CAPITOLO 11

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Terra, Monte Olimpo

Atena stava camminando nervosamente per la sala del trono. Il suo respiro era calmo, ma dall'espressione bellicosa si capiva che era molto arrabbiata.
In quel momento entrarono i tre dei che stava aspettando.
"Atena, è successo qualcosa?" Ade aveva notato la rabbia di Atena e, nervoso, aveva domandato timidamente la causa di essa.
"Avete condannato l'Olimpo! E non ve ne rendete nemmeno conto!" Poseidone si fece avanti. "Non credi di esagerare, adesso?" "Gea sta riprendendo i poteri. Diventa sempre più forte. E solamente Percy, Talia e Nico potevano sconfiggerla. Tutti gli altri semidei sono completamente inutili, in queste circostanze! Ne sarete contenti. Non solo siete stati inutili come padri, ma anche come dei!"
La dea uscì quasi di corsa dalla sala del trono, senza controllare come i tre dei avessero preso le sue accuse.
Dopo qualche momento di silenzio, Ade mormorò. "Ha ragione. Ha molta ragione."
Zeus e Poseidone portarono lo sguardo su di lui. "Cosa...?"
Zeus non terminò mai la domanda, perchè Ade scoppiò a piangere, venendo subito abbracciato dal fratello maggiore. "Shh. Andrà tutto bene."
Poseidone osservava la scena con gli occhi lucidi. "È vero. Risolveremo anche questa."

Pianeta di Ios, terzo quadrante dell'universo, spazio profondo.

Percy stava sistemando l'armatura sua e del drago.
Yarell sorrise. "Sembrate preoccupato, Cavaliere. Non temete, avete una preparazione invidiabile in tutto l'universo. Lord Caos tiene in gran considerazione i suoi Cavalieri. Voi soprattutto." Percy annuì. Non rispose al drago, ma sapeva che Yarell poteva percepire la sua gratitudine, anche senza doverla esprimere a parole. Avevano un legame molto profondo, lui e Yarell. Mentale e morale. Le emozioni di Percy erano completamente percepite e comprese dal drago, che cercava poi di aiutarlo. Nei limiti, ovviamente. Certe ferite... continuavano a sanguinare, sempre.
Percy scosse la testa, finendo di infilare le spade nei loro foderi.
Diede un'occhiata agli altri Cavalieri e poi andò a riferire al capo delle armate dei celtici che loro erano pronti.
"Alla buon ora, Perseus. Credevo che non saremmo più riusciti a fermare la loro avanzata. Avete degli ordini. Seguiteli."

Percy tornò dai cugini. "Salite sui vostri draghi. Tra poco attaccheranno battaglia." Talia, al suo fianco, sospirò. "Non siamo rispettati, Perce." Lui annuì. "Me ne sono accorto. Intanto rispettiamo gli ordini di Lord Caos."

Percy aveva battuto un'intera legione di nemici, mantenendo la retroguardia, come stabilivano i loro ordini. Il suo sguardo, però, osservò la presenza del sovrano dei nemici. Lo indicò a Nico e Talia che, comprendendo il suo piano, annuirono, pronti a sostenerlo come al solito.
Percy fece alzare in volo il drago, spaventando nemici ed alleati. Poi, lo condusse contro il sovrano nemico, scendendo dal suo dorso per ucciderlo.
Morto egli, il suo esercito si disperse, venendo incalzato dai soldati dei celtici.
Ritornò in volo verso i cugini.
"Grazie per aver tenuto impegnate le loro forze aeree." Esordì Percy, accennando al loro intervento per fermare gli arcieri dei nemici.
Talia sorrise, rivolgendo un ghigno al cugino. "E lasciare a te tutto il divertimento? Per chi mi hai preso?"
Nico scosse la testa. "Abbiamo disobbedito a degli ordini, però. Ci saranno delle conseguenze." Percy annuì, per poi sorridere. "Ma noi siamo i Cavalieri. Vinciamo guerre e poi ne paghiamo tutte le conseguenze."

Angolo autrice
Alla prossima
By rowhiteblack

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