CAPITOLO 7

428 18 2
                                    

Campo Mezzosangue
Tyson si avvicinò al padre. "Papà, che succede?"
Poseidone sospirò. "Percy, Talia e Nico... sono scomparsi. Non ti ho avvertito prima, perchè speravo di trovarli in breve, ma..." "Da quanto tempo?" "Due settimane, circa." Rispose Zeus, anticipando Poseidone. Tyson guardò il padre, con l'occhio pieno di rabbia. "Due settimane? Cosa gli avete fatto?"
Il ciclope si diresse verso la capanna 3. "Dove vai, figlio?" "A uccidere Marcos." Poseidone gli mise una mano sulla spalla, per fermarlo. "Aspetta, Tyson. Marcos se ne è andato. Era una spia di Gea, e poco dopo la fuga di loro tre, è fuggito. Insieme a John e Juliet."
Tyson riportò lo sguardo sul padre. "Se non torna, è colpa tua." Poi si tuffò nel mare, sparendo dalla vista degli dei. Ade guardò Poseidone. "Ti senti bene?" "Sto facendo soffrire tutti quanti." Zeus abbracciò il fratello. "Li riporteremo qui, te lo prometto."

Phoebe guardò Artemide. "Mia signora, abbiamo già cercato in Alaska, e loro non si trovano da nessuna parte. Non sarebbe più opportuno cercare in altre zone?" Artemide, posando una mano sul proprio arco, sospirò. "Fate come ho detto io, Phoebe. Sento che l'Alaska ha qualche importanza, ma non riesco a capire quale possa essere. Andate a vedere cosa trovate." Phoebe si inchinò, uscendo dalla tenda della sua signora. Radunò un gruppo di dieci cacciatrici. "Venite con me. Dobbiamo andare in Alaska."
Una della cacciatrici, amica di Phoebe dall'adesione alle cacciatrici, la fissò. "Ancora?" "Sì, la nostra signora vuole così. Andiamo. Voi altre, rimanete qui, agli ordini della divina Artemide."
Le undici cacciatrici partirono, giungendo in poco tempo in Alaska.
"Cosa dobbiamo cercare?" "Non lo so. Cerchiamo loro tre, nel frattempo, poi vediamo cosa troviamo."
Le altre annuirono.
All'improvviso, un gruppo di cento grifoni arrivarono, attaccando il gruppo di ragazze.
"Disperdetevi!" Phoebe diede l'ordine ufficiale, per garantire la sopravvivenza del gruppo.
Per salvarsi, però, il gruppo fuggì, tornando al campo dalle altre.
"Allora?" Domandò Artemide, vedendole comparire. Phoebe si alzò. "Mia signora, i grifoni si sono moltiplicati, e sono più forti. Per non morire, siamo tornate. Se vuoi, domani andremo in di più. Oggi sarebbe stato un massacro rimanere lì." Artemide annuì, delusa.
"Molto bene. Riprendetevi e riposate. Domani partiremo all'alba." La dea rientrò nella propria tenda, per poter abbandonare la maschera di forza, e piangere per la scomparsa della ragazza. "Oh, Talia, perdonami. Non volevo farti soffrire."

Base di Miraval
Percy guardò Talia e Nico. "Dai, oggi abbiamo il primo allenamento con Miraval." Nico lo guardò. "Percy che sensazione hai, riguardo Miraval?" Domandò, attirando l'attenzione di Talia.
Percy rimase in silenzio per un po'. "Penso che sia molto potente, sicuramente. Emana un'aurea molto evidente. Credo che sappia adattarsi a tutte le possibili situazioni, altrimenti non sarebbe divenuto un allenatore di Cavalieri. Ha saputo adattarsi alle necessità di Caos." Talia lo guardò. "Quindi, potente, scaltro e flessibile. Perciò?" "Possono essere una combinazione positiva o negativa. Dipende da quali sono i suoi obiettivi a lungo termine. Dovrei conoscerlo meglio. Vedremo, anche con questo allenamento." Nico sorrise, guardando Talia. I due cominciarono a ridere. Percy li fissò, stupito. "Ma che avete?"
I due risero ancora più forte.
"Dai!" "Sei diventato più serio e anche più saggio." Spiegò Talia, fermando le risate. Percy sorrise tristemente. "Lo sono sempre stato. Solo che preferivo non mostrarlo. A loro serviva qualcuno che alleggerisse l'atmosfera." Nico lo abbracciò. "Sono contento di averti come cugino."
Percy lo corresse. "Adesso siamo fratelli, Nico. Lo dovresti sapere." Poi ricambiò con forza l'abbraccio. Talia, sorridendo, si unì all'abbraccio, stringendo forte i due ragazzi. "Vi voglio bene, ragazzi." Disse la ragazza.
Percy, sorridendo, chiese. "Ehy ma che vi è successo? Vi siete addolciti?" Nico e Talia, facendo una smorfia, scossero la testa. "Oh, no. Non offendere, per favore."
Percy rise, poi disse. "Andiamo. Tra dieci minuti dobbiamo essere da Miraval. Non ritardiamo."
I due annuirono, seguendo il ragazzo.

