CAPITOLO 15

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Luke e Beckendorf erano seduti vicini, mentre osservavano Percy e Talia impegnati a discutere con i sovrani del pianeta.

"Terre dolenti. Mancava solo un cartello con scritto NON ENTRARE ed eravamo a posto." Beckendorf sbuffò divertito alla frase di Luke che, dubbioso, lo guardò. "Che hai?" L'afroamericano indicò Percy. "Non so... è cambiato. Il Percy che conoscevo io non avrebbe mai... dormito con una ragazza sconosciuta." "Due." "Come?" "Talia me lo ha detto. Dai giganti è stato con Ylenia. Una specie di servitrice, una gnoma del regno." "Due..." Charles scosse la testa. "Non so, Luke, ma deve essergli successo qualcosa di davvero grave se addirittura cambia se stesso. Sai, Efesto diceva una frase, riferita alle persone che hanno sofferto molto." "Hanno avuto a che fare con gli dei e hanno preferito il suicidio?" Charles scosse la testa. "Diceva che se rompi una persona non la puoi riparare. Per questo lui preferiva le macchine, era più facile aver a che fare con loro. Piuttosto che con gli umani." "Ed ecco spiegato perché Afrodite tradiva Efesto: lui preferiva le macchine a lei." L'afroamericano guardò il biondo, serio. "Riesci ad essere serio? Quello che voglio dire è..." Luke annuì. "Se Percy è così diverso, così rotto... cosa gli è successo? Tornerà mai come prima?" "Non è con gli altri che è cambiato, ma con se stesso. Tu non l'hai visto crescere, Luke, io sì. Ero suo amico, e... è sempre Percy, ma è distante. Come se..." "Non fosse realmente qui. Lo so, l'ho notato anche io."

***

Percy stava accarezzando Yarell. "Sei davvero un drago molto bello, sai?"

Il drago verde acqua alzò la testa, pavoneggiandosi. Poi riportò i suoi occhi verso il giovane. "Ti abbiamo spiegato del legame drago e cavaliere, no?" Percy annuì, mentre sistemava la sella del destriero. "Sì, mi ricordo." "So che soffri, giovane. Parla con me, permettimi di aiutarti." 

Percy si sedette di fianco al muso della bestia, portando una mano su di esso. "So che è stupido, ma... sento la sua mancanza." "Di chi?" "Di Annabeth. Era la mia ragazza, ma prima ancora era la mia migliore amica. Senza di lei... mi sento perso. Non so come fare." Il drago abbassò la testa, riscaldando il semidio. Poi disse. "Spesso, l'unico modo per comprendere come fare è provare." Percy sorrise, avvicinandosi al calore. "Avevi ragione." "Riguardo?" "Del legame cavaliere-drago. Posso davvero parlare con te."

***

I cavalieri erano posizionati negli angoli dell'accampamento nemico. I draw avevano indicato i capi e gli armamenti dei nemici, consentendo un'adeguata preparazione al gruppo dei nove.

Percy fece cenno agli altri di avvicinarsi e, una volta controllate le postazioni di sorveglianza della difesa, fece cenno di attaccare.

Urla e lampi confondevano i banditi, che si ritrovarono a dover affrontare i Cavalieri di Caos.

Nonostante il poco preavviso, però, essi riuscirono ad organizzare una rapida difesa, cercando in qualche modo di resistere al fuoco e al vento evocati dai draghi, con il fiato e con le ali.

Percy era impegnato ad abbattere due elfi rinnegati, veloci ma troppo sicuri di loro stessi. Uccisi, rivolse la propria attenzione ad uno dei capi, che ghignò, scoprendo dei denti affilati.

"Combatti come una ragazza, cavaliere." L'ultima parola venne sputata con assoluto disprezzo.

Percy si guardò intorno, vedendo Zoe e Bianca abbattere una bestia del destino, un mostro alto quattro metri ed estremamente pericoloso; Silena che, come una gazzella, saltava da una parte all'altra, evitando le trappole dei nemici e uccidendo coloro che si avvicinavano abbastanza; e infine Talia che era impegnata ad evocare delle tempeste, favorita dall'aiuto dei draghi, mentre utilizzava pugnali, frecce e lance dei morti per ucciderne ancora.

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