Salve a tutt*
Un piccolo preambolo, mi scuso per il ritardo ma la vita universitaria non mi permette di aggiornare tanto in questo periodo.
Volevo informarvi che il sequel prevede un massimo di 6 capitoli, dipende ovviamente anche dal feedback e dai risvolti che si verificheranno pagina dopo pagina.
Ci tenevo a precisare che i prossimi capitoli saranno leggermente più introspettivi perché in occasione del Pride Month mi piacerebbe approfondire il viaggio emotivo e fisico delle persone LGBTQAI+, aspetto per me fondamentale per questa storia.
Vi auguro buona lettura e un buon Pride Month in anticipo💜"Elio!" Oliver lo stava chiamando già da diversi secondi
"Sono sotto la doccia, che c'è" Aveva detto urlando sopra alla musica che stava ascoltando mentre si sciacquava i capelli.
"Ti squilla il telefono" Aveva detto innervosito, era la terza chiamata in due minuti.
"Rispondi tu!" Aveva detto con nonchalance.
Oliver si sentí felice che si fidava di lui a tal punto da abbattere la privacy che aleggiava attorno alle sue telefonate, Elio sapeva essere molto riservato quando voleva.
"Pronto" Aveva detto un po' incerto.
"Oh mio Dio, chi parla?" Una voce rotta pronunciava con tono impaurito quella frase.
"Joshua sei tu? Sono Oliver, che succede?"
"Oliver devi passarmi Elio, non ho tempo" diceva incalzando a gran velocità.
"Non può parlare adesso, se vuoi puoi lasciarmi un messaggio"
"Un messaggio? André mi ha trovato, è sotto casa mia vestito di nero, indossa un passamontagna e sono piuttosto sicuro che sia armato" Aveva detto urlando.
Stava avendo un'attacco di panico, respirava affannosamente, forse stava anche dando dei colpi alla finestra, imprecava.
"Non puoi andare da un vicino? Non so, stai calmo, chiudi a chiave!"
"Sono chiuso a chiave nel mio bagno, non ho vicini e ho paura che vorrà vendicarsi, lui non é più la stessa persona che era una volta...
Ti prego avvisa Elio, ho paura che—-"
Un rumore tagliava quella frase.
"Josh? Ci sei? Stai bene? É lí con te?"
"Oh, che piacere Oliver, quanto tempo!"
La voce di André sembrava quasi robotica.
In quella che doveva essere una nota sarcastica non c'era sentimento, non c'era empatia, c'era solo tanta oscurità e anche se Oliver non poteva vederla incisa sul suo volto poteva sentire che quella calma nella sua voce era dovuta all'estrema sicurezza con la quale si destreggiava in azioni violente di quel tipo.
"Cosa vuoi da lui? Se sei arrabbiato con noi, prenditela direttamente con me" Aveva detto in un raro momento di spavalderia.
"Mi farò sentire presto" Aveva risposto attaccando.Oliver entró improvvisamente in bagno.
Elio era uscito dalla doccia, era in accappatoio e si stava pettinando tranquillamente i capelli.
"Potresti anche bussare ogni tanto, anche se capisco che non c'è niente che tu non abbia già visto qui sotto" Disse ridendo piano.
Oliver non sapeva bene come dirgli della telefonata, avrebbe potuto fare un entrata ad effetto come nei grandi film ed esordire con un tono drammatico oppure avrebbe potuto girarci intorno per non farlo preoccupare troppo...
Ma mentre pensava il tempo scadeva e così tirò tutto fuori di getto.
"Mi ha chiamato Joshua, André é a casa sua, non ha intenzioni pacifiche a quanto ho capito"
"In che senso è andato a casa sua? Come sta?"
"Piangeva, non riuscivo a capire bene cosa stesse succedendo ma Andrè ha detto che ci richiamerà più tardi"
"Questo può significare solo una cosa" Aveva detto preoccupato Elio.
"Che dobbiamo mettere in carica il telefono altrimenti se chiamano non li sentiamo?" Aveva detto Oliver pensando di sembrargli simpatico.
"Ma no! Credo che voglia vederci e stia usando Josh come esca, é palese"
"Scusa, ma quando mio marito è diventato uno 007?" Aveva detto sorridendo, lo stava attirando a sé ma il più piccolo lo frenó.
"Scusa, sono troppo pensieroso adesso, Josh per me é come un figlio, odio il fatto che non sia voluto venire a vivere con noi"
"Non é colpa tua, capiscilo, semmai é colpa mia...
Quando ho irrotto al matrimonio sono stato troppo spavaldo, avrei dovuto interrompere tutto in modo forse un po' più rispettoso"
"Non credo esistano modi genitori di rubare il marito a qualcun altro" Aveva detto sorridendo in modo un po' spento.
"Non stavo rubando proprio niente, se tu avessi voluto sposare lui veramente mi avresti mandato via, lo sappiamo tutti" Aveva detto più serio Oliver.
"Lo so, è solo che per tutto questo tempo sono stato così concentrato su di noi che non ho nemmeno provato a riallacciare un rapporto con lui, so poco e niente della sua vita dopo che il matrimonio é saltato e non se la passa bene" Aveva detto mettendosi le mani nei capelli.
"Ho la sensazione che tu non mi stia dicendo qualcosa, devo preoccuparmi?"
"Nono, macché...
Sono solo voci che ho sentito da amici in comune, niente che mi riguardi" Aveva detto mentendo.
Distolse lo sguardo e afferró il pettine.
"Ora se non ti dispiace, prima della prossima telefonata, vorrei asciugarmi i capelli" Aveva detto con tono freddo quasi cacciando il marito dalla stanza.Nel frattempo Oliver doveva occuparsi della salute di Marzia, uscirono quella mattina stessa e insieme a Seth si recarono in ospedale.
La chirurga che avrebbe operato Marzia sembrava molto professionale ma era forse quel suo essere così precisa che la faceva risultare antipatica, a dir poco.
Li riempiva di moduli da firmare per l'operazione, form da compilare per un'eventuale trasfusione del sangue, insomma notizie poco piacevoli.
Seth le chiese per quanto riguarda possibili gravidanze come sarebbe cambiata l'aspettativa dopo l'operazione.
"Le dico già da subito che finché non troveremo una terapia ormonale adatta a lei, una gravidanza é fuori discussione.
Inoltre, i tempi potrebbero allungarsi nel caso in cui io sia costretta ad indicarle terapie leggermente più invasive, ma vi prego di procedere per gradi perché la priorità é asportare il tumore ora com'è ora" Aveva detto la donna posando la penna che aveva usato fino a quel momento nella tasca del suo camice.
La lista d'attesa era piuttosto lunga, tre mesi almeno.
In quei tre mesi oltre all' ansia, Marzia avrebbe sperimentato sbalzi d'umore e avrebbe anche visto con i suoi occhi quanto fossero premurosi gli uomini della sua vita.
Anche se lei sentiva ogni tanto di avere ancora una forza tale da abbattere una montagna, nessuno le faceva più portare le buste della spesa o oggetti simili e questo la faceva divertire perché al supermercato suo padre finiva col caricarsi fino all'impossibile.
Dopo il colloquio con la dottoressa la portarono in una grossa stanza bianca, apparentemente una sala insignificante, vi era solo un lettino e anche piuttosto mal messo.
In men che non si dica ben tre infermieri stavano cercando di prenderle la vena e al tempo stesso le indicavano dove poteva andare per fare pipì nel vasetto per le analisi delle sue urine: la sua vita sarebbe stata cosí per tanti mesi.
Tra analisi del sangue, ricerche su Google in piena notte quando sentiva di non essere abbastanza preparata a ciò a cui andava incontro e lunghe passeggiate per dare sfogo ai suoi pensieri, cancellava morbosamente tutti i giorni che mancavano al giorno X.Passava più tempo a casa di Seth che con suo padre ed Elio perché era più semplice in quel modo.
In quel periodo non riusciva a stare troppo tempo con sua figlia, spesso le gambe le si facevano pesanti e aveva tremori alle mani che non si sposavano bene con le attività che predilige una bimba piccola.
Ogni tanto sentiva telefonicamente anche una psicologa, cercava di superare piano piano la perdita del bambino.
Stava cercando con tutta sé stessa di non correre dietro al ritmo vorticoso della sua vita ma di essere lei quella che detta le regole.
Avvenimenti del genere aprono gli occhi e indirizzano chiunque verso nuove filosofie di vita e la sua riguardava il tempo.
Con la sua prima gravidanza aveva bruciato le tappe, era troppo giovane e sconsiderata ma in quel momento lei voleva essere madre di nuovo e vedere che il destino non glielo aveva concesso la fece riflettere molto.
Tutto a tempo debito, forse quello non era il tempo giusto per una nuova responsabilità, forse quello era il tempo in cui avrebbe lasciato che qualcun altro si prendesse cura di lei.Tornato dall'ospedale Oliver trovó Elio a fissare il telefono in attesa della famosa chiamata.
"Hai mangiato?" Gli aveva chiesto Oliver.
"No" si era limitato a rispondere senza nemmeno togliere lo sguardo dall'apparecchio.
"Non puoi stare tutta la giornata a fissare quel telefono, non lo farà squillare!" Gli disse con una vena sarcastica.
"Non mi sento in vena di mangiare adesso, per quel che ne sappiamo Josh é in grave pericolo a quasi 9 ore di distanza da qui, credo sia normale che non voglia pensare al cibo ora!" Disse non rendendosi conto di star urlando.
Così Oliver lo raggiunse sul divano ed aspettarono insieme.
Provó a prendergli la mano ma Elio quando era sotto pressione diventava ingestibile, dunque si limitò a stargli accanto sino al momento in cui il suo telefono non inzió a trillare.
"Il ragazzo é con me, siamo in una foresta a due ore da Manchester adesso, é stato tutto il tempo nel bagagliaio della mia auto ora l'ho portato a prendere un po' d'aria.
Ascoltami attentamente Elio." Aveva detto con estrema presunzione.
"Lo porterò a casa sua, a condizione che tu mi raggiunga qui domani"
"Domani? Ma sei pazzo? Io mio marito non ce lo mando in Inghilterra con te!" Aveva detto istintivamente Oliver, che aveva strappato bruscamente il telefono dalle mani di Elio .
"Invece verró, la sicurezza di Josh per me é molto importante"
"Ohoh, problemi in paradiso! La coppia felice ha delle divergenze" Aveva detto compiaciuto.
"Puoi darci del tempo per parlarne tra di noi?" Aveva chiesto Oliver.
"Mi sembra ragionevole, ma attenzione, vi do dieci minuti altrimenti..."
"Altrimenti cosa, andiamo!" Aveva detto Oliver sbuffando.
"Altrimenti inaugurerò il mio nuovo fucile di caccia su di lui, mi sono sempre chiesto cosa si prova a sparare a qualcosa che non sia un cervo o una gazzella"
"Dieci minuti, ti chiamiamo noi" Disse Elio riattaccando per poi guardare amareggiato ed arrabbiato il suo partner.
STAI LEGGENDO
Call me by your name: Sixteen years later
FanfictionQuando Elio riceve la richiesta da parte di Martha, moglie di Oliver, di andare in America per il compleanno di quest'ultimo non poteva immaginare cosa sarebbe successo dopo. Elio vive un periodo di conflitti, di mancanze e decide di tornare alle or...