CAPITOLO 1

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Campo Mezzosangue
Annabeth stava correndo per il Campo, cercando il proprio fidanzato. Doveva dire a Percy cosa era successo con Marcos e il perchè.
Ma, quando cercava lei Percy, per la prima volta da un anno, il ragazzo era sparito.
Raggiunse la Casa Grande, dove Poseidone, Zeus ed Ade parlavano con Chirone.
"Scusate... Chirone, hai visto Percy? Non lo trovo da nessuna parte." Chirone, dopo aver guardato i tre dei, rispose. "Nemmeno noi. Stavamo discutendo appunto di questo. Percy, Nico e Talia sono scomparsi. Non si sa bene cosa sia loro successo, ma durante la notte sono spariti." Annabeth spalancò la bocca. "Cosa? Spariti? Ma... posso partire subito per cercarli." Zeus annuì. "Le Cacciatrici sono già partite, insieme ad Artemide. Speriamo di trovarli prima che succeda una cosa grave." Annabeth corse via, decisa a rivolgersi a Grover, sperando nel suo aiuto. Chirone li guardò. "È molto strano, comunque. Fino a ieri, mi sono comportato in un modo che non era mio. Stamattina mi sono sentito come... non saprei..." Ade disse. "Risvegliato da un sonno profondo. Leggermente intontito. Riconosco gli effetti. Sappiamo tutti di chi è colpa." Poseidone scosse la testa. "Non saltiamo a conclusioni affrettate, per favore. Troviamo prima i nostri figli. Manderemo anche Apollo ed Hermes. Sarebbe meglio per tutti ritrovarli." Zeus annuì. "Chirone, informa il consiglio nel caso dovessero tornare qui." Chirone annuì. "Certamente. Anche se i semidei li dovessero vedere, ovviamente. Avvertiamo la madre di Percy del pericolo, Poseidone?" "No, finché non sappiamo di più. È inutile farla preoccupare per nulla."

Vicino al confine con l'Alaska
Percy e Talia erano seduti uno di fronte all'altra, mentre Nico, stanco dopo una settimana di fuga, si era addormentato, con la testa appoggiata alle gambe di Percy. L'autobus che avevano preso a New York li stava portando velocemente in Alaska.
"Abbiamo fatto bene a non utilizzare Pegasi o fare viaggi nell'ombra." Disse improvvisamente Talia. Percy annuì, accarezzando distrattamente i capelli di Nico. "Già. Per quei poco di buono sarebbe stato troppo facile trovarci." Talia guardò fuori dal finestrino. "Sono di nuovo in fuga. Pensavo di aver smesso a dodici anni." Percy la guardò. "Almeno lì avevo una famiglia. Adesso? Luke è morto e Annabeth abbiamo visto cosa è diventata." "Ce l'hai anche adesso." Disse Percy. Talia lo fissò. "Una famiglia. Ce l'hai anche adesso. Ci siamo io e Nico, Talia. E noi non ti lasceremo mai." "Suona come una minaccia." Disse, scherzosamente la ragazza. "Oh, lo era. Sorpreso tu l'abbia notato."
Talia rise, guardando Nico. "Con lui sei molto tenero." "Tenero? Ehy, non offendere!"
Qualche chilometro più avanti, l'autobus si fermò.
"Benvenuti! Siamo al confine con l'Alaska! Faremo una sosta di un'ora. Consigliamo ai passeggeri di scendere per visitare la zona. Tra un'ora, ricordiamo che partiremo."
Talia svegliò Nico. Il ragazzo, sbadigliando, disse. "Che vuoi?" "Sosta. Andiamo a fare un giro."
Nico si alzò, sbadigliando. "Perché cavolo fa tutte queste soste? Chi ha avuto la brillante idea di prendere un autobus tour?" Talia indicò Percy. "Lui." "Ehy, abbiamo visitato il Grand Kenyon! Dovreste ringraziarmi!" "Siamo anche stato alla Hall of Fame, se è per quello." Disse Talia. Nico sbadigliò. "Come volete."
Scesero dall'autobus.
Uno dei passeggeri davanti a loro esclamò. "Guardate! Ci sono le aquile!" Percy si voltò. Poi, impallidì. "Quelle non sono aquile. Ragazzi, abbiamo un problema." Nico e Talia le guardarono. Talia imprecò. "Sono dei grifoni. Accidenti, primo gli iperborei e ora i grifoni? Ma cosa fanno, le studiano le tappe?"
Dopo un breve combattimento, il cui clou fu un piccolo tsunami sui grifoni, i tre vinsero lo scontro.
Percy, camminando, vide un telefono pubblico. "Ehy, ci rivediamo dall'autobus. Voglio fare una chiamata." Talia annuì, trascinando via Nico.
Percy, sospirando, prese la cornetta e, una volta inserito il denaro, compose il numero della madre.
"Pronto, chi parla?" "Ciao mamma. Sono io... volevo dirti che... sto partendo, mamma. Non sono nemmeno sicuro che tornerò mai." "Ma di cosa stai parlando, Percy? Dove devi andare? Annabeth che dice?" "Annabeth mi ha lasciato, mamma. Sto partendo con Nico e Talia. Probabilmente ti avviserà il campo tra qualche giorno. Volevo solo dirti che sto bene e che starò bene. Ti voglio bene, mamma, ma tu ti meriti di essere felice. Con Paul. Dovresti farti una nuova vita con lui. Una vita normale. Se dovessi tornare a New York, verrò a trovarti." "Starai bene?" "Sì, mamma. Sono con la mia famiglia. Talia e Nico. Starò bene." "Ti aspetterò con i tuoi biscotti preferiti, allora. E una vita normale anche per te. Sono fiera di te, comunque. Qualunque cosa tu decida di fare. Il tuo cuore è nel giusto. Anche se non sai dove sia adesso, lui è nel giusto. Lo ritroverai. Ti voglio bene, Percy." La madre mise giù. Percy sospirò, cercando di trattenere le lacrime.
All'improvviso, l'autobus suonò il clacson, segnalando la prossima partenza.
Mentre correva verso l'autobus, intravide una persona conosciuta. Si fermò e la sentì dire.
"La divina Artemide è molto preoccupata per Talia. Dobbiamo ritrovarli, al più presto."
Corse più veloce sull'autobus, raggiungendo il suo posto.
"Tutto bene?" Chiese Nico. Percy annuì. "Ho detto addio a mia madre. Meritava di sapere che non sono morto." Talia annuì. "Lo capiamo, tranquillo." "Sa che sono con voi, quindi è tranquilla." Nico rise.

