Capitolo 6 • Notte

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SHAWN

Per quanto possa sembrare spocchioso da confessare, quando si cammina tra i corridoi del mondo dello spettacolo e della televisione, si ha la costante sensazione che tutti abbiano firmato un accordo segreto di finzione perfetta.

Si impegnano tutti a sorridere, quando dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo. Si impegnano tutti ad essere gentili e cortesi, quando bisognerebbe esserlo per puro rispetto nei confronti di chi non si conosce e vuole semplicemente collaborare con noi. Siamo tutti qui per creare arte ed intrattenimento, ma allora perché siamo tutti stufi e arrabbiati? Dov'è finito lo spirito guida dell'amore verso il pubblico?

Vien da chiedersi se ci sia mai stato, a questo punto.

È chiacchierando con questa ragazza spontanea e solare che avverto un profondo distacco da ciò che mi viene imposto di essere e ciò che voglio essere davvero. A me piace parlare, cantare, far sorridere le persone. Invece è tutto un "fai una foto lì", "vieni qui a rispondere a queste domande e fingiti sorpreso" o "lascia qualche autografo su questi dischi che li venderemo al triplo del prezzo". È facile sentirsi usati ai fini del mercato. Indossare i panni di una macchina sforna-denaro.

In questo momento, invece, mi sento me stesso come non mi succedeva da tempo.

Camila non mi vede come il mitico Shawn Mendes venuto dalle cover di canzoni altrui e salito in vetta grazie ai testi scritti di proprio pugno, lo Shawn Mendes col bel faccino pronto all'esibizione e la foto autografata. Mi vede semplicemente come la compagnia perfetta per trascorrere una bella serata estiva. Un ragazzo normale.

«Hai mai fatto il bagno di notte?» la interrompo, ad un certo punto.

Aveva iniziato a parlare di un episodio della sua vita al liceo, ma poi mi sono perso a guardare i suoi capelli, le sue labbra e poi, quando ha scostato i capelli, ho notato quanto fosse sensuale il suo collo. Quindi la mia mente è deragliata dai binari della realtà e ha percorso rotte immaginarie, contorte di riflessioni.

«Ehm... No. Hai sentito quello che ti stavo dicendo, almeno?» mi accusa.

Mi gratto la nuca.

«Certo. Mi chiedevo soltanto se non ti andasse di fare un bagno di notte.» mento.

I suoi occhi mi dicono che non se la beve, ma non mi corregge.

«Mi si bagnano tutti i vestiti e i capelli, mi si disfa il trucco, mi si rovinano i sandali...» inizia ad elencare.

«E quindi? Ti ripago tutto.» alzo le spalle.

Non so bene perché, ma all'improvviso voglio proprio fare un bagno di notte. Con lei. Stringerla fra le mie braccia e baciarla fino a svenire.

I miei occhi scivolano sulle sue labbra rosse. Seducenti a dir poco.

«D'accordo. Facciamolo. Come si dice in Italia, "abbiamo fatto trenta, facciam trentuno"» sorride.

Italia. Mi piacerebbe tenere un concerto là. Magari a Roma o Milano. Oppure Bologna, Torino, Venezia... Vorrei girarla tutta. Vorrei mettere piede dove Cami ha mosso i primi passi, scoprire i sentieri della sua infanzia, calcare i luoghi della sua adolescenza. Capire cosa intende quando dice di aver fatto lezione tutta la vita in aule che portavano il peso dei secoli, le volte a crociera sulla testa e i porticati di colonne romane a delimitare i cortili. Figurarmi i vigneti dove nascono i vini più acclamati al mondo, grattugiare sulla pasta l'autentico Grana Padano e non una banale imitazione. Respirare le tradizioni, il calore di un Paese tra i più ambìti come meta turistica.

E nonostante Cami dica di essere felice qui, so che tornerà a casa prima o poi e si metterà il cuore in pace invece di tentennare ogni volta che deve convertire le unità di misura italiane in quelle americane.

La prendo per mano e ci allontaniamo definitivamente dalla festa. È così minuta che potrei tenerla in braccio, ora che ci penso.

«Quindi vogliamo farlo davvero. Bagnati fradici a mezzanotte passata... Va bene.» si rassegna.

Giunti ormai in spiaggia, la sollevo di peso e mi metto a correre verso la riva.

«Ma cosa fai? Pazzoide, mettimi subito giù!» grida e si dimena.

La ignoro, soffocando le sue urla tra le mie risate. È infinitamente deliberatorio prendere e tuffarsi in acqua, senza chiedere il permesso a nessuno, senza calcolare proprio che qualcun altro ci sia.

Ci infrangiamo contro le onde, travolti dall'acqua salata e i granelli di sabbia che la contaminano. Nuoto più in là per sfuggire alla furia della battigia. Tengo Cami stretta a me, le sue gambe si incrociano dietro la mia schiena.

È bella, nonostante i capelli appiccicati al viso e il trucco che cola. Desidero baciarla come non ho mai desiderato niente negli ultimi tempi.

Le sue mani piccole si ancorano alle mie spalle, mentre io la tengo vicina con un braccio e con la mano dell'altro braccio afferro il suo viso. A qualche centimetro di distanza dalle mie labbra, la percepisco tentennare.

«Cos'hai che ti turba?» mormoro.

L'unico suono di sottofondo è lo schianto delle onde dell'oceano sulla sabbia.

«Tu. Mi stai mandando in crisi.» confessa.

«Perché?» sorrido appena.

Chiude gli occhi.

«Devo anche spiegartelo? Io non voglio che le nostre vite si incrocino, abbiamo già abbastanza di cui preoccuparci. Io tornerò in Italia, prima o poi, tu andrai in tour. E adesso mi porti a fare il bagno di notte, con questa luna splendida, e mi tieni vicina così...»

Sospiro. È così affascinante, lei, che non ho neanche notato la luna stasera.

«Quanti problemi che ti fai... Viviamo e basta.» taglio corto.

«La fai facile, tu!» mi accusa, dimenandosi un minimo.

Tengo salda la presa e avverto il suo corpo contro il mio, un contatto che mi sta torturando. Mi protendo verso di lei.

«Lo è, più di quanto credi.» sussurro, dopodiché la bacio.

Avviluppati l'uno all'altro, baciamo pelle e acqua salata insieme, col fiato corto. È una corsa anaerobica, il tempo scorre rapido ai margini della pista. Stringo il suo corpo ancor di più contro il mio, voglio sentirla totalmente, risucchiare ogni suo respiro e farlo mio. La lingua umida detta le regole, scivola e ritorna a contatto con la mia più volte.

Torniamo in superficie, finisce l'apnea.

Raccontami parole che non hanno lettere, ti darò baci che non necessitano di una sillaba. Mia musa, tu ed io parliamo la stessa lingua.

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Ed ecco Shawn in uno sproloquio di romanticismo. Spero vi sia piaciuto 🙈

Besos 💖

Señorita (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora