CAMI
Le parole di Shawn mi spingono a riflettere attentamente. Sono talmente poco convinta di quella che fra noi ha assunto le sembianze di una relazione, che mi sono lasciata andare ad un costante e serrato criticismo nei suoi confronti. Il mio disperato tentativo di frenarlo, pur senza volerlo veramente, ha avuto l'indesiderato effetto di spingerlo a provarci con più convinzione e, a tanto così dal portare dalla sua parte anche me, a farlo sentire in difetto qualsiasi cosa egli faccia, perché, purtroppo, non mi va mai bene.
Eppure, se sono qui a L'Avana senza aver speso un centesimo per venire trattata da regina, è tutto merito suo. Potrei chiedere qualsiasi cosa: farebbe di tutto per accontentarmi. Perché, allora, lo sto trattando così male? Mi rendo conto solo adesso, a posteriori, di essermi comportata da bambina viziata e capricciosa, troppo abituata ad ottenere quello che voglio e anche di più solamente perché esercito una certa attrattiva su di lui.
Esiste un confine, però, in cui l'attrattiva da sola non sa più arrivare in alto, e per proseguire richiede l'aiuto di altre qualità, le più ricercate in un partner: dolcezza, comprensione, gentilezza, tolleranza e insieme tenacia, il tutto guidato da un certo buon senso. Io, invece, sono riuscita a compiere un'impresa non da poco: far arrabbiare un uomo che stravede per me, che ha ammesso con le sue stesse parole di non avere altro scopo se non rendermi felice.
Cattiva, Camila, cattiva. Ammettere che lui aveva ragione è un altro conto difficile da gestire. Ma lui merita delle scuse, e al più presto anche.
«I tuoi genitori hanno chiamato un paio di volte.» mi avvisa Shawn, non appena rientro in camera dopo la doccia mattutina post-sesso riappacificatore.
«I miei genitori? Hai detto che loro che sono qui con te, vero? Io...» sbuffo. «Giusto? Oppure no? Come hai risposto?»
Ricevo uno sguardo piatto in risposta alle mie paure.
«Non ho specificato chi sono, Camila. Ho solo replicato che non eri presente e che avresti richiamato al più tardi fra un'ora.» seguita a spiegare, fermandosi dunque ad osservarmi. «Comunque hai criticato me per essere uscito dalla doccia in asciugamano soltanto e tu ora stai facendo la stessa cosa. Cosa dovrei dirti, secondo la tua mente bacata e impostata nella modalità "disuguaglianza evidente fra maschio e femmina, con grandi vantaggi per la femmina"?»
Il mio sguardo cattura il carrello della colazione ancora presente in camera nostra.
Adocchio un croissant alla crema, il secondo nella mia lista delle preferenze, e mi avvicino per prenderlo.
«Non devi dire nulla, soltanto mangiare prima che ci portino via la colazione tanto litigata.» faccio spallucce.
Addento il croissant e rischio di dimenticarmi che c'era anche quello al cioccolato, perché la crema pasticcera utilizzata per questo ripieno è davvero paradisiaca. Giusta densità, concentrazioni perfette degli ingredienti, distribuzione ottimale... Come potrei chiedere di meglio?
«Litigata per colpa di chi?»
Sospiro.
«È davvero così importante puntare il dito? Su, comportiamoci da adulti e non da bambini dell'asilo, andiamo oltre questi piccoli bisticci insensati.» mi preoccupo di sminuire.
Così facendo, mi procuro un'occhiataccia degna di riprese cinematografiche. È questa l'espressione di esacerbazione mista ad esaurimento, scocciatura ed incredulità da cui gli attori nei film dovrebbero prendere ispirazione nel loro lavoro.
Shawn scuote la testa, cedendo alla mia richiesta di pace con annessa negazione di molteplici colpe.
Senza nemmeno buttare un occhio su tutto il carrello, va con mano sicura sul gigantesco muffin al cioccolato ripieno di cioccolato e se lo mangia tutto con tre soli morsi. Dev'essere parecchio arrabbiato.
Sinuosa e visibilmente colpevole, mi siedo accanto a lui sul divanetto.
«Ti chiedo scusa.» sussurro, la voce densa di dispiacere e malinconia.
Lui si versa un po' di caffé nella tazza, senza offrirsi di fare altrettanto con me, e sorseggia rumorosamente.
«D'accordo, ho sbagliato. Mi sono comportata male più o meno da... Da quando siamo partiti, anzi, forse anche prima. Da quando ci siamo conosciuti. Non ho fatto altro che mettere i bastoni fra le ruote a questo... Qualunque cosa sia, fra di noi. Sono stata sgarbata, maleducata, infantile, capricciosa, viziata e, mi duole ammetterlo, anche ingrata. Ingrata in superficie, però, perché dentro di me ho apprezzato fino all'ultima goccia tutti i tuoi sforzi, la tua tenacia e la forza con cui hai creduto in te stesso nonostante io non ti abbia incoraggiato abbastanza.»
Finalmente si volta a guardarmi negli occhi.
«È pur vero che non ti ho neanche respinto del tutto. Come avrei potuto? Sei tutto ciò che una ragazza potrebbe desiderare. Non solo bello, pieno di talento, appassionato, creativo, amorevole, gentile, infinitamente dolce e attento a farmi stare bene sempre, ma anche un esempio. Ispiri a credere in se stessi solamente in base a quanto si tiene all'obiettivo, a provarci sempre e comunque, ad essere positivi, a godersi ogni attimo. A fare di questa vita qualcosa che valga la pena ricordare. E io dico davvero che non ti merito, perché neanche per un secondo sono riuscita a farti sentire apprezzato al cento per cento, come tu invece sei riuscito benissimo a fare con me. Ti invidio molto per questo. Sprigioni una luce, un calore, unico al mondo. Non faccio una colpa a nessuna delle ragazzine che ti sbavano dietro, a nessuno dei giornalisti che morirebbe per avere un'intervista con te, a nessun direttore che ti mette al centro di trasmissioni televisive, show e in cima alle classifiche musicali.»
L'espressione di Shawn si addolcisce e si apre gradualmente alle mie crescenti lodi nei suoi confronti.
«Neanche una volta ti sei permesso di ricordarmi quanti premi hai vinto, quante esibizioni incredibili hai fatto, quanti complimenti hai ricevuto da celebrità di tutto il mondo, quanto è forte il calore del tuo seguito sui social e del tuo pubblico ai concerti. Io, invece, mi sono permessa di ricordarti l'unica mancanza che hai avuto nei miei confronti, qualcosa che in realtà non sei riuscito a controllare. E poi hai rimediato, per giunta.» mi sfugge un sorriso. «Vedi quanto sei superiore camminando mano nella mano con questa tua grande umiltà? Ecco perché meriti di stare in alto e nessuno ti vuole tirare giù, anzi. Quindi, davvero, perdonami per aver ingiustamente sminuito la brillante persona che in realtà sei.»
Shawn sorride finalmente.
«E l'incredibile amante che ho scoperto in te, oserei aggiungere.»
«Aggiungi, aggiungi. Questo ti è concesso.» ridacchia.
Continuo a guardarlo, speranzosa, mentre lui finisce il caffé.
«Sono perdonata?»
Lui finge di soppesare le mie parole, quando invece ho capito subito che ha cancellato il suo astio non appena ho terminato di argomentare le mie scuse.
«Sì, adesso sì. Hai detto delle cose bellissime.»
Sorrido.
«Credo fermamente a ciascuna di loro, al cento per cento.»
«Ora vai a chiamare i tuoi genitori, non sta bene farsi vedere da una ragazza con le guance rosse per l'emozione.»
Scoppiamo a ridere nello stesso momento e, anche se ero spaventata dal suo risentimento pacato ma molto fermo, sono contenta di aver preso coraggio ed essere stata sincera. Se lo guardo ridere così e guardarmi con crescente sentimento, penso che non potrei aver preso decisione migliore.
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Buon pomeriggio! Ieri mi sono dimenticata di aggiornare 😂😂
Mi auguro che Shawn e Camila vi distraggano piacevolmente 🙈
Besos 💖
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Señorita (Shawn Mendes)
Teen FictionLontani da casa, Cami e Shawn si incontrano per la prima volta a Miami: lei in pausa da una vita in cui non ha scelto niente, lui prigioniero delle regole che le sue decisioni hanno portato con sé. Quanto tempo impiegheranno a scoprire che, sotto so...