Part four-

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Una volta arrivati ci fu una sorta di suddivisione di compiti, Martha e Marzia si avviarono verso la zona barbecue mentre Elio, Oliver e i gemelli avrebbero dovuto montare le tende.
Elio non ne aveva mai montata una ne tantomeno ne aveva vista una così da vicino, suo padre non era esattamente il tipo da braciata e sacco a pelo.
Dopo un'interminabile lite tra i gemelli che non sapevano proprio dove montare la propria tenda iniziarono a montare le restanti quattro.
Fu un esperienza mistica per Elio tutto quel contatto con la natura dopo anni ed anni che non si avventurava più per i giardini colmi di alberi della sua casa italiana.
I paletti erano stati conficcati nel terreno ma per un attimo tutta la procedura sembrò fermarsi fino a quasi scomparire quando le mani di Oliver sfiorarono quelle di Elio.
Si guardarono.
Erano sguardi imbarazzati, sguardi che si stavano toccando come quelle mani, sguardi complici e malinconici.
Elio non poté fare a meno di sorridere e in quel momento quando sembrava che Oliver stesse per rispondergli, per avere uno slancio verso di lui, decise di distogliere lo sguardo e proseguire.

Il cibo quella sera non era dei migliori, Elio aveva davanti a sé una scodella piena di purea di mais ma non ne assaggió nemmeno un cucchiaio, aveva la mente altrove e non riusciva a connettersi con la realtà.
Non sapeva nemmeno lui cosa gli frullava nel cervello, pensava ad Oliver, pensava a tutti gli altri che avevano provato a scaldare il suo letto come ci riusciva lui ed avevano fallito; pensava alla sua vita specchiandosi in quella scodella triste e spenta.
Gli altri si alzarono prima di lui da tavola, Marzia lo guardava con la coda dell'occhio.
Indossava un cappotto rosso e un paio di guanti dello stesso colore che faceva risaltare il colore dei suoi capelli all'estremo, con quel filo di trucco che indossava sembrava proprio una di quelle ragazze perfette ed armoniose che si vedono nei quadri.
Elio colse quello sguardo leggero e le si avvicinò.
"Se vuoi ancora leggere qualcosa io ci sono" Le aveva detto tenendo in mano una tazza di the per scaldarsi.
"Certo! Prendo una coperta e ritorno, tu dí a papà che ti faccio fare un giro del campeggio, così non ci rompe le scatole" Aveva detto saltellando verso la sua tenda.
Dopo aver salutato momentaneamente tutta la famiglia iniziarono a camminare aiutandosi con una torcia, la vegetazione era fittissima e toccava terra.
La compagnia di Marzia era molto piacevole, il tragitto sino alla grotta passò molto velocemente mentre i due si lanciavano battutine e aneddoti riguardo cose strane fatte in precedenza.

"Eccoci qua" Aveva detto Marzia mostrandogli l'ingresso.
Era esattamente come Elio l'aveva immaginata, le pareti spesse e ruvide, sassi e ramoscelli qua e là ed un eco veramente perfetto il tutto lontano almeno venti minuti dal frastuono del campeggio dove con la brace facevano tutti festa.
Avevano steso la coperta rossa di lana di Marzia a terra e lei gli mostrò come accendeva il fuoco, era così piccola ma gli sembrò essere molto più grande di lui.
Elio non sapeva uccidere nemmeno una mosca, viveva i suoi trent'anni con la stessa dissolutezza con la quale aveva vissuto la sua adolescenza e per certe cose non era ancora cresciuto abbastanza.
Una volta assicuratisi di non morire congelati Marzia si sedette a gambe incrociate aspettando con ansia che Elio le proponesse qualche lettura.
Elio non poté sopportare a lungo la vista del racconto "Il cavaliere è la principessa" (tratto dal "Heptaméron" ) senza leggerlo e quindi decise di iniziare con quello.
"Beh vedi io sono particolarmente affezionato a questo libro, per me rappresenta una delle estati più belle della mia vita, me lo leggeva sempre mia mamma e poi la trama é davvero charmante" Disse calcando nuovamente la sua conoscenza del francese, Marzia sembrava rimanere colpita dal suo modo di parlarlo.
"Un libro non va spiegato, leggimelo" Aveva detto la ragazza, con molta più audacia di quanto pensasse.
Marzia lo guardava incantato, Elio leggeva spedito, con sicurezza, quasi a memoria e la sua voce interpretava bene quelle parole.
La ragazza nonostante trovasse il racconto molto interessante non intervenne nella lettura sino a quel famosissimo interrogativo che per Elio era sempre stato il centro del racconto:"Is it better to speak or to die?"
Meglio parlare o morire?
Parlare...
Morire...
Marzia si alzò, si avvicinò ad Elio e lo guardò:"Tu che preferisci? Parlare o morire?"
I due si scrutavano da vicino e per qualche instante i loro sguardi si mescolarono e fu quasi automatico, meccanico ed inevitabile ciò che avvenne immediatamente dopo.
"Parlare" Disse Elio afferrandola di scatto e baciandola ricordando i tempi in cui un'altra Marzia era entrata nella sua vita.
Le mani della ragazza erano saldamente appoggiate alla nuca di Elio che in quel bacio cercava la vecchia Marzia, cercava l'Italia, cercava Oliver e cercava anche qualcosa di nuovo.
Non era forse baciare la figlia di Oliver baciare una parte anche di lui?
Non seppe stabilire quanto tempo durò quel bacio ma la loro conversazione continuò, non ci furono silenzi imbarazzanti o sguardi di pentimento.
"Moriamo tutti alla fine, parlare o morire ci porteranno sempre alla stessa amara conclusione" Aveva detto con uno sguardo carico di malinconia la ragazza.
"Sei proprio figlia di tuo padre"Le aveva detto lui come per complimentarsi ed in un certo senso confortarla.
"Questa frase forse ti colpisce più di quanto pensassi?"Aveva aggiunto dopo.
"Credo di non essermi mai soffermata abbastanza sul tempo che abbiamo a disposizione in questa vita" Aveva detto grattandosi la testa.
"Nessuno ci pensa veramente, a cosa ci porta pensare che ogni secondo che passa siamo sempre meno vivi?"
"Forse hai ragione, basta pensare...
Basta morire, voglio imparare a parlare" Aveva detto avvicinandolo nuovamente con un bacio come aveva fatto il trentenne qualche minuto prima.
Marzia era come miele in quella casa colma di amarezza, colma della frustrazione di Martha e della sua insoddisfazione.
"Quando dicevi che ti risulta difficile fare amicizia con i tuoi coetanei avevi ragione, tu sei diversa Marzia"
"Si chiama essere sfigati Elio, forse quando avevi sedici anni tu era diverso"
"Oh petite, vorrei che lo fosse stato"
"Perché sono diversa secondo te?" Aveva detto portandosi il pollice alle labbra mangiucchiandone l'unghia.
"Tu impari in fretta e hai questa voglia di conoscere il mondo che sai nascondere molto bene, scommetto che non ti faccia specie quello che é successo prima anzi...
Ne sembri compiaciuta, per la tua età forse sei anche troppo consapevole dei tuoi impulsi"
"Di questi tempi non si gioca più con le bambole" Aveva detto in piedi appoggiata di lato contro il muro.
Aveva scostato i capelli di lato e mentre i due parlavano Elio pian piano le studiava il collo con le mani.
Quei piccoli nei bruni erano come punti di una cartina geografica ancora da scrivere.
"Non così velocemente" Disse girandosi di scatto.
Alzó la coperta da terra e corse via dalla grotta.
"Domani a mezzanotte" Aveva detto mordendosi leggermente le labbra.
In quell'avvertimento c'era una strana coincidenza, Oliver...
Oliver e sua figlia.
Sua figlia...
Oliver.
La prima cosa alla quale pensò sentendo quell'invito per il giorno seguente fu quella notte calda di fine estate  che i due uomini avevano passato insieme e desiderò avere Marzia in quell' istante per non lasciare che quel fuoco si spegnesse in un banale ricordo.

Call me by your name: Sixteen years laterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora