"Trovami, trovami Oliver" Pensava Elio mentre si pentiva di aver voluto fare l'eroe.
Erano passati tre giorni, indossava gli stessi vestiti e André lo lasciava raramente andare in bagno, era una condizione pietosa.
Stava tutto il giorno chiuso in una stanza con un materasso vecchio e stravecchio, André lo veniva a trovare quasi a tutte le ore del giorno e della notte ed oltre a raccontargli cosa si era perso in quegli anni che non si erano visti, lo prendeva anche in giro spesso e volentieri ferendolo.
Gli aveva buttato una bottiglia di sciroppo d'acero addosso, Elio era stanco, sudato e appiccicaticcio.
"Perché, Dio mio! Il tuo odio é infinito?" Aveva detto esasperato.
"Tutto questo è in misura dei sentimenti che provavo per te, piccoletto.
Vorrai darti una ripulita, ma non puoi.
Non oggi.
Sai che giorno é oggi?"
"No perché sono rinchiuso qui con te!"
"Oggi è il mio compleanno, voglio vederti soffrire"
"Sei pessimo"
"Quello pessimo sei tu, non mi hai portato nemmeno un regalo...
Oh ma forse so come puoi sdebitarti, ci divertiremo" Aveva detto uscendo dalla stanza sghignazzando.
Elio si passò una mano tra i capelli, erano orrendi e non osava immaginare come dovesse sembrare visto dall'esterno.
Gli venne nostalgia di casa, di Marzia che brucia l'arrosto, della piccola che rompe i tasti del pianoforte e di Oliver che é troppo occupato ad essere Oliver per rendersi conto di cosa accade in quel piccolo universo familiare.
Il materasso si sporcò subito dello sciroppo che aveva addosso e nel frattempo Elio aveva deciso di levarsi la maglia, giusto per essere leggermente pulito.
Si distese, chiuse gli occhi ed immaginó di essere nel suo giardino a suonare.
Ah, che sensazione orribile quella di essere lontano dal suo amato pianoforte, non gli ha detto addio.
Mentre le note lo cullavano verso il sonno André stava già progettando la sua vendetta finale.
Era all'estremo della felicità, quei pensieri tossici erano diventati il suo nuovo mantra.
Non aveva avuto vita facile ma si adagiava troppo sulla negatività per pensare di essere degno di essere felice ancora una volta.
Era stato in coma etilico per sei giorni qualche mese prima, aveva perso fama e prestigio e anche l'affetto della sua famiglia.
Non potendo pagare l'affitto andó a vivere per la strada e lí cambiò per sempre.
Lì conobbe il suo mentore, l'uomo che l'avrebbe ispirato ad essere così cattivo nei confronti di Elio.
Il senzatetto in questione si chiamava Vlad, era scappato dalla Russia e si rifugiava nei vicoli di Londra cercando di non finire in prigione per i crimini che aveva commesso.
Inizialmente era molto schivo ma tra una sbronza e l'altra, quando scoprì la storia di André decise subito di aiutarlo.
Per lui era tutto molto chiaro e semplice: c'era una sola cosa da fare.
Inizialmente gli aveva suggerito di rapire il marito però, ragionandoci su pensò che non ci sarebbe stata cosa più appropriata che vendicarsi sul corpo stesso di chi ha causato tanto dolore.
André non era così duro di spirito diverse volte voleva abbandonare il piano, ma Vlad che nel crimine vedeva una forma molto sottile di piacere, lo esortò fino a fargli il lavaggio del cervello.
Due settimane prima dell'inizio iniziarono a pedinare Joshua per studiarne gli orari e i luoghi di interesse, Vlad era disgustato dalla sua professione e decise di prendere personalmente l'iniziativa il giorno in cui lo rapirono.
Arrivato a quel punto non poteva tirarsi indietro e quindi decise che per portare a termine il piano doveva necessariamente cambiare e indossare i panni di chi aveva ideato il piano in principio: Vlad.
Lo emulava in tutto e per tutto, l'idea dello sciroppo era sua.
Anche l'idea di ferire Elio nel profondo era sua, lo aveva chiamato "Regalo di compleanno" ma in realtà sapevano entrambi che era un'avventura senza consenso.
Suggerì di addormentarlo ma André voleva che fosse sveglio, che soffrisse, che si ribellasse così come lui si ribellava alla sua condizione tutti i giorni senza poter fare niente per cambiare le cose.Nel frattempo Oliver era su tutte le furie, aveva rotto letteralmente qualsiasi elettrodomestico avesse in casa e nessuno riusciva a calmarlo.
Decise, con giusta ragione, di fare le valigie e raggiungere Elio.
A qualsiasi costo.
"Papà fammi venire con te! Avrai bisogno di supporto, non voglio mettermi nei guai!" Lo pregava Marzia
"Ti prego, sei già in una condizione di salute precaria, non voglio avere un'altra preoccupazione"
"Siamo una famiglia io, tu ed Elio.
In famiglia ci si guarda le spalle a vicenda"
"Hai ragione, ma devi giurare su Alice che non farai niente di stupido mentre lo cerchiamo!"
"Giuro!" Aveva detto Marzia portandosi la mano al petto, come faceva da bambina.
"Bene, allora puoi preparare le valigie ma Alice rimane qui"
"Ovviamente, non mi sognerei mai di metterla in pericolo in quel modo!"
Marzia aveva salutato la piccola ed il suo fidanzato molto velocemente, il padre camminava a ritmi velocissimi, la sua impazienza era palpabile.
"Giuro che se gli ha torto anche un solo capello se la vedrà con me!"
"Papà non sei Superman, sta' calmo.
Dobbiamo uscire incolumi da questa situazione entrambi, non farmi stare in pensiero ora!"
"Hai ragione, il nostro compito è avvertire la polizia e se ci mettono troppo tempo potremmo iniziare le nostre indagini da soli"
"Spegni il telefonino, tanto André non ti chiamerebbe lo stesso" Aveva detto Marzia mentre iniziavano le procedure di decollo.
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Call me by your name: Sixteen years later
FanficQuando Elio riceve la richiesta da parte di Martha, moglie di Oliver, di andare in America per il compleanno di quest'ultimo non poteva immaginare cosa sarebbe successo dopo. Elio vive un periodo di conflitti, di mancanze e decide di tornare alle or...