Part fifteen-

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Parallelamente in quello stesso periodo le cose a casa di Oliver si facevano tese.
Marzia era sempre alla scoperta di indizi
riguardante la sua storia con Elio e quando ,tramite il solito amico che la stava aiutando, venne a sapere che si sarebbe sposato si sentí un dovere di fermare quell'avvenimento.
Per lei il padre poteva essere felice solo con lui e non poteva certo permettere a Elio di sposarsi.
Un giorno, a pranzo, subito dopo che la piccola andasse a giocare Marzia lanciò una prima bomba.
"Devo andare in Italia tra qualche giorno"
"Tu? E perché mai?" Chiese curioso il padre.
"Devo andare alla conferenza di presentazione di un libro"
"E devi andare per forza in Italia? Questo autore non viene qui?" Chiese non capendo bene il discorso dove andasse a parare.
"No, in Italia sarà più speciale.
Il libro é ambientato là e poi ho tanta voglia di andarci, magari porto anche la piccolina così ti puoi rilassare" Disse piegando la tovaglia.
"Tu vuoi fare un volo di dieci ore con tua figlia che a stento sopporta di andare in macchina?"
"Credimi, ne varrà la pena"
"Ad ogni modo, come si chiama questo libro"
"Ah si, si chiama Chiamami col tuo nome"
E in quel momento Oliver sembrò come paralizzato, doveva sembrargli una formula estremamente familiare.
"L'autore lo conosci" Disse molto fermamente.
"Non pensarci proprio ad andare fin laggiù per lui, e poi a te cosa interessa se lui scrive" Disse arrabbiato.
"Mi interessa sapere la verità, non che tu me ne abbia mai voluto parlare" Disse rancorosa la figlia.
"Marzia..." Disse portandosi le mani verso la fronte.
"Ti chiamo domani" Disse prendendo il cappotto e la bambina.
Quella promessa non fu mantenuta, Marzia odiava litigare con il padre ma sapeva che se fosse riuscita a ripotare Elio da lui anche quel battibecco sarebbe stato perdonato.
Si sentiva agitata, aveva pensato a lui in modi così diversi durante la sua vita...
Lo aveva visto come uno spirito affine, poi lo aveva odiato quando si era allontanato e poi lo aveva dimenticato ma ora lo stava capendo, lo stava conoscendo.
Passarono quattro giorni, poi prese finalmente quell' aereo e si decise a dare una svolta alla vita del padre.
L'Italia non l'aveva mai vista, ma se avesse potuto immaginarla sarebbe stata esattamente in quel modo.
Vicoli stretti con palazzi antichi, odore di sugo passando davanti ai ristoranti e anziani seduti in piazza a giocare a carte.
Le sembrava di camminare in una cartolina e in più sua figlia appena assaggiato un gelato fatto come si deve continuava a chiedergliene di più.
Non appena arrivate in albergo decisero di fare una passeggiata nel cortile dove fiori d'arancio allietavano la vista degli ospiti.
Mentre giocavano insieme mamma e figlia, Marzia pensava al padre e l'istinto di chiamarlo gli balenò per la testa ma sapeva di dover continuare con il suo piano.
La sera mangiavano una pizza in un ristorante napoletano in pieno centro di Milano e non poteva sentirsi più viva quando in mezzo a tutte quelle persone il vento le scompigliava i capelli e la piccola le accarezzava la pancia.
Le piaceva tremendamente stare seduta a guardare la frenesia di quella città, era un caos diverso da quello delle grandi città americane, le persone avevano più anima e tutto sembrava uscire da un film d'avanguardia.
La notte continuò a pensare a come comportarsi e la mattina la paura svaní.

La presentazione iniziava alle undici, aveva detto alla piccola di fare la brava e l'aveva corrotta con due coni alla vaniglia per assicurarsi il suo silenzio.
Si sedettero all'ultima fila e quando lo vide capí istantaneamente quali motivi spinsero il padre ad avere tutta quell' attrazione per lui.
Era un sogno.
Una completo rosso avvolgeva la figura snella e slanciata, ma non erano i vestiti la cosa migliore che indossava, aveva un sorriso folle, luminoso quanto le stelle la notte di San Lorenzo.
Inizió la conferenza con un uomo molto affascinante al suo fianco, lo ritenne un po' anonimo ma forse era perché preferiva di gran lunga il padre.
"Grazie a tutti per essere qui oggi, l'Italia ha ispirato questo libro ed é anche l' ambientazione della mia storia, ribadisco mia perché é una storia che ho vissuto e che sento tutt'oggi sotto pelle.
Sono qui non per spiegare il libro che André mi ha aiutato a scrivere, i libri non vanno spiegati ma capiti e questo é un compito dei lettori, ma per scambiare esperienze di vita con tutti voi" Disse incrociando lo sguardo dell'altro oratore.
"Potete iniziare con le vostre domande" Disse quest'ultimo ai giornalisti che affollavano le prime quattro file del teatro.
"Elio, lei é un pianista cosa l'ha spinto a spostarsi verso la penna?" Chiese un giornalista del Corriere.
"Grazie mille, non credo di essere uno scrittore, non ho alcuna licenza poetica, non sono stato io a spostarmi verso la penna ma la penna che si é spostata verso di me.
La penna si é personificata quando ho incontrato André, mi ha aiutato a elaborare i dolori che avevo vissuto precedentemente, inizialmente scriveva tutto lui.
Più cresceva la nostra connessione sentimentale più le pagine del libro si impregnavano della nostra storia, da quel momento in poi mi sono aggiunto anch'io al processo creativo perché sentivo che descrivere non bastava più"
Marzia era colpita dal modo maturo e disteso con cui portava avanti la conversazione, era così diverso dall'ultima volta...
"Buongiorno, una domanda per entrambi, cosa pensate che possa succedere quando le masse leggeranno della storia non solo omosessuale ma con una forte differenza d' età?" Chiese un giornalista del Mattino.
"Beh questo libro non é per tutti, é per chi sa amare oltre il pregiudizio e la norma sociale.
Non pensiamo a cosa potrà succedere, per ora ci godiamo la gioia del presente, pubblicare questo libro é un passo importante delle nostre vite che mette a nudo storie delle quali si é parlato ancora troppo poco nel panorama internazionale" Rispose André.
"Se non ci sono altre domande, gradiremo passare agli autografi" Disse quello che doveva essere il manager.
Una lunga fila occupò i lati del teatro, Marzia si era messa di proposito per ultima e aveva la bimba in braccio, era lei a tenere la copia del libro.
André prese il libro tra le mani e le chiese:" A chi va la dedica?"
Elio alzó la testa e guardandola disse:"Marzia."
Era stupita del fatto che l'avesse riconosciuta.
Si abbracciarono e non appena si svuotò il teatro, André andò a pranzo con gli editori mentre loro due rimasero seduti sui gradini laterali del palco.
"Sei venuta da sola?" Gli aveva chiesto nervoso.
"Papà é a casa, stai tranquillo"
"No ma non é per lui, io-" Fece come per giustificarsi
"Elio, stai tranquillo, so tutto"
"Come sai tutto?" Disse con un velo di preoccupazione,
"Papà non voleva mai parlare di te, così un giorno poco tempo fa ho frugato tra le sue cose e ho trovato delle lettere che non ti ha mai inviato e ho fatto due più due"
"Sapevo che eri una persona curiosa e non ti sei fermata affatto immagino, come mi hai trovato?"
"Ho i miei contatti" disse imitando James Bond
"Sapevo che lo avresti detto" disse ridendo,
"Lo so che me lo vuoi chiedere, come sta mio padre? Sta bene, insomma é totalmente solo ma in compenso é un nonno davvero fantastico"
"Sono felice di sentirlo"
"E invece no, se senti almeno la metà delle cose che mio padre ha scritto non dovresti esserne felice"
"Marzia se sei venuta qui per questo lascia stare, é una storia finita ormai"
"Finché continuerai a scriverla, e voi due continuerete ad essere vivi non sarà mai finita"
"Non pensi che io non ci abbia mai pensato, a tornare da tuo padre a chiedergli scusa? Ho fatto qualcosa di irreparabile e lo accetto, ora ho voltato pagina"
"Non hai voltato nessuna pagina, potevi inventarti tutto e invece hai scritto di lui perché ti manca, ne sono sicura, tu non prendi mai rischi se non ne vale veramente la pena"
"Come fai a saperlo, non ci vediamo da secoli"
"Lo so perché tu sei come me e sei come lui, sei testardo a modo tuo ma sei una brava persona e ti meriti di essere felice con lui e lo sai anche tu"
"Non vedo come questo possa essere possibile"
"Non sposandoti ad esempio, lo sappiamo entrambi che non ne hai bisogno"
"La mia vita é diversa ora"
"Ma non é la stessa senza di lui, non credi che dovresti almeno parlargli, prima o poi lo leggerà questo libro e quando lo farà non pensi a come reagirà?"
"Mi ha tormentato questo pensiero, ma alla fine mi sono sempre detto che non avrei mai saputo veramente se lo avrebbe letto o meno"
In quel momento le suonò il telefono, era Oliver.
"Rispondi tu" gli disse, dandogli il telefono.

Spazio autrice
Salve a tutt*, siccome siamo ad un capitolo dalla fine vorrei sapere (visto che mi é stato proposto nei commenti) se potrebbe interessarvi un sequel dopo il capitolo finale.
Grazie per il supporto, aspetto il vostro feedback💜

Call me by your name: Sixteen years laterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora