Oh shit it's raining

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The day before

Piove. Bella la pioggia. Almeno secondo Jimin. Beh sai lui la vede come un qualcosa che riesce a portarti via tutto.
L'odore inebriante di bagnato che ti invade le narici, rinfrescandoti la mente. La libera. Gli dà aria. La riordina. Così finalmente puoi tornare a pensare consciamente.

E beh in quel momento Jimin aveva proprio bisogno di pensare.

Di nuovo lì. Su quel ponte. Mani sulle transenne. Gambe tremanti. Occhi lucidi. Guance umide.

Ma sai che c'è. Non aveva intenzione di buttarsi. Non voleva farlo. Non aveva bisogno di farlo.

C'erano ancora troppe cose da concludere nella sua vita. E certo non è che pretendesse di concluderle tutte. Ma almeno una si. Una sola. E non una a caso.

Ciao

Doveva solo trovare il coraggio ti parlare con lui.

Come ti chiami?

Conoscerlo.

Io sono Jimin.

Non discorsi troppo articolati o complessi.

Ah e...

Voleva dirgli una cosa.

Grazie.

..........

N: merda si è messo pure a piovere...

Sospirò, distrutto.

N: dove si è cacciato...

Prense una strada. Un'altra. Svoltò un angolo. Un altro.

Drinn drinn

Cavolo chiunque sia non è il momento diamine

Uno squillo. Due. Quattro. Sei.

N: ok OK RISPONDO.

N: SI?

JM: Nam.... Sono Jimin... Si beh-

N: JIMINN ECCOTI FINALMENTE CHE STA SUCCEDENDO? DOVE SEI? PER-

JM: Namjoon ti prego calmati... È che... Ehm.... Avevo fatto una figura di merda con lui quindi... Mi vergognavo...

Namjoon alzò gli occhi al cielo. Sapeva che non era andata così perché, ok va bene tutto, ma non è che ti metti a correre via da una persona in quel modo solo perché il giorno prima gli sei caduto davanti.

In ogni caso non indagò ulteriormente. Aveva capito che Jimin non era beh... In buoni rapporti con la vita. Aveva visto come quello sguardo stanco, vuoto, distrutto, regnasse sempre sul suo viso. Come la sua pelle fosse così pallida. Come gli occhi sempre arrossati. Come le occhiaie sempre presenti. Come mangiasse sempre meno. Come vomitasse sempre più.

Ma non era il momento giusto per parlarne. E forse lui non era neanche la persona giusta. Perché insomma, sì lui lo conosceva oramai da un po' ma....  Con Jungkook di certo era diverso.

Comunque non aveva intenzione di sforzarlo troppo a tirar tutto fuori. Perché in questa maniera non è liberatorio quanto farlo di sua spontanea volontà. E lui lo aveva provato sulla sua pelle. Delle reazioni degli altri ti importa poi relativamente. Vuoi mettere tirar finalmente fuori tutto?!

N: Ok deve sei ora Jiminie?

JM: sto andando a casa...

La voce debole... Aveva pianto, sicuramente.

N: ok arrivo anche io a dopo...

JM: ok..

N: ah Jiminie passo prima dal supermercato a fare la spesa per stasera.

Di solito era compito di Jimin andare a fare la spesa ma beh oggi poteva farlo benissimo lui.

JM: AH giusto me lo ero scordato Nam... Se vuoi vado io..

N: no tranquillo, ci pensa Appa Nam, a dopo.

Una lieve risata invase le orecchie del maggiore. Che bella. Con un sorriso spontaneo sulle labbra Namjoon chiuse la chiamata.

In quel momento gli venne in mente un altro sorriso. Quel sorriso angelico. Quel volto delicato. Quegli occhi sognanti.

Ricordò la strana senzazione provata quando il loro sguardi si incontrarono. Si incatenarono. Senza la minima intenzione di lasciarsi. Di scogliersi. Perche Namjoon in quegli occhi aveva trovato conforto. Supporto. Approvazione.

Tre cose che non gli erano state date da due persone.
Le due persone che lo avevano messo al mondo.
Due persone rigide e precise.
Due persone antiche si potrebbe dire.
Le stesse persone che lo avevano cacciato di casa. Riempito di insulti. E sai perché? Due semplici parole.

Mamma, papà...

Un significato. Inocente. Semplice. Onesto. Liberatorio.

Sono gay.

Spazio autrice
Hii guys✨ scusate se ultimamente non pubblico molto spesso ma non ho molte idee. Detto questo spero vi stia piacendo la storia e scusatemi per eventuali errori.
Bye bye

You are my moonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora