CAPITOLO 4

473 18 9
                                    

Base di Miraval
Perseus Jackson era appoggiato a una colonna, mentre osservava il panorama fuori da una finestra. "Non è vero, lo sai?"
Si voltò. Davanti a lui, Beckendorf, Silena e Micheal sorridevano esitanti.
"Ciao... io... scusatemi, se non fosse stato per me... voi..." "Non è stata colpa tua, Percy." Disse Silena, abbracciando improvvisamente il ragazzo. "Non è stata colpa tua. Sei un ragazzo come noi e non hai mai desiderato che nessuno soffrisse. Nemmeno qualcuno come Crono o Ethan."
Lo sguardo di Percy si sollevò. "Ethan è morto realmente?" Silena annuì. "Mi dispiace, Percy. Non... non era destinato a diventare un Cavaliere." Percy annuì. "Ma voi sareste potuti morire. Non ho... tutti voi sei... avrei dovuto fare di più, salvarvi. Bianca, Zoe, voi tre e Luke... siete morti per colpa mia!" Beckendorf scosse la testa. "No. Nessuno di noi la pensa così. Non hai colpe, Perseus. La tua unica colpa potrebbe essere stata quella di aver voluto provare a salvarci. A combattere al nostro fianco, sempre e comunque." Micheal annuì. "Abbiamo una seconda occasione. Che senso ha sprecarla con accuse e controaccuse? Non ti riteniamo colpevole in alcun modo, e nemmeno tu dovresti." Percy sorrise. "Grazie, ragazzi. Avanti, ditemi di più su questa meravigliosa magia!" Disse, indicando il panorama.
Beckendorf sorrise, cominciando a parlare.

Nel frattempo, non molto lontano, Bianca e Nico stavano parlando.
"Allora, Nico? Cos'è successo con papà?" "Ha un altro figlio. John." "Non sei contento di non essere solo?" "Non ero già solo. C'era Percy con me, lì! Comunque, sarebbe stato carino avere un fratellastro, se questo non fosse stato un tale spreco di ossigeno!" Bianca lo fissò. "Cosa intendi?" "È in combutta con Gea, per distruggere la Terra e gli Dei." Bianca spalancò la bocca. "Ma... avreste dovuto dirlo a papà e Zeus e Poseidone! Perché non lo avete fatto?" "Lo abbiamo fatto. Non so cosa sia successo tra Percy e Talia e i loro genitori, ma quando ci siamo ritrovati, siamo scappati tutti e tre. Quindi non deve essere stato molto piacevole. Ade ha detto che sono una delusione. Che sarebbe stato meglio se fossi morto io al tuo posto. Che non sarò mai come te o come John." Bianca impallidì. "Cosa? Oh, Nico, quello che nostro padre ha detto è terribile!" "Non lo è più per me. Un padre. Non mi serve un simile personaggio vicino a me." Bianca annuì, sconvolta. "Percy e Talia?" "Sono la mia nuova famiglia. E anche noi Cavalieri possiamo diventarlo." Bianca sorrise. "È vero. Possiamo esserlo."

Vicino alla biblioteca, Talia e Zoe stavano parlando. "Eri diventata una Cacciatrice." "Già. Volevo onorare la tua memoria, Zoe. Non mi veniva in mente nient'altro." "Devi essere stata un buon sostituto. Artemide non poteva scegliere meglio. Certo, i loro comportamenti successivi dimostrano che anche gli dei possono sbagliare e anche tanto."
Talia annuì. "Già. Che ci possiamo fare. È la vita: dolore e sofferenza, ma anche speranza e amicizia." "Speranza e amicizia? Sembrano parole di Percy, queste." "Sì, lo sono. È la mia speranza, anche se non il mio ragazzo, come Artemide ha accusato." "Chi l'avrebbe mai detto. Tra lui e Annabeth avrei scommesso su lui. Che avrebbe rovinato la relazione..." "Lo ha tradito lei, non lui. Percy la amava, cavolo la ama ancora!"
Zoe annuì.
Prima che potesse parlare, Luke li interruppe.
"Talia. Volevo scusarmi. Non avrei mai dovuto agire contro gli dei. Solo perchè ho agito contro te e Percy, anche. Non mi sarebbe dispiaciuto se avessi finito con gli dei." Talia sorrise. "Nemmeno a me..." Luke rise.
"Andiamo. Miraval vuole che scegliamo le nostre armi. Ci aspetta nell'armeria."