"Ben arrivati, Cavalieri. Siete perfettamente in orario, complimenti." Percy, Talia e Nico chinarono lievemente il capo verso Miraval. "Lord Miraval." Salutarono, facendo sorridere lievemente Miraval.
Talia fissò quel sorriso. Era freddo, non confortante come un sorriso avrebbe dovuto essere. Paragonato a un sorriso di Percy, quello di Miraval era come la Luna. Freddo, nascosto, mentre quelli di Percy erano come il sole, sinceri, confortanti e ti avvolgevano nel loro calore, sollevandoti dal tuo dolore e dalla tua sofferenza.
Miraval portò i suoi occhi contro quelli di Talia, guardandola direttamente. La ragazza si sentì arrossire, sentendosi in colpa per i propri pensieri, come se l'uomo potesse averli sentiti.
Miraval disse. "Come vi avevo anticipato ieri, il vostro addestramento comporterà la sostituzione di sentimenti negativi con indifferenza. Perderete anche i sentimenti positivi, e imparerete a diventare razionali completamente. Avete accettato." Perseus annuì. "E siamo ancora convinti della nostra scelta."
Miraval annuì, seriamente. "Molto bene. Sopporterete dei dolori inimmaginabili."
Nico disse. "E siamo pronti. A qualunque cosa."
Miraval sorrise, con il suo sorriso freddo e calcolatore. "Eccellente. Mettetevi in fila."
Indicò tre posizioni, una a fianco all'altra, segnate con un cerchio di fuoco.
I ragazzi presero il posto loro indicato, con Perseus tra i due cugini, per cercare di confortare con la vicinanza i ragazzi.
"State attenti. Il dolore potrebbe essere oltre ogni vostra previsione."
I ragazzi, guardandosi confusi, provarono a chiedere spiegazioni. Prima che aprissero bocca, però, i cerchi di fuoco per terra si alzarono, avvolgendo completamente i giovani, che si accasciarono a terra.
Percy aprì la bocca, ma non uscì alcun suono, per il dolore troppo elevato.
Voltandosi di lato, vide che anche i cugini erano paralizzati dal dolore.
Improvvisamente, la tortura finì e le fiamme si spensero.
Miraval li osservava con grande interesse, come se fossero un esperimento, raccapricciante, ma senza dubbio incredibile.
"Cosa provate? Dolore, rabbia, impotenza?" Talia lo guardava disgustata. "Ci hai torturati!" "No, vi sto rendendo più forti. Separate il vostro corpo dalla vostra mente. Non provate dolore fisico, ignoratelo e gli sopravviverete. Anzi, lo vincerete! Lo supererete e diventerete delle persone più forti, più potenti, più resistenti. Meno plagiabili. Più rispettate e temute per la vostra potenza. Non avrete nessun dolore, nessun timore. Niente che possa rendervi vulnerabili."
Percy guardava preoccupato Nico, che era diventato mortalmente pallido.
"Se non ne siete contenti, rinunciate. La vostra scelta determinerà chi siete."
"Abbiamo già scelto, Lord Miraval. Non è stato difficile, e ve lo abbiamo già detto."
Miraval fissò orgoglioso Perseus. "Ne ero sicuro. Sulla vostra spalla avrete un promemoria eterno, per farvi ricordare queste parole e la vostra promessa."

Talia, Percy e Nico controllarono la spalla destra, vedendo una bruciatura enorme.
Impallidirono.
"Alla fine del vostro addestramento, non avrete alcun timore. Non dovrete chinare la testa e scappare mai più."

Angolo autrice
Mi scuso per il silenzio prolungato!
Alla prossima
By rowhiteblack

Stand By YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora