Il viso umido per le ultime lacrime

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Capì di aver veramente sbagliato solo quando la vidi andarsene, lontano da me.
Non pensavo la prendesse così, sono una fottuta stupida, pensai rientrando in casa, stavo rischiando di perderla, e per cosa? Per soddisfare una cazzo di voglia. Mi piaceva troppo per permetterle di sparire dalla mia vita così facilmente, così le mandai un messaggio:
Ho sbagliato...scusa. È che ho bisogno del contatto con il tuo corpo, mi fai sentire viva, come nessuno è mai riuscito. Ma se tu non vuoi non ci proverò più...scusa ancora. Rimasi a fissare il telefono per ore, o almeno mi sembrarono ore, fino a quando le due spunte blu apparvero davanti ai miei occhi, e poi...nessuna risposta. Aspettai un giorno ma niente, aspettai un altro giorno, la chiamai ma niente, la chiamai ancora e poi di nuovo, aspettai un altro giorno...niente. Fu solo dopo ben quattro giorni che mi decisi ad andare a casa sua. Avevo sbagliato era vero, ma non aveva il diritto di tagliarmi fuori dalla sua vita, senza preavviso, mi accorsi solo dopo aver pensato queste parole che quello che stava facendo lei con me era la stessa cosa che avevo fatto io tempo prima, solo ora capivo come si doveva essere sentita. Ma nonostante tutto era riuscita a perdonarmi e se ci era riuscita quella volta, doveva riuscirci anche adesso. Suonai decisa al suo citofono, ma a rispondermi fu Sara, che non era affatto contenta della mia visita. Se le spezzi il cuore io ti ammazzo, quelle parole rimbombarono nella mia testa, mentre salivo lentamente e tremolante le scale.
"Cosa cazzo hai fatto?" Disse a voce abbastanza bassa, per non farsi sentire dalla sorella, Sara mentre mi metteva spalle al muro
"Non esce da camera sua da giorni ormai...ho perso il conto!"
"P-posso parlarle" balbettai in preda al panico
"Certo...ma sappi che se Emma vuole picchiarti io non la fermerò" esclamò rassettandosi. Provai a bussare alla porta della camera, ma il mio pugno si fermò prima che potesse colpire la porta. Se sapesse che sono qui non mi farebbe entrare, pensai tra me e me, così aprii la porta con un piccolo scatto e la vidi, sul letto, con gli occhi rossi che guardava stranita e spaventata la porta. Appena mi vide si girò per nascondere il viso ancora umido per le ultime lacrime. A quell'immagine il mio cuore si fermò un attimo, perse un colpo, Emma stava soffrendo per colpa mia, corsi verso di lei e l'abbracciai
"Scusami, scusami non volevo forzarti" provai a guardarla in faccia ma spostò lo sguardo verso la porta
"Dimmi cosa posso fare" chiesi io sedendomi alla punta del letto e accarezzandole la gamba
"Potresti cominciare con lo spiegare perchè lo hai fatto..." disse lei a singhiozzi
"Non lo so è stato un errore, ma non avrei mai pensato che tu ci stessi tanto male"
"Non sto male per quello che hai fatto, ma sto male perchè sapevi che volevo aspettare, rendere la nostra prima volta importante, importante quanto tu sei per me, ma ora so che ti servo solo per dello stupido sesso, e quindi io per te non sono veramente importante." Quelle parole mi colpirono dritte al petto come una lancia che ti trafigge da parte a parte.
Ecco perchè stava così male, pensava che non mi importasse di lei, rimasi senza parole, davvero non sapevo cosa risponderle, qualsiasi cosa sarebbe sembrata stupida o scontata. Rimasi in silenzio e la guardai, questa volta il suo sguardo era fisso sul mio, cercava di penetrare nei miei pensieri. L'unica cosa che riuscii a fare mentre quegli occhioni mi guardavano fu un no con la testa, per poi abbassare lo sguardo. Mi sentivo tremendamente in colpa, nonostante sapessi che io ci tenevo veramente ad Emma, e che nulla me l'avrebbe portata via.

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