Giunti all'armeria, i tre videro gli altri sei già lì. Miraval li fissò, inespressivo, prima di dire.
"Ora che siamo tutti qui, devo spiegare quello che faremo. Entrerete senza guardarvi intorno. Chiudete gli occhi e lasciate che sia il vostro istinto a guidarvi. Ricordate: è l'arma che vi sceglie, non il contrario." I nove annuirono seriamente.
"Bene. Entrate, dunque."
I nove entrarono, chiudendo subito gli occhi. Camminando per l'armeria, presero le loro armi. Tornati alla porta, aprirono gli occhi, scoprendo cosa avevano scelto.
Miraval commentò le loro scelte.
"Sono colpito. Perseus, Talia e Nico. Le vostre armi riflettono anche le vostre personalità. Avete una personalità molto duttile. Le spade che avete scelto sono un modello elfico molto antico, ricavato dal fiato di un drago e plasmato dell'avorio delle zanne di un Eloboth, animale molto potente. La combinazione delle due creature mischia la calma dell'Eloboth alla furia omicida e al potere del drago. I pugnali sono celtici, adatti sia come armi da lancio che come armi da taglio, da utilizzare contro avversari vicini. I celtici, a differenza degli elfi, sono una popolazione umana, diffusa in tutto l'universo. Alcuni pianeti presentano ancora delle colonie di questo popolo. Le loro armi sono molto potenti, e chiunque li utilizzi non sbaglia mai... infine, arco e frecce. Modello elfico, sono dei maestri nella creazione di questo tipo di armi. Contengono molto potere e spiegano la vostra abilità di cacciatori. Sarete dei Cavalieri molto interessanti e potenti. Zoe e Bianca, i vostri pugnali sono elfici così come l'arco e le frecce. Sono armi equilibrate, più che potenti. Ben bilanciate, e quasi infallibili. Micheal, le tue armi sono naniche; l'arco che hai in mano apparteneva alla seconda generazione di Cavalieri. Al loro leader, in particolare. Possiamo solo aspettarci grandi cose da te. Silena, Luke e Charles, le vostre spade sono state create dal re degli uomini delle Terre dell'Eterna Estate. Dimostrano la vostra potenza ma astuzia. Sono impressionato per la potenza delle vostre armi. Lord Caos, forse, ha ragione ad aspettarsi grandi cose da voi. Viste le armi, anche io comincio ad aspettarmi grandi cose, da voi."
Talia, Percy e Nico si scambiarono un sorriso complice. Sarebbe stato divertente.

Terra, Campo Mezzosangue
Ade, vicino ai due fratelli, sospirò. "Com'è possibile che non ci siamo fidati di Nico, Percy e Talia? Avremmo dovuto cominciare subito a dare retta loro. Sono... i nostri figli! Come... com'è potuto succedere?"
Poseidone sospirò. "Io credo di sapere cosa sia successo. Non sentivo quella sensazione da qualche millennio, ma... l'ho riconosciuta subito." Zeus fissò il fratello. "Spero tu ti sbagli, Poseidone. Sarebbe spaventoso solo il pensiero di cosa potrebbe significare un avvenimento del genere. Intanto..."
Chirone interruppe i tre dei. "Mi avete detto di informarvi qualunque cosa avessimo scoperto riguardo i vostri figli. Percy, Talia e Nico. Marcos era stato aiutato da Drew per allontanare Percy. Per dargli un ulteriore motivo, intendo." "Cioè? Cosa c'entra quella figlia di Afrodite con mio figlio?" Chirone sospirò. "Ha somministrato ad Annabeth del filtro d'amore per indurla a ricambiare un bacio di Marcos, davanti a Percy. Poco prima che venisse a parlare con te, Poseidone, aveva visto Annabeth e Marcos insieme. Appena Talia lo aveva visto così sconvolto, aveva cercato di consolarlo. Motivo per cui Artemide ha frainteso l'interesse di Talia verso il ragazzo, allontanandola dal proprio servizio." "Ma... è terribile!" Ade rimase a bocca spalancata. "Dobbiamo parlare con questa Drew."
Chirone annuì. "Ovviamente. Seguitemi pure." I tre dei andarono con il centauro verso la Casa Grande. Entrarono nel momento in cui Annabeth aveva tirato uno schiaffo alla ragazzina, facendole girare il volto e brillare lo sguardo di rabbia e di umiliazione.
"Annabeth." "No. Rimango qui."
Poseidone fermò Chirone. "Falla restare, Chirone. Merita di conoscere il motivo che ha spinto Drew a comportarsi in questo modo. Perchè? Cosa avevi contro Percy?"
Drew alzò il mento sdegnosa. "Niente. Marcos mi ha solo chiesto un favore, per rovinare loro due. Mi diverto a vedere le persone soffrire per un cuore spezzato. Perciò, l'ho aiutato. Non pensavo che Percy sarebbe scappato. Non volevo soffrisse. Lui, almeno." Disse, riportando lo sguardo sulla figlia di Atena, che la stava fulminando con lo sguardo.
"Mi domando cosa vi interessi, comunque. Ho visto come avete trattato Percy da quando Marcos è comparso. Scusate, almeno io sono rimasta la stessa, con lui. Lo avete sfruttato per vincere la guerra contro Crono e poi lo avete gettato da parte come un vestito stracciato." Drew guardò Annabeth. "Era da molto che lo ignoravi, Chase. Non dare la colpa a me se tra voi non ha funzionato. Non è per me che se ne sono andati. Anche perchè... Talia e Nico? Io cosa c'entro con loro? Assolutamente niente, ovviamente. Se ne saranno andati per colpa di qualcun altro. So solo che, ora che Gea sta risorgendo, a voi avrebbe davvero fatto comodo avere loro tre qui. Non è il motivo per cui li state cercando?"
Drew si alzò, uscendo a testa alta dalla stanza.
Annabeth si portò una mano davanti al volto, scoppiando a piangere e correndo verso la propria cabina.
I tre dei si congedarono dal centauro, allontanandosi dalla Casa Grande sconvolti. Si sedettero vicino al Pugno di Zeus. "Io..." Ade si coprì il volto con le mani. Zeus gli mise una mano sulla spalla. "Mi dispiace, Ade. Drew ha ragione. È colpa nostra e di chi ha usato i nostri figli per vincere e poi li ha disprezzati. Noi per primi, temo." "Non eravamo in noi, Zeus." "Lo so. Ma mi sento in colpa lo stesso."
In quel momento, arrivò Anfitrite.
"Poseidone! Stanno dicendo che Gea e i suoi figli stanno risorgendo, e che Percy se n'è andato. È vero?" Poseidone alzò lo sguardo verso la moglie e annuì. "Entrambe le cose?" Poseidone annuì, sospirando.
La Nereide rimase ferma per un po' di minuti. Poseidone si avvicinò alla moglie. "Anfitrite...?" La donna si risvegliò, alzando lo sguardo e dando una sberla al dio del mare. "È sicuramente colpa tua." Poi sparì, facendo sentire un suo singhiozzo.
Zeus ed Ade posarono una mano sulle spalle di Poseidone. "Ci dispiace, Poseidone. Risolveremo anche questa."
Poseidone mise la testa tra le mani, appoggiandola poi sulle gambe.

Angolo autrice
Ehi! Sono viva!
Al prossimo!
By rowhiteblack

Stand By YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora