lei non doveva sapere

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Arrivata a casa mi chiusi in camera mia ed esplosi in un pianto disperato, mi rannichiai vicino alla finestra e guardai fuori nella speranza di trovare qualcosa che mi distogliesse da quei pensieri che tanto mi facevano stare male. A distogliermi dai miei pensieri però non fu il panorama, bensì mia madre, che fino ad allora avevo cercato appositamente di evitare, era ferma sull'uscio della porta, aspettava solo che io mi accorgessi di lei, "non si usa più bussare" dissi mentre mi asciugavo le ultime lacrime, "problemi di cuore?" Sbarrai gli occhi a quelle parole, ero imbarazzatissima, e questo non mi era mai successo con mia madre, finora le avevo sempre detto tutto, "Si c'è NO" mi corressi subito, lei non doveva sapere. Fortunatamente la nostra conversazione venne interrotta dallo squillo di un telefono, a quel suono tirai un sospiro di sollievo, ma mia madre se ne accorse "continueremo il nostro discorso dopo Maia" disse uscendo dalla camera. Quelle parole mi fecero gelare il sangue, provai a pensare a qualche scusa plausibile ma niente. Decisi così di uscire e andare a farmi un giro, un po' d'aria magari mi avrebbe aiutata a ragionare su quello che avrei dovuto dire a mia madre ma sopratutto su quello che avrei dovuto dire ad Emma.
Io non sono come te queste cinque semplici parole continuavano a ritornarmi in mente, rimbombando sempre più forte, Emma aveva ragione non c'è niente di male nell'essere...gay, e pure io, anche non volendo, respingevo totalmente questa idea. Era una cosa troppo grande, mi avrebbe cambiato la vita, chissà cosa avrebbe pensato la gente, i miei amici, la mia famiglia, mia madre. Come faccio ad accettarlo se faccio fatica solo a pronunciare la parola omosessuale. E mentre i pensieri mi assalivano "Maia!" Un brivido percorse tutto il mio corpo, quella voce, l'avrei riconosciuta ovunque ormai, mi girai lentamente, anche se quello che volevo veramente fare era semplicemente correre scappare alla velocità della luce. "Senti scusami per oggi, non volevo dire quello che ho detto, non ne ho il diritto..." poi continuò a parlare ma non sentì quello che stava dicendo, le sue parole diventarono come un sottofondo, ero più focalizzata sulle sue labbra, erano perfette, morbide e carnose, l'unica cosa che volevo in quel momento era..."Maia...ci sei?" Disse risvegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti "eh? Sisi ci sono" ero ancora incantata quando lei si avvicinò un po' di più a me, spostando una ciocca di capelli dal mio viso. A quel contatto a quella vicinanza, la sua mano sulla mia pelle, non potetti resistere...

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