus davanti a lui, inchinato. "Sì, mio re. Abbiamo potuto recuperare le nostre forze. Parlateci del pericolo che affligge il vostro regno, e noi faremo il possibile per risolverlo." Il re annuì. "Lo so, Perseus. Apprezzo molto le vostre parole. Mio fratello ha abbracciato la via del potere. Voleva il trono, ma per le antiche leggi lo dovevo avere io. Mi si è rivoltato contro, convincendo qualche nostro suddito ad unirsi a lui. Nostra madre, ad esempio, lo ha aiutato. Poco prima di morire di avvelenamento, purtroppo."

Percy annuendo lasciò vagare la sua mente al momento in cui aveva visto Annabeth con Marcos. La sua ragazza che baciava il traditore, preferendolo a lui. Sospirò. "Comprendo il vostro dolore meglio di quanto mi piacerebbe ammettere, temo. Dove sono rifugiati, questi rivoltosi?" Il re fece apparire con un gesto una mappa. "Vedete quelle terre, sulle montagne? Offrono un ottimo rifugio, e loro sono lì." Perseus si avvicinò, per poter osservare meglio la posizione. "Quando volete che siano affrontati?" "Il prima possibile. Per quanto vorrei parlare con mio fratello, e avere una seconda occasione con lui, temo che sia un pericolo per la mia gente. E non posso sopportare tale fardello." "Il vostro cuore è con il vostro popolo. Sono le difficoltà dell'essere re: essere divisi tra l'amore familiare e i doveri verso un popolo fedele a voi. Non temere, faremo il possibile per affrontare i vostri nemici. Renderli inoffensivi, quanto meno." "Apprezzo ancora una volta le vostre parole. Sembra che comprendiate il mio dolore." "Lo comprendo. Ma posso dirvi che se Caos non vi ritenesse degno come re, non ci avrebbe mandato qui. La gelosia è pericolosa, lo so. Concedetemi un momento per parlarne con gli altri Cavalieri e  stabiliremo una strategia veloce per fermarli." "Quando volete agire?" "Nel pomeriggio, mio re. Molti combattono alla sera e alla mattina, ed ormai sono i momenti in cui il nemico è più pronto. Non si aspetteranno un attacco nel pomeriggio." Il re sorrise. "Siete saggio, Perseus. Ancora giovane, ma se avete tale saggezza adesso, tra centinaia di anni potreste divenire il custode della conoscenza e saggezza più conosciuto nell'Universo. Magari smettere di combattere e diventare un consigliere." "Combatto adesso per smettere di combattere un giorno. Combatto per avere la pace, mio re. In tutti i luoghi, conosciuti e non. Ho votato la mia vita a questo scopo." Con un inchino, il ragazzo uscì, dirigendosi verso le tende.

Dopo aver deciso la strategia migliore, Percy rimase indietro con Nico e Talia. "Che avete? Siete stati silenziosi per tutta la discussione." "Pensavamo." Mormorò Talia. "Sapete farlo? Ora si che sono preoccupato!" I due sorrisero debolmente, mentre Nico diceva. "Io... non so se sono abbastanza forte." Percy guardò i due cugini. "Questo vi preoccupa? Non essere abbastanza forti?" I due annuirono. "Adesso basta. Dovete smetterla!" Prima che i due potessero sorprendersi per il tono duro del cugino, lui proseguì. "Quando arriva una sofferenza, quando la vita vi mette alla prova e vi fa soffrire, dovete smetterla di chiedervi perché a me, ma cominciare a risponderle sfidami! Siete più forti di quello che pensate e non siete soli." I due lo guardarono. Talia disse. "Sei maturato. Quando è successo?" Percy sospirò, sedendosi. "Quando ho smesso di lasciarmi abbattere dalla sofferenza e ho cominciato a rispondere."

I Cavalieri avevano schierato l'esercito per la battaglia. Nico guardò Perseus. "Sei sicuro funzionerà?" Perseus osservò l'esercito dei giganti. "Ad essere sincero, Nico, no. Penso che sarà più dura del previsto, ma possiamo avere successo. Probabilmente." Talia sbuffò, mentre Silena commentava. "Non sei molto convincente, sai?" "Non è il mio turno di fare un discorso di incoraggiamento. Oggi tocca a Talia." Talia annuì e guardò gli altri cavalieri. "Evitate di morire, ok?" Non disse altro.
Perseus, prendendo la spada con un ghigno, disse. "Ora si che sono ispirato. Andiamo, ragazzi."

Il capo dei nemici era stato fermato da Luke. Zoe si preparò a colpirlo. Perseus la fermò. "No, aspetta. Lui viene con noi, il re vorrà parlarci." Il traditore guardò il ragazzo. "Preferisco morire adesso." "Mi dispiace deluderti, ma è già arrivato." Indicò il re che osservava il fratello.
"Sei ancora in tempo, fratello." Il traditore si sollevò. "Come puoi chiedermi qualcosa, dopo nostra madre?" "Abbiamo perso lei e nostro padre. Non farmi vivere anche la tua perdita." Dopo qualche momento, il traditore si inchinò. "Ti giuro la mia fedeltà mio re. Sarò la vostra spada, i vostri occhi e il vostro cuore." "Accetto il giuramento, fratello. Bentornato a casa." I due si sorrisero.

"Perseus. Sono soddisfatto delle tue azioni." Il Cavaliere si inchinò a Lord Caos. "Mio signore, le vostre parole mi confortano." "Abbandona le formalità, per favore. Mi spaventi, in questo modo." "Chiedo scusa. Miraval era molto preciso nella sua educazione." Caos sorrise. "Lo so, credimi. Ha avuto una storia difficile. Ma non voglio parlare di Miraval. Perchè?" "Cosa?" "Hai risparmiato il traditore?" "La forza di un uomo è nella sua compassione, non nella sua violenza. Il traditore aveva commesso un errore, ma poteva ancora rimediare." Caos annuì. "Hai ragione." Dopo alcuni attimi di silenzio, egli sorrise. "Sei il migliore di tutti i cavalieri precedenti. Hai un buon cuore, seguilo sempre e ovunque ti porti."
Percy sorrise. "Grazie mio signore."

Mentre Perseus curava il proprio destriero, Ylenia lo raggiunse. "Cavaliere." "Ylenia. A cosa devo il piacere?" "Quando partirete, Perseus?" "Il prima possibile. Lord Caos ci ha assegnato una missione nelle terre dolenti." Ylenia posò una mano sulla spalla del giovane. "Aspettate la notte, passatela con me. Rendetela unica, vi prego." Percy la guardò, sorridendole leggermente.


La mattina dopo, Perseus si svegliò con la giovane distesa al suo fianco, mentre accarezzava la perla al suo petto. "Cosa significa questa perla, mio cavaliere?" "Un dono, Ylenia. Della principessa dei celtici." "Avete concesso anche a lei tale esperienza?" Domandò la giovane fanciulla, accennando alla loro situazione. Perseus annuì, senza parlare. Ylenia, sorridendo, gli porse una perla dalla sua collana. "Vi prego, conservatela per me. Il mio popolo ha tale perla come simbolo: l'ametista. Indica la nostra perseveranza e la nostra lealtà. Il nostro accettare le piccole cose comprendendone il grande valore." Perseus la prese. "Grazie, mia signora. Avete un buon cuore, anche e soprattutto dopo.." "Non avete abusato di me, Perseus. Pensate a me, stringendo la perla, vi prego." Perseus annuì, aggiungendola all'altra. Le diede un bacio sulla fronte, salutandola. "Vi auguro ogni bene, mia lady." "Anche a voi. Trovate l'amore da qualche parte."

Alla tenda, Talia stava osservando l'abbigliamento di Percy. "Ylenia era con te?" Percy annuì, ricevendo uno sguardo di biasimo dalla cugina. Ignorandola, Percy disse. "Prepariamoci a partire. Andremo subito. Nico, Talia, venite con me a porgere omaggio al re e a suo fratello."

I tre andarono dal reale, chinando il capo e dicendo. "Salute re e principe. Siamo destinati a partire, temo." "Sarete sempre i benvenuti qui. Vi auguro ogni fortuna e ogni bene." "Anche a voi, mio re. Se avrete mai bisogno di noi..." "Lord Caos vi manderà, lo so. Andate, adesso. Salvate un altro popolo dalla guerra." "O un fratello dalla sua arroganza." Disse il fratello, sorridendo a Percy, grato al ragazzo per la possibilità ricevuta da lui, quella di ricongiungersi al fratello.

Sui draghi, Beckendorf sbuffò. "Siamo diretti alle terre dolenti in quale pianeta scusate?" "Della disperazione." Rispose utile Bianca. "Dal nome non mi aspetto molto." I cavalieri risero, poco prima di sparire nello spazio-tempo, diretti in un nuovo pianeta.

angolo autrice

alla prossima

by rowhiteblack

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