La notte non fu facile, quel letto cigolava di continuo e il suo cuore anche.
Guardare il soffitto non gli era mai sembrata cosa più giusta, si chiedeva guardandolo, come doveva essere stata la vita di Oliver fino a quel momento; cosa non avrebbe dato per essere quel soffitto e spiarlo segretamente nei suoi momenti più intimi, nella sua quotidianità.
Probabilmente non prendeva più le uova a colazione, o forse sì, forse non andava più in bicicletta dal giornalaio è quasi sicuramente non se ne stava più tutto il giorno a rivedere manoscritti a bordo piscina.
Il tempo che passava, il tempo che passava era stato il brindisi di Oliver e la più grande rovina di Elio.Si alzò per fare colazione verso le otto e mezzo ed erano tutti lí ad aspettarlo e in un certo senso anche a fissarlo.
Aveva i capelli in disordine ed un calzino più spiegato dell'altro, pensò alla prima volta che Oliver aveva fatto colazione con lui e cercava disperatamente di riconoscere in quel momento qualche gesto a lui familiare.
Non ne trovò nessuno.
Oliver aveva bevuto due tazzone di caffé, aveva dato un morso ai muffin ai mirtilli che erano stati preparati da Martha e aveva salutato tutti a voce per poi accompagnare i figli a scuola.
La prospettiva di aspettare il suo ritorno da solo in casa con Martha non era delle più eccitanti.Dopo aver sparecchiato la donna decise di estrarre da un vecchio mobile quello che era un album di fotografie decisamente impolverato.
"Non le guardo da così tanto tempo..." Aveva cercato di giustificarsi.
Incredibilmente aveva scelto di mostrargli le foto del matrimonio avvenuto il 7 Settembre di 15 anni prima.La mano con la quale la aiutava a girare le pagine le tremava ogni volta.
Le parole di Martha riguardo il suo vestito e i suoi capelli sembravano scorrergli nelle orecchie e poi scivolare via velocemente, non aveva occhi che per lo sposo.
Era quello il suo Oliver, corpo statuario, giovane, sguardo sfuggente e aria misteriosa.
Lo smoking dai colori pastello che lo avvolgeva in quel giorno speciale gli donava più che mai ed Elio non poté non pensare che avrebbe voluto sapere almeno quando si sarebbe sposato, avrebbe dedicato quella giornata ad una straziosissima commemorazione dei tempi andati e sapeva che in cuor suo avrebbe passato così tutti i futuri giorni numero sette del mese di settembre.
Martha non faceva altro che raccontargli quanto fosse stato tutto perfetto, come era stato il discorso del rabbino che era per di più, suo zio e continuava ad indicargli col dito i vari parenti presenti alle nozze.
Tutto quasi nella norma, o almeno finché non estrasse un biglietto da una delle ultime pagine, sorrise quando lo aprí: era il voto nuziale che aveva pronunciato Oliver quel giorno successivamente alle parole del rabbino.
Aveva preso un paio d'occhiali per leggerlo ed Elio si sentiva già decisamente poco bene.
Chiuse gli occhi e per un istante immaginò Oliver tenere Martha per le mani e dirle esattamente ciò che lei gli stava leggendo.
"Se sono qui oggi non é perché ho trovato quella giusta; quella giusta ha trovato me.
Martha, sei esattamente come vorrei che tu fossi, la tua semplicità mi riempie l'anima di emozioni che non credevo di poter sperimentare.
La tua spensieratezza sarà per me una guida nei tempi bui, e quando essi verranno saprò sempre che avrò in te un riparo, un posto sicuro.
So sicuramente che devo sembrarti una bella persona se hai accettato di sposarmi così su due piedi e so che non sembro il classico uomo marito ma sposarti é tutto ciò che mi rimane e sono pronto a mettermi in gioco con te adesso e per sempre" Aveva letto con voce strozzata da un pianto malinconico la donna.
Si alzò di scatto, allontanò il biglietto e si rimise il grembiule che indossava sempre.
"Erano bei tempi quelli" Disse asciugandosi col dorso della mano il naso che colava.
Aveva iniziato a tagliare del sedano mentre Elio intenerito dalla situazione azzardò una domanda:"C'è qualcosa che non va con lui?"
Martha posò il coltello e si voltò per rispondergli, con aria affranta esclamò:"É semplicemente stanco"
"Di continuo" Sbuffó.
"Non ha mai tempo per me o per i ragazzi, se ne sta tutto il giorno all'Università con i suoi alunni, e per carità, lo stipendio dell' Università ci fa sempre comodo ma lo vorrei più presente di tanto in tanto" Gli aveva spiegato guardando il pavimento, si sentiva disperata a parlarne con uno sconosciuto.
Martha aveva sete di attenzioni, le sembrava di elemosinare persino uno sguardo di Oliver ed Elio non poteva capirla; lui se ne sarebbe infischiato di quanto tempo poteva passare con lui, si sarebbe limitato a rendere ogni attimo indimenticabile.Quando Oliver rientrò, circa una mezz'ora dopo, spiegò ad Elio di cosa si occupava e di come era riuscito anche grazie alle raccomandazioni del padre a trovare un posto di tutto riguardo all' Università di Stanford.
Bevvero del tè caldo, era appena Gennaio, e decisero di stilare una lista delle cose da fare mentre Elio era lì.
Oltre conoscere tutti i suoi colleghi in facoltà lo aspettavano gite in macchina e visite nei migliori ristoranti dei dintorni e fu proprio mentre organizzavano il tutto che si resero conto che Elio non sapeva quanto restare.
Certo, non aveva portato vestiti per più di qualche settimana ma ad Oliver non sembrò un problema.
"Sai, é un periodo morto questo, dopo Natale quasi nessuno studente é pronto per gli esami e un po' di compagnia mi farebbe proprio bene" Aveva detto portandosi alla bocca un sigaro.
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Call me by your name: Sixteen years later
FanfictionQuando Elio riceve la richiesta da parte di Martha, moglie di Oliver, di andare in America per il compleanno di quest'ultimo non poteva immaginare cosa sarebbe successo dopo. Elio vive un periodo di conflitti, di mancanze e decide di tornare alle or...