L'autobus ripartì.
"Ragazzi. Abbiamo un problema." Disse Percy. "Quale?" "Che novità!" I due cugini parlarono contemporaneamente. "Correndo per prendere l'autobus, ho visto una Cacciatrice. Ha detto che Artemide era preoccupata. E che avrebbero dovuto ritrovarci al più presto." Nico impallidì. "Ci hanno trovato?" "No, ma sono stati sicuramente attirati dalla notizia di quanto accaduto ai grifoni. Speriamo che le leggende sull'Alaska siano vere." Mormorò Percy. Nico domandò. "Perchè?" "Non oseranno seguirci fin lì. Immagino che non sappiano neanche se rimanere qui." Talia appoggiò i piedi sul sedile vuoto davanti a lei. "Dannazione, è passata solo una settimana!"
Nico scosse la testa. "Io lì non voglio tornare!"
"Non torneremo lì. Non finché saremo insieme." Talia e Nico guardarono Percy. "E noi saremo sempre insieme. Come la famiglia che al Campo non abbiamo trovato." Talia sorrise. "Come dei fratelli." Nico sorrise. "Mi piace come suona." "Cosa?" "Avere dei fratelli."

Dopo qualche ora, il conducente annunciò che erano arrivati in Alaska. Il tour era finito e sperava fosse stato di loro gradimento. Per chi voleva, un biglietto di soli dieci dollari li avrebbe riportati a New York, senza tappe.
"Andiamo via da qui."
I tre semidei scesero dall'autobus, con i loro zaini.
"E adesso?" Domandò Nico. Percy indicò un punto abbastanza lontano. "Quella sembra una città. Vediamo di raggiungerla velocemente. Fa abbastanza freddo qui." Talia lo fissò. "Siamo circondati dalla neve, Calamaro!" "Giusto. Dai, andiamo. Rimanere qui a parlare non ci servirà a niente."
Qualche ora dopo, Nico cominciò a sentirsi male, annaspando. Anche Talia e Percy erano affaticati. La ragazza inciampò nei suoi piedi e, cercando di aiutarla, anche i due cugini caddero nella neve, perdendo i sensi.

"Era ora che vi svegliaste! Ve la siete presa comoda, eh?"
Percy aprì con difficoltà gli occhi, sentendo le palpebre pesanti.
Davanti a lui si trovava un uomo, di colore, non troppo alto, ma con un'espressione gentile in volto.
I suoi occhi, scuri, sembravano profondi, e stanchi, come se avessero visto tutto quello che c'era da vedere nella vita. Avevano, però, una scintilla, che indicava la speranza di vedere qualcosa di nuovo.
"Chi sei?" Nico guardò il nuovo arrivato, mentre Talia aiutava Percy a rialzarsi.
"Sono Lord Caos, il Primo Essere. Sono qui per proporvi un... ruolo. Siete interessati?"

Angolo autrice
Al prossimo capitolo!
By rowhiteblack

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