Capitolo 14 • Marinai

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CAMI

Sono sempre stata una di quelle persone che fra mare e montagna scelgono il mare senza neanche stare a pensarci sopra, forse perché il lieve ondeggiare dell'imbarcazione mi regala la sensazione di essere cullata, mentre l'imponenza delle catene rocciose mi spaventa. In Italia è molto frequente che i due scenari convivano, a dire il vero, ma ogni volta che mi avvicino alla battigia le mie narici inalano un profumo che sa di casa. Ed è soltanto pace.

«Conoscete la historia dello scoglio della sirena?» domanda José, rivolto a me e Shawn indistintamente.

Il mio sguardo fatica a staccarsi dall'orizzonte immerso nel buio, salvo il pallore lunare che ne evidenzia a malapena i riflessi.

Shawn, al mio fianco, mi abbraccia allacciando le mani sulla mia vita, incollando il petto alla mia schiena. Il vento spira appena, accarezzandomi il viso senza la forza di muovere un capello.

«No. Di cosa parla?» sussurro.

«Si narra che, in tempi molto antichi, esistesse una sirena capace di guidare i marinai verso la propria destinaciòn. Con il suo dulce y melodico canto, tracciava una rotta sulle onde dell'oceano e le imbarcazioni ne seguivano la trayectoria, salvo poi sparire ad un certo punto oltre una grotta. La sirena era stata maledetta dalle sorelle, che provavano un'invidia ciega per la sua straordinaria bellezza e capacità canora, di modo che nessuno degli esseri umani guidati da lei potesse tornare a casa e che lei venisse quindi odiata da todos. Un giovane e aitante marinaio, esperto grazie alle numerose esperienze condotte fin da bambino al fianco del padre, scoprì l'inganno e accusò la sirena di essere una creatura malvada. Lei raccontò accorata della maledizione, trattenne il canto a costo di compromettere la propria respirazione e, di conseguenza, la propria vita. Il marinaio infilò dei tappi alle orecchie, alla maniera di Ulisse, e attese che un altro marinaio chiedesse ayuda alla sirena. Lei, col cuore in mano, non riuscì a non cantare, costretta dalla maledizione: il giovane marinaio osservò il compare sparire oltre la famosa grotta. E non tornare più. La sirena, distrutta, llorava, allora il giovane si avvicinò e si appoggiò allo scoglio per baciarla. La maledizione si sciolse, ma le sorelle della sirena si arrabbiarono a tal punto da indurre il giovane a matarse e impiantare nella sirena invidiata un dolore senza fine. Logorata, la sirena esaurì le sue forze benedicendo lo scoglio in nome di tutti quelli animati solo da sentimenti puros y sinceros, ad esempio gli innamorati. Esanime, si trasformò quindi nella schiuma marina che gorgoglia tutto intorno allo scoglio, come a protegerlo. Si dice che toccare lo scoglio insieme e scambiarsi un beso consacri l'amore per l'eternidad, giacché la sirena se ne prenderà cura.» racconta José, cercando di non usare parole spagnole e fallendo miseramente.

Laddove scogli non ce n'erano manco a cercarli con un lumino, ecco che ne compare uno nero, grande abbastanza da permettere ad un corpo di sirena di sdraiarvici sopra pur immergendo la coda nell'acqua.

Un'eco lontana di voce melodiosa accarezza il mio cuore, sanguina dalle note il mal d'amore. Cola, inquina, bagna di lacrime. E tu non puoi fare altro che immaginare due anime che si sono sfiorate essere strappate l'una dall'altra, la morsa dell'invidia soffocante per le malfattrici.

Shawn mi accarezza le braccia, temendo che io abbia freddo.

Mi ritrovo a pensare alla facilità con cui le persone abbienti spendono soldi per cose che noi persone normali non ci sogniamo di fare neanche lontanamente, al massimo nell'effimera eventualità in cui vinceremmo al superenalotto. Ho passato anni a cercare un modo per mettere da parte i soldi che non potevo chiedere ai miei genitori per soddisfare le mie necessità, anni a calcolare quali sfizi potevo concedermi e quali no, a chiedermi come invece potesse essere facile per molte altre persone. Anni a chiedermi perché fosse tanto facile abituarsi ad uno standard più alto di vita e disastroso invece scendere di livello, imbarazzante il modo in cui si cerca di mantenersi sul gradino più alto con il portafoglio piazzato su quello inferiore.

Per loro non ha peso tutto ciò, esattamente come strisciare la carta di credito in cassa. Partoriscono idee, propongono viaggi, esperienze, acquistano regali da urlo... E alcuni di loro riescono persino a non farsi corrompere dal gusto del denaro, rimangono fermamente attaccati al suolo. Umili, genuini, persone di mondo e non gente che crede di essere scesa dall'Olimpo.

Le mie orecchie si innamorano del suono delle onde, i miei occhi si riempiono di blu notte pigmentato di stelle e luccichii. Lo scoglio si avvicina e, dentro di me, qualcosa ne reclama il magnetismo.

Nonostante tutto, è Shawn ad insistere perché José si fermi proprio vicino allo scoglio: ci si arrampica sopra, testandone in prima persona la scivolosità, e mi aiuta a salire non appena trova un punto d'appoggio stabile e asciutto. José inizia ad allontanarsi, promettendo che tornerà fra un po'.

«Sai, non ho mai creduto alle leggende metropolitane...»

«Subacquee, semmai...» lo correggo, azzardando una risatina.

Shawn scuote la testa, giocosamente infastidito dalla mia puntigliosità.

«Io ti sto abbracciando su uno scoglio al chiaro di luna, sul punto di confessarti qualcosa di romantico, e tu mi interrompi per questa scemenza?» ridacchia «Dicevo... Niente, hai rovinato il momento.»

«Dai!» mi ribello, tirandogli un fiacco pugno sul petto. «Non farti pregare.»

«Mi piace farmi pregare.» sorride, malizioso.

Offesa, lo picchio un po' più forte.

«Ahh, mi sono sempre piaciute le ragazze con gli artigli.» continua lui, beato. «Graffiano ma non colpiscono forte, vedi? E i graffi non mi dispiacciono.»

Mi giro e gli dò le spalle, pur essendo piuttosto ridicola perché se non mi regge lui rischio di cadere seriamente in acqua e farmi del male.

Shawn, infatti, mi afferra per la vita e mi stringe a sé, adagiandomi comodamente tra le sue forti e calde braccia. I suoi occhi castani assumono una luce calda nonostante il pallore del riflesso lunare sulle iridi e noto l'immediata dilatazione delle sue pupille non appena incontrano i miei. Chissà se anche loro sono così felici di vederlo, se anche loro tradiscono la forte attrazione che provo nei suoi confronti, come lui non può nascondere la sua.

«Non credo a queste storie, di solito, ma le storie avranno pur un fondamento... Una voce iniziale, lontana, distorta, da cui prendere ispirazione. E... E se la mia dovessi essere tu, ne sarei contento.» sussurra.

L'espressione da ebete che assumo riempie il riflesso dei suoi occhi. Trasognata, lascio che le sue parole incantevoli vincano i miei sigilli, conquistino il castello, facciano da regnanti e mi asservano totalmente. 

Note perlate fluttuano dentro, sveston la pelle d'ogni rammarico. Zuccherano, colorano. Fan dolce un intento ferreo, che perisce di propria inconsistenza: ne hanno rubato il nocciolo le rosee speranze d'un amore che poggia su fragili nuvole di dubbia resistenza. E tu prendimi per mano, adagiami piano. Che se siam destinati a cadere, in due par meno dolore.

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Allora, come state vivendo questo improvviso congelamento della vita e scompiglio generale causato dal famoso corona virus? Personalmente, lontana da tutte le responsabilità e gli impegni cui faccio fronte di solito, sono riuscita a trovare il tempo di scrivere. Speravo non fosse un'emergenza sanitaria di questo livello a procurarmelo...

Ad ogni modo, spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Besos 💖

Señorita (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora