♧Capitolo 12♧

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[16 anni prima; Laurier Rose]

"Troverete la cura....vero?"
Un ragazzo di massimo quindic'anni teneva sotto braccio un libro di fiabe ed osservava degli scienziati al lavoro, seduto su un alto sgabello. Faceva dondolare lentamente le gambe, lasciate scoperte dal ginocchio in giù da un pinocchietto blu scuro. Erano piene di cerotti, bende, lividi e piccoli taglietti.
"Uhm...cosa hai detto, Thomas?"
Il minore si sistemò gli occhiali, spostando lievemente il folto ciuffo di capelli che gli copriva il lato destro del volto. Esasperato, sospirò.
"Troverete la cura?"
Chiese nuovamente, con più fermezza. Lo scienziato che gli si era avvicinato sollevò le sopracciglia, rimanendo in silenzio per qualche secondo.
"...non è nelle nostre priorità, ma...certo, certo...tranquillo"
L'uomo accarezzò distrattamente la testa del corvino, che s'incupì ancora di più. Rivolse uno sguardo truce allo scienziato, dandogli uno schiaffetto al braccio, saltando giù dallo sgabello. Lo scienziato, il cui nome era totalmente ignorato da Thomas, tornò subito al suo lavoro, essendo abituato a reazioni del genere. Il ragazzo lo osservò, per poi voltarsi con disgusto. Accidenti se li odiava quei maledetti scienziati. Il fatto che lavorassero tutti per quel pezzo di merda che era suo padre gli dava ancora di più sui nervi. D'altronde, era per colpa loro se adesso lei si trovava in quello stato, e lui non poteva farci niente. Assolutamente. Niente.

'Non è nelle vostre priorità?'

Il ragazzo gli avrebbe dato un pugno molto volentieri, ma si limitò ad andarsene, sbattendo rumorosamente la porta del laboratorio. Indossava una camicia bianca, dei pantaloncini corti ed un cardigan blu che gli arrivava poco più giù dei fianchi. Sul piccolo e fine naso poggiavano i soliti occhiali grigi, tondi e sottili, che quasi contrastavano con la disordinata matassa di capelli scuri. Iniziò a girovagare per i corridoi di un vecchio Laurier Rose, privo di tutte le tecnologie che sarebbero state introdotte negli anni a venire. Si avvicinò ad una grossa porta bianca, con delle foglie disegnate sopra. Bussò timidamente, per poi chiamare un nome.
"Caroline?"
"Thommy? È aperto...."
Fece una flebile voce, che doveva probabilmente appartenere ad una bambina. Thomas aprì la porta, entrando in una piccola stanzina dalle mura di un delicato lilla, ornate da fiori gialli stilizzati e decorate da colorati disegni. In un angolo della parete era anche possibile vedere dei segnetti rossi e blu, con accanto due lettere: una T ed una C. Il parquet -tirato a lucido- era in legno di betulla, come l'intero mobilio, composto da una libreria, un mobile ed un letto, sul quale giaceva una ragazzina di massimo otto anni dalla lunga chioma verde e la pelle diafana, coperta da lividi violacei. Un anemone viola, sul quale erano evidenti altri lividi, rimaneva a fatica attaccato alla sua spalla. Era collegata a diversi macchinari, che monitoravano il suo battito cardiaco.
"Come...ti senti?"
Parlò, dopo un pò, il ragazzo.
"..fa male...fratellone.."
Mormorò Caroline, voltandosi a fatica verso il suo vecchio amico, che sentiva già gli occhi riempirsi di lacrime.
"Lo so, Caroline....lo so....passerà, stà tranquilla"
Dopo aver poggiato per terra il grosso libro che aveva con sè, le prese delicatamente una mano, accarezzandola lentamente, con il terrore di farle del male.
"Lo spero...fa male anche respirare...sai? Anche parlare....fa male...ma non smetterò mai di parlarti, fratellone...so che poi va a finire che ti preoccupi inutilmente..."
La ragazzina accennò un sorrisetto, che venne ricambiato dal giovane Thomas.
"Già...sono proprio uno scemo....vero?"
"Si!"
A Caroline scappò una risatina, che si tramutò in un violento attacco di tosse. Si calmò dopo poco, tuttavia ne uscì con l'intero corpo indolenzito.
"A-Ahia.."
Soffocò un lamento, mentre il sangue di Thomas iniziò a ribollirgli nelle vene.
"Thommy....quando passerà tutto....questo...?"
Chiese, a fatica, la Magical.
"Presto, Caroline. Te lo prometto. Andrà tutto bene"
Thomas strinse, involontariamente, la mano della bambina, che fece per ritrarsi.
"Ahi-"
"Ah...scusami.."
"Non preoccuparti....fratellone.."
Caroline fece per alzare un braccio, ignorando il dolore lancinante alla spalla, arrivando ad accarezzare la guancia dell'adolescente, che non ce la fece più. Iniziò a lacrimare, sfiorando il dorso della mano della bambina.
"Non...piangere...fratellone..andrà tutto bene....no?"
Il corvino annuì, asciugandosi le lacrime.
"Si...andrà tutto bene..adesso vado, okay? Ci vediamo sta sera..."
La Vege-people annuì, sorridendo.
"Sì..! A sta sera"
Thomas uscì dalla stanza, con il cuore stretto in una morsa. Pensare che quella povera bambina era stata ridotta in quel modo per colpa di suo padre....scosse la testa, provando a non pensare a quel maledetto. Salì le scale velocemente, arrivando quasi a correre quando passò davanti le celle delle Vege-people. Dei singhiozzi, però, lo fecero immobilizzare. Seguì la direzione, arrivando alla cella 32. Una Creator piangeva, in ginocchio. Il suo fiore, posto sullo sterno, era un papavero bianco.
"Justine? Cos'è successo?"
Il ragazzo s'inginocchiò, poggiando le mani sulle sbarre della cella. Justine, tra i singhiozzi, alzò lo sguardo.
"Ti...ricordi di me e Charles...giusto?"
"Si, si" Thomas annuì velocemente, preoccupato come non mai "E? Cosa è successo? Vi hanno scoperti?"
La donna annuì lentamente.
"Ero...rimasta incinta..."
Il cuore di Thomas perse un paio di battiti.
"...'eri'..?"
A queste parole, Justine riprese a piangere.
"L'hanno...ucciso....mi hanno iniettato qualcosa e...e...dopo un pò ho preso a sanguinare e...poi.."
"Va bene, va bene, calmati, non....non continuare...."
Il ragazzo fece per posare una mano sulla spalla della Vege-people, quando dei passi fecero trasalire i due.
"S-Sarà uno scienziato....và via, presto..!"
"Si..! Tornerò sta sera...Justine...."
Thomas si allontanò velocemente, arrivando al piano terra della struttura, quello che comprendeva la serra. Si diresse verso la grossa porta trasparente, dietro la quale poteva già vedere Vivianne. Era alta più o meno quanto lui, dalla pelle chiara e ricoperta da lentiggini. I suoi capelli rossi erano lunghi fino ai gomiti e portava degli spessi occhiali neri. Indossava una maglietta a maniche corte, una gonna e delle calze nere, un abbigliamento decisamente insolito per la francese. Thomas aprì la porta, ancora scuro in volto.
"Ehy"
Disse solamente, osservando l'amica.
"Che hai, Thomas?"
Chiese subito lei, sistemandosi gli occhiali.
"Ah, nulla...ho solo scoperto che quel bastardo di mio padre ha obbligato Justine ad un fottuto aborto! Niente di speciale, no?"
Il ragazzo allargò le braccia, mentre Vivianne sgranò gli occhi.
"Cosa?!"
"Hai sentito bene"
"....è assurdo..."
Commentò la rossa.
"....puoi dirlo forte...Caroline peggiora giorno dopo giorno...e quegli stronzi non fanno nulla..."
Con un gesto rabbioso, calciò un sassolino, iniziando a dirigersi verso la foresta.
"...già....ah, comunque.." La ragazza si grattò la tempia, leggermente rossa in volto "Ti ho portato gli appunti di tutta la settimana..."
Porse un paio di notebook scuri al ragazzo, tirandoli fuori da una borsa a tracolla a cui Thomas non aveva fatto nemmeno caso.
"Ah...grazie" Il ragazzo li prese, sistemandoseli sottobraccio, per poi riportare la sua attenzione alla ragazza "Ehy, ma quella non sarà mica la borsa che ti ho regalato al tuo compleanno?~"
Fece, muovendo su e giù le sopracciglia.
"Eh...?"
"Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta!" Ridacchiò, appoggiando un braccio sulle spalle della ragazza "So che sotto sotto mi aaaami~"
"Tch, contaci..."
"Da adulto ti voglio sposare!"
"Macchè! Piuttosto divento lesbica!"
"Non potrai resistere per altri quindic'anni al mio fascino~~"

♧ᴠᴇɢᴇ-ᴘᴇᴏᴘʟᴇ♧sᴛᴏʀɪᴀ ᴀᴅ ᴏᴄ♧[ɪsᴄʀɪᴢɪᴏɴɪ ᴄʜɪᴜsᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora