forse gelosia

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"Lo conosco?" Domandò lei dopo svariati minuti di silenzio
"N-no" mi mancava il fiato, volevo scappare, sapevo che presto avrebbe iniziato a fare domande più approfondite e non mi sentivo affatto pronta a dirle la verità.
"Dai...dimmi qualcosa in più...da quando non parli più con me" continuò imperterrita a chiedere. Aveva ragione da quando mi vergognavo di mia sorella, la mia migliore amica, l'unica della quale mi potessi veramente fidare. Tutti quanti si erano sempre meravigliati vedendo il nostro rapporto perchè quasi sempre il rapporto tra sorelle non è dei migliori, ma noi eravamo diverse dalle altre, riuscivamo a capirci, eppure niente: non riuscivo a proferir parola su quello che era accaduto nella mattinata.
"Va bene...si vede che c'è qualcosa di serio sotto...quendo sarai pronta verrai a parlarmi" affermò giada per tranquillizzarmi. Annui e andai a sedermi al tavolo dove era posizionata la pasta scaldata del giorno prima. Finito il pranzo sparecchiai e mi diressi verso camera mia, mi sedetti sul letto e ripensai a quella mattina, le lenzuola erano ancora come noi le avevamo lasciate, e mi sembrava quasi di poter sentire il suo profumo su di esse, il profumo di Emma. Quello fu uno strano pomeriggio, persi totalmente la concezione del tempo, cosa che in quel periodo mi capitava spesso, per un semplice motivo, pensavo a lei.
"Giada io sto uscendo"  
"Va bene. Dove vai?" Temevo questa domanda, ma era ovvio che me l'avrebbe fatta, era insolito per me uscire alle sei del pomeriggio.
"Non lo so...faccio un giro, prendo un po' d'aria".
Iniziai a camminare senza una meta, ma non so come mi ritrovai sotto casa di Emma. Alzai la testa per vedere se si vedesse qualcosa dal suo balcone, e con mio grande stupore mi ritrovai a fissare una chioma riccia e bionda. Ma che cazzo, pensai, è passato pochissimo da quando mi teneva stretta tra le sue braccia e ora già se la fa con un'altra!
Non so cosa mi prese in quel momento, forse rabbia, forse gelosia, forte tutte e due, fatto sta che decisi di suonare il citofono per chiederle chi fosse quella tipa, volevo che me lo dicesse guardandomi negli occhi.
"Chi è?" Rispose una voce giovanile, di una ragazza, alzai di nuovo lo sguardo per vedere se vedevo ancora la chioma bionda al balcone ma niente, era sparita, pensai quindi che fosse stata lei a rispondermi al citofono  
"Sono Maia"
"Maia? Aspetta un secondo" quell'attesa mi rese ancora più nervosa, ma dopo poco sentì la porta aprirsi e qualcuno al microfono che diceva quarto piano. Feci le scale a piedi, ho sempre avuto il terrore degli ascensori, e quando arrivai trovai Emma sul pianerottolo che mi aspettava sorridente.
"Ei piccola! Che ci fai qui, già ti mancavo?" Ero arrabbiata, ma al soprannome piccola mi tornò il sorriso. Nonostante Emma avesse solo un anno in più di me con le mi sentivo veramente una bimba, alla ricerca del suo affetto, e sapevo che tra le sue braccia sarei stata al sicuro, mi sentivo protetta, da tutto e da tutti.
"No, stavo facendo una passeggiata e sono capitata qui...ho visto una tipa, sul tuo balcone" dissi io con aria curiosa
"Uhuh sei gelosaaa!"
"Chi io? No, assolutamente NO...ero solo curiosa"
"Sisi certo" disse lei ridendo
"Bhe quindi chi è...una tua amica?" Insistetti io, non avevo intenzione di lasciar perdere, dovevo sapere chi fosse. Non riuscii a finire la frase che la misteriosa ragazza bionda fece capolino uscendo anche lei sul pianerottolo.
"Bhe Emma che fai non mi presenti la tua amica?" Esclamò con aria spavalda la ragazza
"Certo: maia lei è sara...mia sorella" a quelle parole mi crollò il mondo addosso che figura di merda pensai diventando completamente rossa;
"Sara lei è maia la mia...amica"

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